Claudio Meli, The Place Firenze: l’eccellenza in hotel passa anche dalla tecnologia

Claudio Meli, General Manager The Place Firenze

Anche quest’anno Virtuoso si prepara per la 35ª edizione della Virtuoso Travel Week, un evento dedicato a premiare persone ed enti che si sono particolarmente distinti nel settore dei viaggi nel corso dell’ultimo anno, con professionisti provenienti da oltre 50 paesi.
Tra i prestigiosi riconoscimenti, il premio Hotelier of the Year viene assegnato ad un direttore d’albergo che ha dimostrato grande esperienza, passione incessante per il settore e uno sguardo lungimirante al futuro del turismo.
 
Una nomination davvero importante, quella ad albergatore dell’anno, che con grande merito ha ricevuto Claudio Meli, eletto unico candidato italiano tra i General Manager di tutto il mondo che concorrono come Hotelier of the Year 2023.
 
Claudio Meli è da oltre 20 anni alla guida di THE PLACE Firenze, iconico membro di Leading Hotels of The World, premiato nel 2019 da Travel + Leisure US come Miglior Hotel in Europa e nel 2020 da Condé Nast Traveler tra i The Best Hotels in the world. L’elegante casa fiorentina da anni si affida a Blastness come partner tecnologico specializzato nello sviluppo dei canali digitali per l’incremento delle vendite dirette e l’ottimizzazione del revenue.
 
Quali pensa siano i fattori che hanno inciso maggiormente sulla sua nomination?
Sicuramente un evento molto speciale per la mia carriera, iniziata 30 anni fa come Concierge e un amore genuino per la mia città, Firenze, alla guida di THE PLACE Firenze da un ventennio. Ancora oggi penso a tutti i risultati incredibili e riconoscimenti davvero eccezionali ricevuti a livello internazionale, in qualità di direttore di questa piccola ma quanto speciale Casa di sole 20 camere nel cuore di Firenze. Credo che proprio il mio approccio così appassionato nel fare un’ospitalità sartoriale, fuori dagli schemi delle grandi catene, fuori da standard che spesso rendono il nostro meraviglioso lavoro qualcosa di irrealmente meccanico, che non si addice invece a ciò che dovrebbe essere permeato da una genuina umanità.
 
Qual è il valore aggiunto di una struttura di piccole dimensioni come la sua?
Il segreto del successo di una Casa come THE PLACE sta proprio nell’approccio molto umano verso l’ospitalità 5 stelle, in modo naturale e fuori dai clichè alberghieri. Un esempio su tanti che fanno parte dei nostri brand pillars: non facciamo mai un check in ai nostri Ospiti (che non chiamiamo clienti, perché qui sono davvero Ospiti), il check in è un termine che va lasciato agli aeroporti, quando si fa il check in del bagaglio, ma qui accogliamo persone, per cui diamo loro un welcome come faremmo accogliendo nostri amici o parenti nella nostra Casa privata, offriamo loro qualcosa da bere, li mettiamo a loro agio, ci sediamo con loro ed iniziamo a conoscerli. Sempre in maniera non standardizzata e capendo le esigenze degli individui che abbiamo di fronte. È bellissimo vedere come dopo solo mezz’ora dal loro arrivo a THE PLACE chiamino il team per nome e si sentano già come repeat Guests.

Come impattano le nuove tecnologie nella gestione di un boutique hotel indipendente?
La tecnologia è sempre importante, impatta sicuramente nella gestione anche di una piccola struttura. Ad esempio, nella nostra recente ristrutturazione, abbiamo investito fortemente in domotica, con un marchio d’eccellenza soprattutto nel mercato del private living, vista la nostra natura di Casa. Semplicità di utilizzo per l’Ospite che ha permesso maggiore comfort e grande risparmio energetico, entrambi valori a noi molto cari.
 
In un mercato sempre più digitale, quali sono le nuove opportunità?
Amo il digitale ma sono anche fortemente votato verso legato a una valorizzazione del cartaceo, dell’old school. Sicuramente il digitale ci aiuta ad alleggerire diversi lavori che prima richiedevano molto investimento di tempo per il team e che adesso, grazie all’aiuto dei software, si può ancor più dedicare al rapporto umano con gli Ospiti. Da anni collaboro con Blastness, ci ho creduto dagli albori della sua nascita ed oggi sono orgoglioso dei risultati che riusciamo ad ottenere utilizzando le loro tecnologie e affidandoci all’esperienza e know how del team. Stiamo ottimizzando con loro il modo di vendere THE PLACE, con particolare attenzione alla valorizzazione e crescita del canale ufficiale.
 
Quali sono per lei le prospettive e le strategie di sviluppo del turismo italiano?
Le prospettive sono sicuramente buone ma vedo sempre più un dilagare di brand stranieri globalizzare l’offerta dell’alta hotellerie nel nostro Paese a discapito delle realtà family owned come la nostra. L’ospitalità italiana è un’eccellenza nel panorama internazionale ma dobbiamo cercare di evitare ciò che anni fa è accaduto nel mondo della moda, dove quasi tutti i brand più blasonati ormai appartengono solo ai soliti grandi gruppi internazionali. Lo sviluppo del turismo in Italia dovrebbe cercare di andare oltre la comunicazione che per anni abbiamo fatto di questo Paese, come da tempo cerco di fare quando parlo della mia adorata Firenze. Non possiamo solo continuare a parlare di Rinascimento, del Ponte Vecchio e degli Uffizi, del David di Michelangelo, dobbiamo andare oltre. Fortunatamente abbiamo tutto questo, ma vogliamo portare le persone a scoprire il nostro lifestyle, i nostri meravigliosi artigiani, tutto quel Made in Florence che ci ha reso famosi a livello mondiale. Abbiamo creato con la famiglia proprietaria di THE PLACE, la famiglia Babini, una Fondazione chiamata THE PLACE OF WONDERS. Portiamo i nostri Ospiti, ma anche chi non alloggia da noi e magari ha una villa nei dintorni di Firenze, a visitare 6 Wonders che abbiamo selezionato: un artigiano del cashmere, uno della scagliola, una moleria del vetro, un’eccellenza della porcellana, luoghi normalmente chiusi al pubblico. Gli ospiti, così, possono capire il valore del “fatto a mano e su misura” e spieghiamo come questo human heritage sia in grande pericolo, poiché non c’è ricambio generazionale. Chiediamo una donazione che viene totalmente devoluta dalla Fondazione verso un progetto di schoolarship con la scuola LAO, Le Arti Orafe, con borse di studio di tre anni per formare giovani fiorentini come artigiani del futuro.

Claudio Meli, The Place Firenze: l’eccellenza in hotel passa anche dalla tecnologia - Ultima modifica: 2023-07-13T09:36:29+02:00 da Redazione