Virtuoso, un fiorentino sul tetto del mondo: intervista all’Hotelier of the Year Claudio Meli

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C’è un fiorentino sul tetto del mondo dell’ospitalità di lusso. E’ Claudio Meli, general manager del THE PLACE Firenze che poche settimane fa è stato incoronato Hotelier of the Year da Virtuoso durante la serata di chiusura della 37ª edizione della Virtuoso Travel Week a Las Vegas.

Un riconoscimento importante – quello assegnato dal network internazionale – che resta così in Italia e che ha premiato per il 2025 l’eccellenza del professionista fiorentino classe 1973, alla guida della perla da 20 camere di The Hospitality Experience, collezione di hotel e resort della famiglia Babini.

Meli, qual è la prima qualità che si riconosce e che ha fatto la differenza per vedersi assegnato il premio?
Sicuramente la coerenza e la perseveranza nel credere in un’ospitalità fatta su misura e sartoriale, oltre che l’amore per la mia “beloved Florence”, ormai mio hashtag riconosciuto a livello internazionale.

Virtuoso premia spesso hotelier italiani. Perché, a suo giudizio?
Perché abbiamo l’ospitalità nel sangue, con una passione e una naturalezza che difficilmente si trova in altri Paesi.

I tre tratti cardine della formula di ospitalità del THE PLACE.
In primo luogo, l’essere volutamente un non-hotel lontano dai cliché dei grandi hotel, ma con un servizio di alto livello, fatto con passione genuina e non seguendo degli standard stereotipati. C’è poi l’amore sincero per Firenze, che parte dal sottoscritto ma che viene emanato dall’intero team.

Il terzo elemento?
Saper far sentire gli ospiti come accolti da amici, abbattendo tutte quelle denominazioni tipiche del linguaggio degli hotel 5 stelle che purtroppo impongono anche all’ospite tutta una serie di regole e orari che non si addicono ad un’ospitalità di alto livello. Faccio un esempio: in vent’anni, non abbiamo mai fatto un check-in. Quello lo lasciamo agli aeroporti, per registrare i bagagli. Al THE PLACE gli ospiti sono accolti con un benvenuto genuino e con un welcome drink, ci sediamo con loro e iniziamo quella magica interazione che sta alla base dell’ospitalità.

Firenze 2025: un primo bilancio della stagione e il suo punto di vista sulle notizie del “crollo” di presenze negli hotel.
Sicuramente in città, ora e soprattutto a luglio, sono arrivati meno americani degli scorsi anni. Lo sapevamo, non possiamo stupirci, dopo anni di revenge travel post covid. Al THE PLACE i numeri degli ospiti americani sono invece in linea con il 2024. I grand hotel hanno avuto a luglio un crollo del 20-30% rispetto all’anno scorso, noi siamo praticamente in linea. L’apertura di così tante camere nel segmento 5 stelle ha sicuramente generato questa flessione: credo che oggi più che mai risulti vincente un progetto come THE PLACE che valorizza l’aspetto umano e il “sense of place”.

Firenze domani: la ricetta di un fiorentino doc per un turismo redditizio ma che non rubi l’anima alla città.
Con la nostra fondazione per gli artigiani The Place of Wonders, nata tre anni fa dalla volontà mia e della famiglia Babini, che ha creduto e sovvenzionato questo meraviglioso progetto che sta facendo da volano per contribuire alla generazione di nuove leve di artigiani a Firenze, a Venezia e in Umbria, abbiamo dato valore alla destinazione.

Qual è la chiave di volta?
Sono più d’una. Valorizzare le tradizioni, rendere una destinazione speciale senza utilizzare quei cliché ormai iper-sfruttati che purtroppo richiamano un turismo di massa che non riesce a scendere nella profondità del vero florentine lifestyle che ha reso mitica la nostra città nei secoli. E ancora, attirare visitatori fuori dai canonici mesi di alta stagione, organizzando manifestazioni nelle “shoulder season”, potrebbe contribuire a far capire che Firenze è magica tutto l’anno.

Invece?
Invece ci ritroviamo con mesi come giugno con fin troppe manifestazioni e altri – come dicembre – in cui non accade pressoché niente. L’obiettivo è costruire esperienze autentiche e distribuite lungo l’anno, che restituiscano a Firenze il respiro della sua vera identità culturale e permettano ai visitatori di viverla con la stessa intensità in ogni stagione.

Virtuoso, un fiorentino sul tetto del mondo: intervista all’Hotelier of the Year Claudio Meli - Ultima modifica: 2025-09-10T08:03:00+02:00 da Gianluca Miserendino

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