Una masseria antica al centro di un’azienda agricola di ottanta ettari, gestita con continuità dalla stessa famiglia dal 1986: fra l’agro di Monopoli, Putignano e Fasano, in Puglia, i de Miccolis Angelini seguono Salamina con cura e passione, giorno dopo giorno. La loro avventura ha avuto inizio quando i genitori degli attuali responsabili iniziarono una prima fase di ristrutturazione della struttura, al tempo abbandonata.
La costruzione ha una storia che parte da lontano e ha registrato diverse tappe e cambi di proprietà: ha origini che risalgono al periodo tra il 1400 e il 1500, quando fu costruita come masseria agricola fortificata e infatti una parte dell’edificio conserva ancora un portale d’ingresso in stile fortificato. Nel Seicento venne poi ampliata da Giuseppe Salamina, proprietario terriero da cui prende il nome, in seguito passò alla famiglia Bianco e infine alla famiglia Cenci, che ne definì l’aspetto attuale con una ristrutturazione completata nel 1933. Una chiave di volta con incisa la data 1792 colloca inoltre nel tempo la costruzione della cappella gentilizia.
Vacanze enogastronomiche

Dal Settecento Masseria Salamina conserva quindi le proprie forme e a fine Novecento è stato inaugurato il suo percorso dedicato all’ospitalità. “La Masseria Salamina nasce nel 1986, anno in cui i miei genitori si occuparono di una prima ristrutturazione”, racconta Chiara de Miccolis Angelini, che continua: “l’agriturismo ha aperto nel 1991, con 15 camere e un ristorante. Già allora pro ponevamo vacanze enogastronomiche a turisti stranieri – in particolare americani – che erano attratti da questo tipo di esperienza.
Offrivamo corsi di cucina, degustazioni, e altre attività legate alla tradizione locale. L’anima dell’azienda è rimasta quella, ma nel tempo siamo cresciuti, cercando di migliorare la qualità dell’accoglienza e degli ambienti. In quasi quarant’anni le esigenze del turismo sono cambiate, così come le nostre, e abbiamo portato avanti numerose ristrutturazioni. Nel 2008 abbiamo recuperato anche la parte padronale, che fino a quel momento era la nostra abitazione privata. Si tratta di una zona con caratteristiche differenti rispetto alla parte agricola, con ambienti più classici, volte a cassettoni e sale affrescate”.

Il rispetto degli stili
Oggi, dunque, Salamina conta venti camere, tutte molto diverse fra loro sia per scelta stilistica sia per rispetto della masseria; il complesso è infatti composto da nuclei costruiti in tempi diversi e la proprietà – che ha seguito in prima persona le varie fasi di ristrutturazione – ha scelto di rispettarne la storia: “non abbiamo voluto uniformare, ma rispettare le diverse epoche architettoniche. Lo stile è un mix tra rustico, nobiliare, moderno e contemporaneo. Abbiamo collaborato con artigiani locali e designer per mantenere l’identità del luogo, valorizzando materiali autentici e arredi originali, molti dei quali appartengono alla nostra famiglia da generazioni”, specifica Chiara de Miccolis Angelini. In una struttura di queste dimensioni, la ristrutturazione non ha un inizio e una fine definiti: anno dopo anno, la famiglia prosegue con piccoli interventi e migliorie, in un processo continuo di cura e perfezionamento.
Potocco, un’azienda a conduzione familiare, impegnata a rispettare e sviluppare la cultura della lavorazione artigianale sugli arredi, ha proposto un insieme di soluzioni per diverse aree della masseria, fra cui gli elementi delle collezioni Yoisho, Ola, Spring e Keel Light. Yoisho è la serie disegnata da Bernhardt & Vella e composta da una poltrona e da un divano con struttura avvolgente e imbottitura a tutto tondo; Radice Orlandini è invece l’autore della famiglia di sedute Ola con schienale in tondino di metallo e una serie di intrecci a sostegno. Bergère, divanetto, pouf e tavolini compongono la collezione Spring (nella foto) con struttura in massello di frassino e imbottitura in poliuretano espanso ignifugo.
L’ultimo progetto di aggiornamento, in termini di tempo, ha riguardato alcune camere, dove sono stati sostituiti arredi e luci e rifatte le finiture, per offrire ambienti accoglienti e freschi: “non abbiamo costruito nulla di nuovo, ma ci siamo limitati a valorizzare ciò che già esisteva. Lo si nota anche negli arredi: ogni camera è diversa, arredata con mobili e oggetti originali, dai vasi ai pavimenti, ai piccoli dettagli”. Masseria Salamina si trova in un contesto dove l’ospitalità negli ultimi decenni ha vissuto un grande boom, per questo distinguersi attraverso un progetto curato e pensato è un fattore importante: “la nostra filosofia dell’ospitalità si fonde sull’autenticità: non proponiamo ai nostri ospiti la classica masseria tutta bianca. La struttura nasce come residenza nobiliare, e questo carattere si riflette ancora oggi nei vari ambienti comuni e nelle camere”, racconta ancora la proprietaria.
L’analisi del target
A proposito di gestione e di politiche relative all’ospitalità, negli anni la famiglia de Miccolis Angelini ha raccolto diverse informazioni e redatto precise analisi: il target è composto per lo più da clientela straniera di fascia medio-alta, proveniente da Europa, America e Australia; la permanenza media è di tre giorni ma ci sono stati diversi ospiti cha hanno scelto di passare qui anche due settimane, grazie anche alla varietà dell’offerta. La masseria offre infatti anche degustazioni di olio e vino autoprodotti o corsi di cucina tradizionale, si propone come meta per matrimoni, cerimonie, eventi aziendali e di team building, oltre ad aprire le porte del proprio ristorante –coordinato dagli chef Piero Ferrara e Giovanni Palasciano – anche agli esterni.

Toni terrosi e nuance chiare per il rivestimento delle pareti, gli archi e le volte a botte delle aree comuni: queste superfici sono state trattate con le finiture naturali HD Surface. È stata applicata la collezione Argille, un rivestimento spatolato composto da una miscela di argilla, fibra cellulosa vegetale, calce naturale, polveri micronizzate di marmo, terre colorate e ossidi. La superficie che si ottiene è irregolare, granulosa e comunque vellutata al tatto. La scelta di applicare tonalità neutre e la loro resa materica partecipa alla definizione di ambienti accoglienti e di un’atmosfera rilassata. La scelta dei materiali per le superfici, così come il progetto del bancone bar e dell’illuminazione, è di Gabriele Giliberti e Angelica Picoco.
Preservare la biodiversità

Essere circondati da circa ottanta ettari di terreno, di cui circa 25 parte dell’area naturale protetta del Parco delle Dune Costiere, è un plus importante sia a livello paesaggistico che come “orizzonte visivo” per gli ospiti, che potranno esplorare l’azienda agricola dove vengono prodotti olio extravergine di oliva, marmellate, confetture, conserve, oltre a una linea di cosmetici e una ricchissima varietà di ortaggi e frutta. Si presenta infatti così l’azienda agricola: “per preservare la nostra biodiversità, si coltivano antiche varietà che hanno rischiato l’estinzione, come il mandarino ‘Profumato di Monopoli’, il pomodoro ‘della regina’ e, nei terreni siti nel Parco delle Dune Costiere, si coltiva grano duro biologico di antiche varietà, con eccellenti caratteristiche nutrizionali e dal gusto unico e autentico”.
Chiara de Miccolis Angelini rimane fedele alla lunga strada percorsa della società e all’identità storica di Masseria Salamina: “Siamo un agriturismo, non un 5 stelle, e vogliamo mantenere l’autenticità anche nell’accoglienza, che è gestita direttamente da me, mio fratello e mia cognata, accompagnati da uno staff di circa cinquanta collaboratori”.





