Vacanze di Natale in famiglia con cane: le regole per essere una struttura dog friendly

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Tra i tanti effetti a lungo termine della pandemia ce n’è uno positivo che ha impattato sulla vita quotidiana di tante famiglie italiane: l’arrivo in casa di un cane. E se, in quel periodo, i nuovi arrivati erano soprattutto i compagni di passeggiate brevi e veloci nei dintorni della propria abitazione, oggi quei cuccioli sono diventati grandi e, insieme ai loro padroni, hanno cominciato a fare cose ‘da grandi’. Per esempio, e soprattutto in questo periodo, viaggiare.
Ma quanto è soddisfacente oggi la proposta di hotel per questo target? Cosa serve davvero per definirsi una struttura dog friendly? E – ultimo non ultimo – quanto conviene aggiornare la propria formula ricettiva per accogliere questo tipo di ospiti?

Amici dei cani (per davvero!)
A spiegare di cosa parliamo quando parliamo di ospitalità per i cani è l’imprenditrice cinofila romana Elisa Guidarelli: “Accogliere gli animali significa fornire un servizio efficace attraverso protocolli di accoglienza operativi, formazione del personale, strategie di retention, fidelizzazione e interventi strutturali su misura. Ma non è finita qui, occorre prevedere servizi ad hoc per gli animali come l’assistenza veterinaria, il servizio dog sitter, menù specifici per cani, un welcome kit, la presenza di educatori e animatori cinofili per l’intrattenimento dei cani mentre i padroni sono fuori, ma è anche necessario studiare un’accoglienza che garantisca una vacanza perfetta a tutti i clienti, anche coloro che non sono accompagnati dal loro amico a 4 zampe”.

I numeri dell’accoglienza dog friendly
Dog-In Dog-Out, azienda specializzata in consulenze e servizi per le strutture ricettive che vogliono diventare realmente dog friendly, ha stilato un report per suggerire alle strutture ricettive le modalità per migliorare la propria offerta in questa direzione e i vantaggi di questa operazione in termini di redditività.
Secondo i dati del Rapporto Annuale 2022 della Federazione Europea del Pet Food, in Italia quasi 9 milioni di cani vivono in casa, in compagnia di 1, 2 o più persone. Secondo i dati, il 50% di queste famiglie tende a muoversi con il proprio cane: si tratta quindi di 4,5 milioni di nuclei familiari che, tendenzialmente, viaggiano in automobile e tendono a non spostarsi troppo lontano per le vacanze, quindi spesso restano in Italia.

Cosa cerca l’ospite, cosa deve proporre l’hotel
E oggi, queste centinaia di migliaia di famiglie con cane al seguito che cercano una struttura in cui trascorrere le loro vacanze, cosa trovano?
Nonostante il crescente interesse degli albergatori, ad oggi l’offerta turistica italiana per i viaggiatori con cani è ancora numericamente limitata. Inoltre anche quando si trova la struttura dog friendly, spesso i clienti restano delusi perché non trovano tutto ciò di cui avrebbero bisogno. Dog-In Dog-Out puntualizza gli aspetti da prendere in considerazione, da quelli più visibili a quelli meno evidenti. Perché, per esempio, un albergo davvero dog-friendly deve essere preparato all’accoglienza di persone con problematiche che hanno cani da assistenza, come cani guida, cani da allerta diabete e cani da supporto emotivo. Nel caso di quelli guida o da allerta diabete, il cane porta con sé un pettorale che lo identifica come cane da lavoro, ma nel caso di cani per supporto emotivo questi non vengono segnalati come animali che svolgono un servizio di assistenza e, in questi casi, c’è uno specifico protocollo da seguire.
Le strutture dog friendly dovrebbero essere pronte anche a offrire ai propri clienti servizi di assistenza veterinaria per il proprio animale: spesso questo accade attraverso convenzioni con veterinari locali anche per riuscire a contenere i costi ed evitare speculazioni, che nel periodo di vacanza possono essere molto frequenti.
Anche per quanto riguarda igiene e sicurezza ci sono indicazioni precise per gli accorgimenti da prendere nelle camere, i protocolli di sicurezza, di lavorazione, di pulizia, di accoglienza da applicare. E un altro capitolo è rappresentato dalle procedure per i servizi di ristorazione: ad esempio, il personale dovrebbe essere formato per gestire il setting dei tavoli e, qualora ci fossero più cani nella stessa stanza, bisognerebbe valutare come disporre i tavoli per non farli avvicinare troppo.
Il potenziale c’è, è grande e interessante. Serve l’impegno a valutare se e come la trasformazione in hotel dog friendly può trasformarsi in un vero vantaggio competitivo. Visti i numeri, visto il contesto, potrebbe essere un investimento significativo in termini di business.

Vacanze di Natale in famiglia con cane: le regole per essere una struttura dog friendly - Ultima modifica: 2023-12-20T10:48:12+01:00 da Redazione

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