Cartoline austriache. L’Austria che ci ama

L’Austria rappresenta uno dei modelli vincenti del turismo contemporaneo grazie alle sinergie pubblico/privato che hanno contribuito a creare un sistema turistico industriale diffuso sul territorio dove agricoltura, artigianato, commercio sono stati messi in rete per creare un sistema turistico vincente, da Seefeld a Salisburgo alla Carinzia
L’Austria rappresenta uno dei modelli vincenti del turismo contemporaneo grazie alle sinergie pubblico/privato che hanno contribuito a creare un sistema turistico industriale diffuso sul territorio dove agricoltura, artigianato, commercio sono stati messi in rete per creare un sistema turistico vincente, da Seefeld a Salisburgo alla Carinzia

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82_Vista del paesaggio invernaleGli albergatori austriaci tifano di cuore affinché l’economia italiana riparta a tutta velocità. E’ un tifo interessato, il loro. Fino al luglio del 2011, la clientela italiana era in costante crescita. L’ospite italiano è considerato una cicala quando è in vacanza: sa risparmiare come pochi in Europa ma poi quando decide di spendere, soprattutto se è in buona compagnia o con la famiglia, è tra i migliori in assoluto.
Nel luglio del 2011 l’Italia rischiò la bancarotta finanziaria: il governo non stava più in piedi, l’economia boccheggiava, il debito pubblico galoppava allegramente oltre i 2000 miliardi di euro a fronte di un Pil di 1500 miliardi di euro. Una famiglia, quando si indebita in questo modo, di norma finisce nelle mani degli strozzini. Noi in quelle dello spread della finanza internazionale… Per gli italiani fu come destarsi da un piacevole sogno e ritrovarsi in un incubo a occhi aperti. Il governo salassò il Paese di oltre 90 miliardi di euro, la Guardia di Finanza terrorizzò i turisti alla ricerca di evasori fiscali non a casa loro, dove sarebbe stato troppo facile scovarli, ma negli alberghi di mezza Italia. Chi stava per andare in pensione scoprì che avrebbe dovuto pazientare ancora per anni. Chi c’era andato, si ritrovò… esodato: senza pensione ma anche senza stipendio. Gli italiani furono costretti a tirare la cinghia innanzitutto tagliando le spese per andare all’estero. Austria addio, è stato uno dei ritornelli che gli albergatori si sono sentiti ripetere negli ultimi due anni. E’ stato anche Praga addio. Vienna addio. Perfino, Sud Tirolo addio. Il pessimismo è calato sull’Italia come una sorta di ciclone tropicale che ha contagiato anche a chi in realtà i soldi per andare in vacanza li aveva. E’ stato un ciclone tropicale, di quelli brutti a vedersi con il cielo che diventa sempre più cupo e nero con tempeste di acqua e vento terribili da subire. L’impressione è che il peggio sia passato o che almeno sia passata la parte più distruttiva della tempesta.
I 58 albergatori austriaci del consorzio L’Austria per l’Italia, www.vacanzeinaustria.com per esempio ne sono convinti e hanno rinnovato i loro sforzi per ingraziarsi gli italiani e attirarli nelle loro città e nelle loro valli. Che cosa offrono? Un Sistema Turismo tra i più avanzati del mondo. Mentre l’Italia nei decenni passati ha continuato a cullarsi con lo slogan “siamo il più bel Paese del mondo, qui devono venire” l’Austria ha industrializzato il sistema turistico a partire dalle infrastrutture per arrivare alla sicurezza e ai prodotti turistici, concepiti come Club di prodotto pensati per fasce demografiche e fasce di consumatori. I risultati li hanno premiati: il valore aggiunto prodotto dal turismo in Austria è tra i più elevati al mondo. Le statistiche quantitative lasciano il tempo che trovano, quel che conta sono quelle qualitative…

Infrastrutture e sicurezza in primis
L’Austria ha investito miliardi di euro per migliorare il sistema autostradale ma soprattutto quello secondario che sale e scende lungo le valli e porta i turisti a destinazione. Non basta disporre di autostrade veloci se poi le strade statali, provinciali e comunali sono abbandonate a una scarsa manutenzione o sono troppo strette e quindi pericolose. In Austria l’autovelox funziona e punisce con immediatezza a giudicare da come gli automobilisti (e ancor più i camionisti) seguono con attenzione i cartelli luminosi che non riportano esortazioni inutili alla prudenza (chi è prudente, si comporta di conseguenza, chi se ne frega, no) ma variazioni di velocità che vanno rispettate scrupolosamente. In autostrada in Austria è raro riuscire a viaggiare a 130 chilometri all’ora, la massima velocità consentita. I display luminosi disseminati lungo il percorso che riportano i limiti di velocità la modulano a seconda dell’andamento del percorso, dell’intensità del traffico o dei lavori in corso imponendo quasi sempre il limite dei 100 chilometri all’ora (obbligatori nei tunnel stradali) e spesso anche quello degli 80 chilometri all’ora. Il concetto, come avviene in Svizzera, è quello di mantenere fluido il traffico, imponendo velocità minori ma costanti. A giugno ho praticamente attraversato l’Austria da Ovest a Est, da Seefeld alla Carinzia, sono entrato in Austria dal Brennero andando prima verso Ovest e poi tornando verso Est per raggiungere Salisburgo prima, la Carinzia poi, ne sono uscito a Tarvisio: sono stati più di 600 chilometri. Non ho visto un solo incidente stradale…
Interessante il fatto che importanti tunnel stradali collocati lungo gli accessi alle principali destinazioni turistiche siano a pagamento (in aggiunta alla vignette a tempo che consente di transitare lungo le autostrade) secondo la filosofia che la loro manutenzione deve essere pagata innanzitutto da chi li usa e non da tutta la popolazione residente dello Stato. Lo stesso vale per il valico del passo del Rombo, a 2500 metri di altezza, che collega Solden nell’Otzȁl austriaco con Merano nella val Passiria italiana. E’ a pagamento sul versante austriaco, gratuito su quello italiano, che oltretutto è il versante più verticale e costoso da mantenere. Perché non far pagare il pedaggio all’esercito internazionale di motociclisti oltre che di automobilisti, camperisti e pullman che transita sui passi dolomitici in Italia? Nel 99 per cento dei casi, è traffico turistico. Chi paga per la manutenzione di quei passi? Gli svizzeri il transito nel tunnel che collega Livigno con il loro Paese, di fatto con il passo del Maloja che porta in Italia a Chiavenna sul Lago di Como, lo fanno pagare, eccome.
La segnaletica stradale in Austria è al servizio del turista, non solo dell’automobilista, è al servizio degli alberghi che, all’opposto di quel che accade in Italia, sono segnalati con grande attenzione. Esci allo svincolo autostradale di Telfs e al primo rondò trovi un enorme cartello che segnala la direzione per raggiungere l’Interalpen Hotel Tyrol, che è a nove chilometri di distanza nella frazione di Buchen, a 1300 metri di altezza, a 15 chilometri da Seefeld, località turistica assai più nota. Il cartello si ripete a ogni bivio. Non sbagli strada nemmeno se vuoi. Accade lo stesso in Svizzera, mai in Italia.
L’Interalpen Hotel Tyrol è una fabbrica del turismo aperta 11 mesi l’anno, con 282 tra ampie camere e vaste suite (la maggiore arriva a 120 metri quadrati di superficie) con 570 posti letto, con un Centro congressi di 1000 metri quadrati, una Spa di 5000 metri quadrati (una delle più ampie dell’intero Paese), con diversi ristoranti, sei stube, American Bar, con un garage interrato capace di inghiottire tutte le automobili degli ospiti: il check in delle automobili è effettuato sottoterra in un ambiente interamente fasciato di boiserie… Ti sembra di essere sul set di un film con Greta Garbo… Parcheggi pochi metri dopo aver effettuato il check in e affidato i bagagli ai facchini. L’albergo, in stile barocco austriaco molto hollywoodiano, si presenta come un enorme edificio che assomiglia alle falde di una baita ciclopica con tutte le camere dotate di balconi coperti, all’interno di un bosco recintato di cinque ettari di cui occupa il colmo di un poggio. In Italia gli ambientalisti avrebbero scatenato la guerra civile contro la sua costruzione, oltretutto effettuata da un imprenditore tedesco, Hans Liebherr, costato quattro anni di lavori e inaugurato nel 1985. Nessuno in Italia ha mai obiettato contro la realizzazione dei brutti e inquinanti quartieri industriali alla periferia delle città a scapito dei terreni agricoli, in Austria hanno pensato che una simile fabbrica del turismo avrebbe non solo prodotto centinaia di posti di lavoro (è un Leading Hotels of the World, consorzio alberghiero internazionale che impone agli affiliati ben 850 parametri tra cui un’elevata incidenza del personale rispetto agli ospiti presenti, mai inferiore a un rapporto uno a uno tra dipendenti e numero delle camere), un fatturato importante anche per il fisco austriaco, un indotto non meno significativo per il territorio: quanti prodotti, servizi, tecnologie, cibo e bevande richiede la costruzione, la gestione e la manutenzione di una simile fabbrica? A Torino da quando la Fiat ha perso l’egemonia lo stanno comprendendo e stanno sostituendo la manifattura industriale con il turismo industriale a partire dalla Reggia di Venaria al Museo del cinema al Museo Egizio alle fiere legate a Slow Food e alla cultura (la Fiera del libro) al rinnovamento dell’offerta ricettiva e ristorativa della città che oltretutto è il terminale geografico più logico di una zona a elevata vocazione enogastronomica come Langhe, Roero e Monferrato appena diventata Patrimonio dell’Umanità Unesco. Alba, che ne è l’ideale capitale, è a soli 70 chilometri da Torino. La Torino operaia di fine Ottocento e di tutto il 1900 sta diventando la Torino turistica del Terzo Millennio. La svolta? Le Olimpiadi invernali del 2006 che hanno fatto scoprire la città ai residenti oltre che al mondo intero.

Salisburgo. Mozart, ma non solo
E’ la seconda volta che ci arrivo. La prima è stata vent’anni fa. L’esploratore berlinese ottocentesco Alexander von Humboldt definì il paesaggio che circonda Salisburgo tra i più belli mai visti in vita sua assieme alla Toscana. La trovo ancora più bella e brillante. La casa museo di Mozart è stata implementata con audiovisivi. Il centro storico è rigorosamente pedonale: anche i ciclisti vanno a piedi. La Salzburg Card (26 euro per la durata minima di 24 ore) ti dà accesso gratuito sia ai mezzi pubblici che alle teleferiche che portano in cima alla città e al castello che la domina oltre che ai numerosi musei distribuiti in città. Nel castello un filmato in computer graphic mostra lo sviluppo urbanistico del castello visto da tutti i lati dal primo insediamento militare romano una ventina di secoli fa fino a fine 1600. C’è una splendida mostra di armi (con i fantaccini stilizzati in maniera incredibilmente espressiva), oggetti d’epoca, i volti dei vescovi conte che hanno amministrato la città dall’Alto Medioevo fino all’arrivo di Napoleone Bonaparte. La ricchezza più importante della città? Il commercio del sale, che le ha dato il nome. Il ristorante è alloggiato dentro una grande sala addobbata con corazze e armi d’epoca. Anche i camerieri indossano una tunica d’epoca. La folla in città è internazionale con forte presenza di giapponesi. Si sente parlare ovviamente anche l’italiano. Nei negozi le tradizionali “palle” di Mozart in cioccolato. Clima festoso, turisti che sorridono.
Alloggiamo al Romantik Hotel Gmachl a Elixhausen nei sobborghi di Salisburgo, a un quarto d’ora di autobus dal centro storico. Nel 2009 il Romantik Hotel Gmachl ha festeggiato il suo 675mo anniversario: è l’albergo più antico dell’Austria. Dal 1334 la tenuta a nord est della città di Salisburgo, su cui oggi sorge l’hotel di categoria 4 stelle, è appartenuta alla famiglia Hirnböck-Gmachl, arrivata alla 23ma generazione. E’ la fortuna di far parte di uno Stato indipendente da oltre sette secoli. La dinastia degli Asburgo lo ha governato per oltre cinque secoli fino al 1918. Nel 2009 l’albergo ha avuto il permesso di raddoppiare le sue dimensioni costruendo un altro edificio sul lato opposto della strada dove è stato realizzato il parcheggio sotterraneo, la Spa su due piani da 1500 metri quadrati e le nuove camere. Le camere in totale sono 73.

La Carinzia
La Carinzia è la parte carnica dell’Austria, con una differenza: in Carnia il turismo è moribondo (in realtà non è mai decollato), in Austria funziona come un orologio…. austriaco! Da aprile a ottobre l’ospite degli alberghi carinziani convenzionati ha a disposizione una card che gli consente di accedere a ben 100 situazioni, il tutto gratis: si va dalle funivie alle teleferiche ai musei. Ovviamente ne godono anche i residenti. Le categorie cui si accede gratis con la Kȁrnten Card? Esperienze naturali (forre, grotte, campanili), parchi zoologici, parchi acquatici, strade panoramiche, musei, offerte per il tempo libero, funivie (14, compresa una funicolare particolarmente verticale), navigazione (sul fiume Drava, un affluente del Danubio che nasce a San Candido in val Pusteria, e sui laghi della regione), altri mezzi di trasporto (treno a vapore e trenino). Nemmeno in Sud Tirolo si ha una simile offerta, oltretutto gratuita per gli ospiti degli alberghi e notevolmente scontata per i residenti (questa è civiltà del turismo: condividerne i vantaggi, non solo le seccature).
Ci siamo fermati a Bad Kleinkirchheim, stazione termale con campo da golf da 18 buche a 1100 metri di altezza (450 strutture ricettive, 6595 posti letto di cui il 71% negli alberghi), nel Nock Resort, anche questo un albergo della tradizione recentemente raddoppiato nelle dimensioni e nei servizi. Luminose camere in pino cembro, Spa di ultima generazione, garage sotterraneo, ottima ristorazione.

L’arte di copiare… dai migliori
In Austria non gli sarebbe mai passato per la testa (anche perché di teste ne sarebbero saltate parecchie…) di mettere il limite dei 999 euro per i pagamenti in contanti penalizzando soprattutto tedeschi e russi, che hanno l’abitudine di pagare in questo modo, e tantomeno di scatenare la Guardia di Finanza per le strade e negli alberghi contro presunti evasori che ben difficilmente si scovano in questo modo. I danni che queste azioni hanno provocato al turismo italiano li scopri soprattutto quando vai all’estero dove ringraziano sentitamente la stupidità dei nostri governanti che hanno messo in fuga i turisti italiani e stranieri dall’Italia regalandoli letteralmente ai Paesi che confinano con noi, dalla Francia alla Svizzera, dall’Austria alla Slovenia.
Copiare dai più bravi è un segno di intelligenza, come dimostra il Giappone contemporaneo ma anche l’Italia rinascimentale dove per esempio la pittura a olio venne inventata nelle Fiandre e copiata prontamente dai nostri migliori artisti. Lo hanno capito assai bene in Sud Tirolo, che l’Austria la prendono a esempio da sempre. In Italia si potrebbero studiare anche altri esempi di successo, da quello svizzero a quello francese a quello americano. Dimenticavo: noi siamo nati imparati… i nostri amministratori pubblici ma anche molti imprenditori privati.

Cartoline austriache. L’Austria che ci ama
- Ultima modifica: 2014-07-09T08:56:18+02:00
da Renato Andreoletti

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