Aica e Federterme contro il Dpcm: alberghi e terme sono luoghi sicuri

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Le restrizioni imposte nel periodo natalizio “colpiscono il settore alberghiero e termale e la dignità stessa degli imprenditori”. È questa la reazione di Confindustria Alberghi e Federterme già ai primi rumors che ipotizzavano il blocco degli spostamenti dal 21 dicembre al 6 gennaio, poi confermato nel cosiddetto Dpcm Natale.
Le associazioni in un comunicato congiunto denunciano un trattamento iniquo nei confronti di un settore già molto provato e che in questi mesi ha operato con grande impegno, investimenti e senso di responsabilità sul fronte della lotta alla pandemia per offrire ai propri ospiti un soggiorno sicuro nel pieno rispetto delle norme previste e di rigidi protocolli anti covid.

Un impegno riconosciuto e provato da un numero di contagi nelle strutture alberghiere e termali pressoché inesistente, sottolineano Aica e Federterme. “Per questa ragione, riteniamo ci siano ancora gli spazi per evitare nuove misure che colpiscono e penalizzano tutti in modo indiscriminato e pensare invece ad un sistema di ‘corridoi sicuri’ per raggiungere le strutture (ad es. possibilità di spostarsi con prenotazione confermata), regole chiare sui territori, tutti elementi che possano rendere luoghi fruibili in sicurezza, come già oggi”.

“Dopo 10 mesi di gravissima crisi – aggiungono le due associazioni – nei quali l’industria alberghiera e termale è stata di fatto lasciata sola a combattere per la sopravvivenza delle proprie imprese e dei posti di lavoro degli oltre 250.000 lavoratori impiegati nel settore – le misure di questo Dpcm appaiono davvero irrispettose ed insostenibili e ci fanno dire ancora una volta no a quella demonizzazione del settore che siamo francamente stanchi di sentire”.

Pasti in camera a Capodanno

E’ la goccia che fa traboccare il vaso, secondo le associazioni. “L’obbligo di servire i pasti in camera la sera di capodanno – si legge nel comunicato –, peraltro quando già si è previsto il divieto di spostamento tra regioni e comuni, è una misura che offende tutti gli operatori che stanno lavorando con grande capacità, sacrificio e senso di responsabilità”.

“Tutto questo – aggiungono – quando a fronte di una perdita di fatturato per il settore alberghiero e termale che a fine anno sarà stata di oltre l’80%, sono stati disposti aiuti che potranno coprirne meno del 10% e ancora in queste ore i comuni stanno chiedendo di pagare la Tari, e da mesi siamo in attesa di capire come sarà risolto il problema del tetto agli aiuti di Stato”.

“Nello stesso momento – concludono Aica e Federterme – i settori analoghi negli altri paesi europei hanno già ricevuto aiuti in forma di liquidità che sono arrivati a coprire anche il 70% delle perdite. Un vulnus questo che il settore rischia di portarsi sulle spalle anche nei prossimi anni, quando alla ripresa del settore l’industria alberghiera italiana dovrà tornare a competere sui mercati internazionali”.

 

 

Aica e Federterme contro il Dpcm: alberghi e terme sono luoghi sicuri
- Ultima modifica: 2020-12-03T17:45:11+01:00
da Redazione

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