Il coraggio di una città. Il coraggio di una famiglia di imprenditori

Titolare assieme alla sua famiglia di Ospitalità Bianconi a Norcia, Vincenzo e il fratello Federico sono impegnati attivamente sia nella rinascita della città che nella rinascita della loro offerta alberghiera e ristorativa. Dei quattro alberghi del loro cluster, il 29 aprile ha riaperto il Relais & Chateaux Palazzo Seneca con il ristorante stellato Vespasia. Il ristorante Granaro del Monte (aperto nel 1850) non ha mai interrotto l’attività, trasferendola sotto una tensostruttura. L’albergo che lo ospita, il Grotta Azzurra, riaprirà i battenti nella primavera 2018. Gli altri due verranno abbattuti per formare un nuovo, innovativo polo alberghiero vocato al Wellbeing
La famiglia Bianconi. Vincenzo è il primo da sinistra
Titolare assieme alla sua famiglia di Ospitalità Bianconi a Norcia, Vincenzo e il fratello Federico sono impegnati attivamente sia nella rinascita della città che nella rinascita della loro offerta alberghiera e ristorativa. Dei quattro alberghi del loro cluster, il 29 aprile ha riaperto il Relais & Chateaux Palazzo Seneca con il ristorante stellato Vespasia. Il ristorante Granaro del Monte (aperto nel 1850) non ha mai interrotto l’attività, trasferendola sotto una tensostruttura. L’albergo che lo ospita, il Grotta Azzurra, riaprirà i battenti nella primavera 2018. Gli altri due verranno abbattuti per formare un nuovo, innovativo polo alberghiero vocato al Wellbeing

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di Vincenzo Bianconi

Al 17 aprile 2017 la ricostruzione di Norcia non è ancora partita. Si è partiti dalla messa in sicurezza delle opere d’arte e dei luoghi storici più importanti della città come la Basilica di San Benedetto, la Cattedrale di Santa Maria, l’Auditorium di San Francesco, la Torre del monastero delle suore di clausura di Norcia. Questi luoghi sono stati messi in sicurezza in accordo con la Sovrintendenza alle Belle Arti e i Vigili del Fuoco. Si continuerà perché c’è un’altra parte del nostro patrimonio artistico che necessita anch’esso di essere messo in sicurezza come la cinta muraria dove non è avvenuta neppure la rimozione delle pietre crollate. Quella parte della nostra città non ha ancora visto un approccio operativo alla sua messa in sicurezza.
Per quanto riguarda le case, è iniziata la consegna delle prime casette prefabbricate che accoglieranno le persone per un periodo che si prevede non inferiore ai due anni. Sono state assegnate innanzitutto a chi aveva la necessità di procedere a ristrutturazioni pesanti delle proprie abitazioni lesionate dal terremoto del 30 ottobre. In attesa della consegna delle altre casette, la popolazione vive in moduli comunitari, dove le famiglie dispongono di grandi camere private con gli spazi comuni dedicati sia per socializzare che per la cucina, che è collettiva. Lì vengono serviti i pasti.
Le scuole stanno tornando alla normalità. Grazie alla generosità degli italiani sono stati realizzati molti nuovi moduli scolastici superando il problema dei doppi turni, cosa che complicava non poco la vita delle famiglie. Da questo punto di vista, siamo tornati alla normalità, ovviamente considerando lo stato di emergenza particolare in cui viviamo dal 30 ottobre.
Il tessuto imprenditoriale ha vissuto il post terremoto in maniera diversa a seconda delle tipologie di lavoro. Le aziende dell’agroalimentare non si sono fermate, hanno continuato a lavorare intensamente nel periodo natalizio, nei mesi successivi e anche in questo periodo pasquale. E’ stato molto importante perché questa situazione ha salvaguardato quella che è la principale identità di un territorio che dal punto di vista economico si basa di certo su un’importante attività agroalimentare che si affianca a quella gastronomica e all’ospitalità. Il settore dell’agroalimentare è andato avanti, quello legato all’allevamento è stato sostenuto in maniera significativa per esempio installando rapidamente, nel giro di pochi giorni, delle stalle artificiali per proteggere gli animali dal freddo e consentire agli allevatori di continuare la loro opera. Il disagio è stato contenuto al massimo. Dove invece il disagio non è stato risolto è stato nel settore dell’ospitalità e nello specifico della ricettività alberghiera. E’ stato l’unico settore che non ha ricevuto un piano di emergenza. Mentre le aziende hanno avuto la possibilità di delocalizzare la loro attività, per il settore alberghiero questo non è avvenuto. Non è stata predisposta la possibilità di disporre di locali alternativi per proseguire l’attività ricettiva. Delocalizzare gli alberghi è più complicato però il buon senso degli albergatori di Norcia li aveva portati a fare una proposta ragionevole quanto originale. Per far ripartire il turismo, la gastronomia, la ristorazione, il commercio, gli operatori del settore ricettivo di Norcia avevano proposto di creare nei pressi di Norcia un camping attrezzato con bungalow che sarebbe stato gestito in maniera cooperativa dalla categoria. L’importante era poter offrire di nuovo la possibilità di dormire nel territorio di Norcia. La gran parte delle strutture alberghiere della città necessita di interventi importanti per tornare agibili, vale a dire a un livello di sicurezza ante sisma. Le strutture alberghiere e ricettive di Norcia hanno retto alla grande il terremoto sia del 24 agosto che del 30 ottobre. Le strutture ricettive quel giorno erano piene eppure non c’è stato neppure un ferito. Il fatto è che dopo un ciclo così importante di terremoti come quello che abbiamo vissuto bisogna ripristinare il grado di sicurezza ante terremoto. Per fare questo sono necessari interventi strutturali importanti. Ciò significa che Norcia in questo momento non ha la possibilità di riproporsi con lo stesso numero di letti di prima del 30 ottobre. Data l’importanza che Norcia ha mantenuto, occorrono almeno 250 posti letto per alimentare un minimo di economia turistica. Tutti gli operatori alberghieri della città si sono dichiarati disposti a mettersi insieme in forma cooperativa e gestire in quota parte rispetto al numero di camere che avevano in precedenza un luogo ricettivo unico, il moderno camping di cui ho parlato, munito di un centinaio di camere provvisorie, nei bungalow, struttura che sarebbe sopravvissuta all’emergenza andando ad affiancare la rinascita del settore alberghiero nursino. Si trattava di dar vita a un insieme di moduli prefabbricati di ottimo livello, ecogreen, che avrebbero continuato a operare anche finita l’emergenza implementando la ricettività di Norcia. Diventerebbe un investimento mirato al futuro oltre che al presente. Il fatto che questa iniziativa sarebbe stata gestita in maniera congiunta dagli operatori del settore rappresenta oltretutto la forza di una comunità che è sempre stata molto responsabile quanto solidale al suo interno. L’investimento è abbordabile, inferiore a quanto verrà speso per i moduli abitativi per i residenti di Norcia. Al momento attuale, questa proposta è ancora sulla carta, in parcheggio.
Il settore della ristorazione dopo il trauma iniziale si è mosso. E’ più facile dal punto di vista logistico organizzare un ristorante che un albergo. Grazie all’amministrazione comunale abbiamo avuto la possibilità di delocalizzare questa funzione distribuendola in due tensostrutture, che sono state installate nel campo di calcio comunale, che nel frattempo era stato imbrecciato (deponendo uno strato di pietrisco e ghiaia) eliminando il problema dell’erba e del fango. Diversi ristoranti di Norcia, consapevoli che per almeno un anno non potranno tornare a operare nei loro locali storici, si sono messi insieme sotto queste due tensostrutture con ottimi risultati. Sono persone che lavorano tutti i giorni, soprattutto durante le feste comandate. Come in tutte le aziende, meno si lavora, meno si rischia di lavorare. Così sono tornati a una forma di normalità e soprattutto di operatività, loro e i loro collaboratori. Era importante tornare in campo, come si usa dire nel gergo calcistico a proposito di giocatori infortunati. Prima tornano in campo, prima recuperano il tono muscolare e il ritmo partita. Abbiamo evitato assolutamente che Norcia diventasse una città fantasma. In tutti questi mesi non lo è mai stata. E’ rimasta una città viva. Il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno, ha avuto l’indiscutibile coraggio di dar vita senza alcuno stop agli eventi che erano stati programmati a Norcia prima del terremoto. Molti erano perplessi, i risultati invece sono stati entusiasmanti. Il primo grande evento del 2017 è stato Nero Norcia, Mostra mercato del tartufo nero pregiato di Norcia, giunto alla 54° edizione. E’ un importante evento legato sia al tartufo che ai nostri prodotti tipici. Era programmato per l’ultimo fine settimana di febbraio. Il sindaco per la prima volta l’ha voluto prolungare per altri tre fine settimana. E’ stato organizzato nel campo di calcio dove erano state installate le tensostrutture dei ristoratori. Soltanto in quelle tre domeniche, sono stati serviti 7000 pasti a pagamento. In una di queste domeniche la pioggia si è alternata alla neve. Questo a testimonianza che i turisti sono voluti tornare a Norcia, che gli sono affezionati. Hanno fornito un importante segno di attaccamento e solidarietà a questa città e a ciò che rappresenta. Per noi operatori ma anche per l’intera comunità nursina è stata una iniezione di energia pura. I ristoratori delocalizzati hanno deciso di proseguite la loro attività sotto le tensostrutture fin quando non potranno tornare nei loro locali originali.
Ogni comunità è divisa in tribù, in passato si sarebbe detto in gilde legate agli interessi e alle professioni. Le tribù sono formate da coloro che condividono gli stessi interessi e in questo modo si differenziano dal resto della comunità di cui ovviamente fanno parte in maniera assai attiva e solidale. Abbiamo creato l’associazione I Love Norcia, www.ilovenorcia.org. Questo il suo obiettivo: “Nel rispetto di tutte le persone che ci stanno aiutando, nel ricordo dei nostri predecessori e per lasciare il bello e il buono dei nostri monti a chi verrà dopo di noi, ricostruiremo Norcia ringraziandola di averci protetto. I Love Norcia vuole rappresentare l’amore per questa cittadina di chiunque vi abiti, vi soggiorni o che semplicemente vi sia in qualche modo legato.” Del consiglio esecutivo fanno parte i rappresentanti di tutte le tribù di Norcia, dal parroco al farmacista, dallo studente al sindaco, dal dottore al rappresentante scolastico. Questo consiglio garantisce alla città che i progetti che vengono sviluppati hanno un interesse generale per l’intera comunità e non solo per alcuni. Il Progetto Arca rappresenta l’ambizione maggiore di Norcia. E’ una sfida per il futuro partendo dalle salde radici che abbiamo nel nostro passato. C’è un concorso progettuale internazionale promosso, organizzato e finanziato dall’Ordine nazionale degli architetti italiani. Ne è presidente l’architetto Giuseppe Capocchin: considera questo un progetto pilota per l’Italia proiettato su un arco di tempo di 25 anni. Sarà un modello per l’intera penisola, che come ben sappiamo è sismica dal punto di vista geologico oltre che storico da Nord a Sud e da Est a Ovest. Si tratta di creare una nuova mentalità e una particolare sensibilità presso la popolazione affinché sappia reagire in tempo reale e in modo corretto in caso di terremoto. I temi sono: sostenibilità ambientale, sostenibilità sociale, etica, valorizzazione di ciò che esiste e innovazione nel rispetto di questi valori. Si parte dai bambini con laboratori didattici, artistici, culturali per arrivare agli adulti. Si tratta anche di convincere i giovani a intraprendere professioni e mestieri che siano nel mondo ma che siano radicali sul loro territorio. Ci sono splendidi esempi di start up del genere ed è bene farle conoscere. Ci sarà anche un museo dedicato sia alla memoria che all’innovazione legati agli eventi sismici. Bisogna ricordare e nello stesso tempo bisogna saper andare avanti. Siamo stati bravi ma anche fortunati a non avere alcuna vittima sia il 24 agosto che il 30 ottobre. La fortuna però va aiutata con la formazione e l’informazione. Norcia diventerà un centro di eccellenza sulla cultura antisismica a 360 gradi aperto sia ai residenti che a tutti i nostri connazionali.

Ospitalità Bianconi
In armonia con le finalità dell’intera comunità di Norcia, la nostra famiglia è impegnata in una serie di progetti di rilancio della nostra presenza ristorativa e alberghiera in città. Il Relais & Chateaux Palazzo Seneca, la nostra struttura alberghiera di maggior prestigio, è uscita del tutto indenne dal terremoto del 30 ottobre. E’ perfettamente agibile. L’albergo ha il ristorante Vespasia con una stella Michelin. L’albergo è la miglior dimostrazione dell’eccellenza strutturale che abbiamo adottato quando abbiamo trasformato un palazzo nobile del 1500 in un albergo di prestigio. Palazzo Seneca rappresenta l’abilità e l’eccellenza degli artigiani umbri. Tutto ciò che si trova nell’albergo è frutto dell’artigianato e delle aziende umbre. Il 29 aprile ci sarà la riapertura ufficiale sia dell’albergo che del ristorante Vespasia. Palazzo Seneca grazie alla sua internazionalità si è dimostrato e continuerà a dimostrarsi una vetrina di Norcia sul mondo e per il mondo. E’ importante anche per il turismo in Umbria per il prestigio dell’albergo. La stella Michelin del ristorante è l’unica in un albergo in regione e una delle due nei ristoranti umbri con quella del ristorante di Gianfranco Vissani a Baschi in provincia di Terni. E’ bastata la notizia della riapertura di albergo e ristorante sulle Ota per ricevere subito una splendida messe di prenotazioni. Dopo il terremoto abbiamo perso lo staff del ristorante tranne due eroi, il secondo maître di sala, e un lavapiatti. Il Vespasia ha un nuovo chef, Valentino Palmisano, e una mission: essere come sempre al centro della prestigiosa tradizione enogastronomica umbra, delle sue materie prime di pregio prodotte a chilometro zero, che vanno continuamente valorizzate, spaziando quando necessario sul resto della cucina italiana e mediterranea. Palmisano è stato giudicato dalla rivista Arbitre uno dei migliori 10 chef italiani fuori dall’Italia. Originario di Pianura, quartiere di Napoli, 34 anni, Palmisano ha iniziato come chef de partie al don Alfonso di Sant’Agata sui due Golfi. Passa quindi al Rossellinis di Palazzo Sasso, oggi Palazzo Avino, a Ravello e all’Olivo del Capri Palace di Anacapri lavorando con due maestri come Pino Lavarra e Oliver Glowig. Diventa Executive Chef al ristorante del Castello del Nero, a Tavernelle Val di Pesa. Poi all’estero a Shanghai al That’Amore prima poi da Sabatini, entrambi locali di cucina italiana. Quindi al Ritz Carlton di Kyoto. In Asia c’è stato per 8 anni di cui 5 a Tokyo. Palmisano voleva tornare in Italia. Ce lo ha segnalato un nostro grande amico, Gaetano Trovato, chef e proprietario del ristorante due stelle Michelin Arnolfo di Colle Val d’Elsa, che fa parte come noi dei Relais & Chateaux. Palmisano è venuto a Norcia e se ne è innamorato. “Per me le persone contano più di qualsiasi cosa” ci ha detto dopo un breve periodo di riflessione. “Voi e questo territorio siete l’ideale per scrivere la storia del mio ritorno in Italia.” Con questo spirito siamo partiti. Il suo secondo arriva dalla Nuova Zelanda, dal prestigioso Relais & Chateaux Otahuna Lodge, il bergamasco Filippo Morigi. Laura Santoro è diventata la responsabile di sala.
Il ristorante Granaro del Monte, uno dei più antichi d’Italia (fu aperto nel 1850), il più antico dell’Umbria, non si è fermato a causa del terremoto. Lo stabile che lo contiene è stato chiuso per riportarlo al livello di sicurezza ante sisma, lo staff è rimasto al suo posto. Nessuno se ne è andato. Sono persone splendide quanto motivate che non lascerebbero mai la nave nella quale vivono e lavorano. I loro nomi: Franco Marini, Remo Pannunzi, Mozafer, Anna Rita Campi, Paolo Marinelli, Zigo. Il ristorante Granaro del Monte è stato delocalizzato, assieme ad altri ristoranti della città, sotto la tensostruttura installata nel campo di calcio del Comune, in attesa di trasferirsi entro l’estate in una struttura provvisoria in legno alle porte della città che ci ospiterà fino al completamente dei lavori di ristrutturazione nel centro storico di Norcia. Vi serviamo colazioni, pranzi e cene ogni giorno a 400 persone a loro volta delocalizzate in dieci punti diversi nel Comune di Norcia.
Dal 15 giugno al 15 settembre, tre pomeriggi alla settimana, mettiamo gratuitamente a disposizione dei bambini di Norcia gli impianti sportivi che gestiamo da sempre. Il momento sportivo e ludico sarà integrato anche con una animazione culturale e artistica grazie all’associazione I Love Norcia, che collabora con noi in questa iniziativa.
Mamme e papà d’acciaio è il nome del nostro secondo progetto sociale finalizzato alla conoscenza che i genitori con bambini piccoli devono possedere per gestire al meglio situazioni di emergenza come i terremoti ma non solo.
L’Hotel Grotta Azzurra, di fronte a Palazzo Seneca, presenta problematiche legate al fatto che fa parte di un complesso immobiliare articolato formato da tre palazzi storici cui sono annesse anche due case private. L’obiettivo è acquisire un grado di sicurezza perfino superiore a quello che aveva prima del terremoto. Prevediamo un cantiere di almeno sei mesi. Contiamo di riaprire albergo con annesso il ristorante Granaro del Monte nella primavera del 2018.
I due altri alberghi che possediamo a Norcia, l’Hotel Palatino e l’Hotel Salicone, verranno entrambi abbattuti con l’intenzione di dar vita a un solo complesso alberghiero dalle caratteristiche assolutamente innovative. Sarà un progetto legato alla salute, al benessere, al Wellbeing a 360 gradi connesso con una grande azienda agricola biologica, che rappresenta l’evoluzione della nostra visione imprenditoriale. Il progetto si chiama Bianconi Cultural Farm 1850. Speriamo che le normative in essere ce lo consentano.

Il progetto Arca. Dal sogno al progetto
• Il progetto ARCA nasce dalla volontà collettiva di risanare la ferita, e insieme di guardare al futuro di Norcia con rinnovata fiducia, grazie a uno spazio fisico e a un aggregato culturale concettuale che sia capace di diventare un reale punto di riferimento per l’intera Civitas nursina.
• L’idea alla base del progetto è quella di realizzare una struttura ampia, costruita secondo le più avanzate norme antisismiche, capace di offrire un primo rifugio ai cittadini di Norcia e del suo territorio in caso di emergenza sismica, pensando soprattutto alle fasce più deboli della popolazione (anziani, donne e bambini). La struttura sarà dunque fornita delle dotazioni necessarie al primo soccorso, all’accoglienza temporanea e alle altre esigenze tra le quali spicca quella della socialità, dello stare insieme, del ritrovarsi per superare la paura. Il Progetto Arca coniuga i concetti di sicurezza, rifugio, punto di riferimento, intendendo porsi da subito come una nuova presenza sul territorio, capace di intercettare i bisogni e limitare i disagi della popolazione nei suoi momenti più duri.
• L’idea alla base del Progetto Arca tuttavia non è solo quella di realizzare un rifugio anti-sismico: Arca vuole rispondere con l’utopia di un sogno alla distopia del terremoto, marcando una nuova e diversa modalità di affrontare l’ennesima ricostruzione della nostra città. È volontà prioritaria dell’Associazione, nella sua veste di rappresentante della cittadinanza, creare un luogo fisico che sia anche un aggregato culturale e un laboratorio per la costruzione sociale ed etica della comunità, attraverso le risorse che si stanno raccogliendo e che si raccoglieranno nei prossimi mesi grazie alla generosità delle donazioni e all’attenzione della solidarietà internazionale.

Il coraggio di una città. Il coraggio di una famiglia di imprenditori
- Ultima modifica: 2017-04-26T14:07:15+02:00
da Renato Andreoletti

1 commento

  1. Nutro una grande stima nella famiglia Bianconi, sempre focalizzata verso un unico obiettivo: economia attiva in funzione del turismo Eno gastronomio e sportivo.
    Tenaci, coraggiosi con un bagaglio inesauribile di entusiasmo, fantasia ed amore in ciò fanno.

    Roberta Martino

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