21 House of Stories Navigli, spazi ibridi e conviviali per sentirsi a casa

È un racconto coinvolgente quello offerto dal 21 House of Stories sui Navigli, a Milano. Un racconto che prende spunto dalla tradizione per evolversi e offrire una proposta di accoglienza non convenzionale
È un racconto coinvolgente quello offerto dal 21 House of Stories sui Navigli, a Milano. Un racconto che prende spunto dalla tradizione per evolversi e offrire una proposta di accoglienza non convenzionale

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Nicola Accurso, manager director dell’hotel

Il progetto di ospitalità ibrida ideato da Alessandro e Mauro Benetton, 21 House of Stories, già presente a Milano in zona Città Studi, è sbarcato anche sui Navigli. La struttura, a pochi passi dalla Darsena, ha aperto al pubblico in un palazzo originariamente adibito a uffici, oggi completamente ristrutturato sulle basi del concept del brand. Avvicinandosi all’ingresso, dal marciapiede lungo il Naviglio Pavese, si viene accolti da un abbraccio verde costituito da piante disposte ad altezze diverse che emanano, da subito, un piacevole senso di benessere. “L’incontro con il verde e con il legno non è casuale – spiega il manager director Nicola Accurso – anzi, è un fil rouge che dalla reception accompagna i visitatori nella corte interna, fino alle terrazze dei piani più alti per offrire un continuo, ma discreto, senso di home feeling”.

Eleganza conviviale e versatilità sono le caratteristiche principali degli interni del 21 House of Stories Navigli che al piano rialzato dimostrano il massimo potenziale. Tutt’intorno alla reception, infatti, si sviluppano zone living da utilizzare secondo le esigenze del momento: sulla destra oltre a grandi tavoli, sedie e sgabelli, morbide sedute imbottite sono disposte a tribuna su gradini, così da poter essere anche adibite a posti a sedere per un eventuale presentazione.

Sempre a destra dell’ingresso, si trova il ristorante Domenica “ispirato al tradizionale momento del pranzo domenicale in famiglia, ma, anche in questo caso, interpretato con un approccio contemporaneo. Il menù, studiato dai due giovani chef Diego Pioli e Alessio Roberto Albiero, è totalmente italiano, dalla significativa impronta lombarda”. La zona a sinistra della reception, chiamato Social Space, è il fulcro dell’offerta polifunzionale dell’hotel: gli arredi sono iper flessibili, perfettamente attrezzati per spazi coworking singoli o di gruppo, come per ospitare conferenze e talk. “Sia qui nelle zone comuni che in alcune stanze, la disposizione e il tipo di arredo possono cambiare completamente in base alle necessità; – insiste il manager director – abbiamo un ampio magazzino al quale attingere per customizzare gli spazi”.

La culla dei nomadi digitali

Il cliente tipo di 21 House of Stories è poco tradizionale, anche nel caso di organizzazione di eventi professionali, e si distingue perché le sue giornate non sono così chiaramente scandite dal tempo dedicato al lavoro e quello dedicato al relax, anzi, i due momenti spesso fluiscono l’uno nell’altro. È per questo che gli spazi destinati al coworking qui vengono definiti “spazi di co(z)working”, così da sottolineare quel diffuso senso di casa, di informalità e di piacevolezza. Tra le esperienze proposte, oltre alla possibilità di lavorare in tutte le declinazioni possibili, ci sono gli eventi. Eventi nel senso classico, ovvero c’è la possibilità di affittare spazi di dimensioni e forme diverse per organizzare riunioni, feste, laboratori, talk, ma c’è anche una programmazione di eventi proposti e prodotti dall’hotel.

Nel rispetto e dialogo costanti con il quartiere, infatti, 21 House of Stories propone una serie di eventi a tema musicale, riportando alla luce gli anni degli storici locali sui Navigli che proponevano ogni sera musica dal vivo. Sono previsti, inoltre, appuntamenti con organizzazioni No Profit diretti alla comunità locale. Ancora a disposizione di un pubblico misto, interno ed esterno all’hotel, lo spazio (un)Kitchen, una sala riunioni al piano -1 arredata con una cucina professionale a vista che amplia l’offerta di una proposta di solito esclusivamente destinata al lavoro. Proseguendo verso i piani superiori, la versatilità e la multifunzionalità caratteristiche degli spazi comuni non si perdono. Alcune camere, infatti, sono organizzate per poter svolgere compiti diversi: alcune junior suite e la suite, per esempio, sono dotate di letti ribaltabili che scompaiono in occasione di eventi privati offrendo ampi spazi giorno.

Camere come archetipi

Nel solco del racconto del brand, le quattro tipologie di camera proposte si distinguono dalla consueta classificazione (standard, superior, ecc.) e si sviluppano secondo i quattro archetipi della narrazione, in base all’esperienza che offrono.

Dalle stanze Creator, di dimensioni contenute, con ampie pareti attrezzate, si passa alla categoria Wizard, dove si respira la magia del Naviglio grazie agli affacci e quella del bosco data dalla boiserie in legno decorata a tema. Le camere Outlaw, davvero fuori dagli schemi, propongono la zona notte con un letto soppalcato e, sotto, un importante angolo lavoro e conversazione, oltre all’armadio attrezzato per il fitness. Le junior suite Hero, dalle dimensioni generose, si definiscono con una zona relax separata dalla notte e con un terrazzo affacciato sul Naviglio. Infine, la suite Super Hero offre un ambiente liberamente attrezzabile di 70 mq con una terrazza di 100 mq.

Open Air su più livelli

La proposta di spazi ibridi, anche aperti alla città, prosegue dall’interno verso i 1.000 mq di spazi esterni. Al piano terra, la corte è arredata con mobili outdoor, colorati e informali, e illuminata da catenarie di luci che ricordano le sagre estive di paese: qui ci si può allungare dalle zone coworking o anche decidere di consumare la colazione. Una terrazza segreta, al quinto piano, è disponibile solo su prenotazione, mentre al settimo e ottavo piano sono collocati I Mirador, un locale su due livelli dedicato alla clientela dell’hotel fino alle 19 e poi aperto al pubblico, grazie a un’entrata indipendente da via Bettinelli.

La posizione delle due terrazze di Mirador è spettacolare, via via, salendo la scala che le collega, si svela sempre più nitido lo skyline di Milano fino a una visione panoramica unica che permette di far volare lo sguardo dalle guglie del Duomo allo stadio di San Siro. I Mirador propongono al settimo piano una piscina, comode sedute, sgabelli e piani snack rivestiti con ceramiche di Caltagirone: l’offerta del bar ha una vocazione mixology curata da Franco Ponti, mentre all’ottavo piano l’atmosfera si fa più intima grazie ai tavolini e ai divanetti distribuiti intorno allo scenografico bancone. Qui la proposta è più dining, caratterizzata da una cucina raffinata a base di pesce e una curata selezione di vini.

21 House of Stories Navigli, spazi ibridi e conviviali per sentirsi a casa - Ultima modifica: 2024-02-21T10:01:09+01:00 da Elena Cattaneo

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HD – Single Template - Ultima modifica: 2021-09-24T15:19:00+02:00 da Redazione Digital Farm
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