Relegance Collection, benvenuti a casa di Antonio Onorato

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Il mondo dell’ospitalità è fatto di grandi vocazioni. Ma ciascuna con un suo tempo: alcune vengono coltivate fin dalla più tenera età, fino a diventare mestiere. Altre arrivano poi. Ad esempio, il ragazzino che era Antonio Onorato preferiva immaginarsi nel grande mondo della finanza, tra business e bilanci, piuttosto che tra lounge e sale colazioni. Ma come sempre, una passione trova la via per diventare vera. È così che oggi Onorato guida la sua Relegance Collection, catena di luxury boutique hotel che si muove tra Venezia e Cortina, con l’obiettivo di renderle compiutamente “casa” per chiunque arrivi. E senza alcuna intenzione di fermarsi lì. In fondo, come nell’economia, anche in hotel il segreto sta nel saper mescolare numeri, valori ed empatia.

Il mondo dell’ospitalità è arrivato dopo molti anni passati a fare altro.
Sì, il mio percorso professionale ha preso forma nel mondo della finanza, settore che mi affascinava fin da piccolo. E la mia carriera – fatta di banche, società immobiliari, multinazionali e grande industria – mi ha dato l’opportunità di guardare all’hôtellerie da tutte le angolazioni possibili: la costruzione, lo sviluppo, la gestione societaria, il concept. Quando si è presentata l’occasione di lavorare per un triennio per NH Hotels, mi sono innamorato di questo settore e ho deciso di dedicare ad esso il mio tempo e le mie risorse. Ne ho compreso il grande potenziale in termini di creazione di valore sul territorio e di impatto sull’occupazione di qualità. Ma tra il fare alberghi e il fare l’albergatore c’è molta differenza, l’ho capito subito. Specie se si opera nel segmento lusso, che ha logiche di mercato completamente diverse dagli altri.

E oggi, a distanza di qualche anno, c’è chi la definisce come “il Signore dei luxury boutique hotel”.
Mi lusinga, ma è un’esagerazione. Di questo modello di ospitalità mi piace la personalizzazione. Non è tanto la dimensione a contare, ma l’approccio, che nella mia idea è quello di accogliere e dare attenzione all’ospite in ogni sfumatura del suo soggiorno, in modo sartoriale. Idealmente, con una persona dello staff dedicata per ciascun cliente: ma in Italia non si può fare. Però si possono comunque soddisfare le esigenze della clientela più sofisticata, che percepisce questa atmosfera, per così dire, casalinga. E la premia. Perché l’albergo questo è: un luogo dove vengono accolti temporaneamente degli ospiti, che devono sentirsi come a casa loro. I grandi alberghi mantengono inalterato il loro fascino perché sono in grado di offrire una gamma di servizi molto ampia, ma con le catene internazionali si sono appiattiti su una standardizzazione che, per quanto di valore, toglie unicità all’esperienza. Inevitabile, con il turismo di massa. Ma io continuo a puntare su un altro modo di fare ospitalità.

Da qui la sua mission, partita da Palazzina Grassi a Venezia.
Il mio obiettivo era, ed è, quello di creare una collezione di hotel di piccola e media dimensione, in grado di restituire l’atmosfera degli alberghi familiari di una volta. Non che oggi non ce ne siano, anzi: ci sono famiglie molto importanti che continuano a mantenere la proprietà e la gestione del proprio hotel. Ma è indubbio che in altri casi qualcosa, nei passaggi generazionali, sia andato perduto. Voglio ricreare quello spirito, sapendo bene che il primo requisito è investire nella formazione del personale: il nostro general manager non è mai semplicemente il direttore, ma è il padrone di casa. Il mio processo di deleghe è molto ampio e presuppone l’individuazione di figure professionali di livello, che siano in grado di gestire autonomamente una struttura, come se fosse casa loro. 

In hotel come a casa. Cos’altro caratterizza Relegance?
Vogliamo regalare ai nostri clienti un’esperienza autentica, dentro le mura dell’hotel ma anche fuori da esse. Il numero di repeaters che abbiamo ci conforta in questo senso. Ci piace far star bene gli ospiti con tutti i servizi tipici degli alberghi, ma con dei plus legati alla città e al divertimento. Già oggi Palazzina Grassi, con le sue serate-evento esclusive, è un punto di riferimento che si apre su Venezia, quando ospita i suoi grandi appuntamenti internazionali: Mostra del Cinema, Biennale, Carnevale… Ma l’esperienza continua anche fuori, tra le calli e i ponti: offriamo escursioni di alto livello ma anche visite a musei, gallerie d’arte, negozi. E in tal senso adesso è arrivata anche Punta Conterie, a Murano.

Che non è un hotel. Come lo descriverebbe?
È uno spazio polifunzionale fatto di arte, food, negozi di grandi brand… L’obiettivo è quello di offrire un’esperienza al cliente di Palazzina Grassi, fuori dall’hotel, mantenendo una coerenza in termini di posizionamento e di proposta in un luogo come Murano che, a mio avviso, ha un ampio margine di crescita per andare al di là del vetro. La nostra ambizione nel breve termine è quella di creare per gli ospiti un’esperienza a tutto tondo che metta insieme Venezia e Cortina, dove abbiamo il secondo dei nostri hotel, il Rosapetra Spa Resort.

Ecco, Cortina. Che succede in città?
Per Cortina è un momento storico importantissimo, dopo essersi impigrita per troppi anni sugli allori di prima, vera destinazione montana di un certo livello. Dopo i decenni da regina delle Dolomiti, frequentata dal jet set, aveva iniziato una fase discendente che l’aveva portata ai margini della nuova offerta internazionale che nel frattempo era sorta, diventando oggetto di speculazioni immobiliari e destinazione da seconde case, con gli alberghi in un ruolo marginale. Oggi, grazie all’Olimpiade, l’hotel è tornato centrale per investitori e operatori internazionali: non possiamo permetterci di sprecare questa occasione per riportare Cortina all’altissimo livello che merita.

E come?
Facendo squadra, anche tra albergatori, per promuoverla e restituirle il suo ruolo nell’olimpo delle destinazioni mondiali, alpine e non. Bisogna alzare il livello, non solo nel segmento lusso ma anche nei 4 e nei 3 stelle, come nei servizi, nei trasporti e nei collegamenti. Abbiamo tre anni per presentare la città al mondo in grande spolvero: in palio c’è una seconda età dell’oro.

Sappiamo di trattative in corso per un terzo hotel, di nuovo a Venezia. Poi dove le piacerebbe sbarcare con Relegance?
Puntiamo molto sulla Costiera Amalfitana, anche per la convergenza sullo stesso mercato di riferimento, quello nordamericano. Ci aiuterebbe nell’obiettivo di creare un micro-circuito di eccellenze italiane firmato Relegance. E poi c’è Roma, che sta vivendo un suo rinascimento alberghiero e sulla quale vorremmo portare la nostra proposta. Ma il cuore resta a Venezia.

Qual è il modo più giusto per tutelarla?
Proteggerne la delicatezza. Ci deve essere un maggior controllo sui flussi, specie in altissima stagione, perché non possiamo più permetterci l’overtourism, che penalizza chi in città ci vive, chi ci opera e chi la visita. Va incentivato il turismo stanziale, a svantaggio del mordi e fuggi. Servono almeno tre notti, per vivere veramente Venezia, nel suo centro storico ma anche in tutta la parte di terraferma. L’offerta alberghiera è molto variegata e può soddisfare le esigenze di tutte le tasche. Si tratta di tutelarla, e in questo anche noi albergatori abbiamo un preciso dovere verso questo patrimonio dell’umanità.

Quanto tempo passa in hotel? 
Sono presente tutti i giorni. Ultimamente più a Cortina, per ragioni di organizzazione interna e per lavorare sul fare squadra con gli altri operatori. Venezia è già rodata e necessita meno della mia presenza quotidiana.

Nella scelta del personale che criteri vi guidano?
A seconda delle mansioni e dei livelli, abbiamo diverse tipologie di approccio. In alcune posizioni preferiamo persone non troppo formate, per prepararle dando loro un indirizzo con il nostro stile di ospitalità. Nei ruoli manageriali, come quello del general manager di Palazzina Grassi, Filippo Lunardi, il fatto di avere una formazione, scolastica e sul campo, nel settore luxury ha inciso moltissimo. L’ho scelto con Giorgia Zuin, che l’aveva preceduto nel ruolo e che oggi è il direttore generale di Relegance. 

Cosa le piace fare nel suo tempo libero?
Mi piace molto stare in compagnia degli amici. Ma ancor più, la mia grande passione è il lavoro. Questo mestiere me lo sono scelto e costruito negli anni, dal momento che non l’ho ereditato da mio padre o da mio nonno. Considero un grande privilegio amare ciò che si fa.

Carta di identità
Classe ’72, Antonio Onorato è un imprenditore di origini veneziane. Negli anni è stato AD di diverse importanti società operanti in Italia e all’estero e originator-advisor di svariate operazioni di acquisizione nel settore alberghiero di lusso. Dal 2004 al 2006 è stato Presidente e AD di NH Laguna Palace Spa, nel 2010 è stato nominato AD di Ho10 Group, gestendo hotel 5 stelle e organizzando il rilancio della ricettività del Lido di Venezia con la proprietà degli Hotel Excelsior e Des Bains. Nel 2011, in collaborazione con Sin&rgetica di Milano, è Advisor per una cordata volta all’acquisizione della catena Orient Express. Nel 2014 e 2015 è stato Senior Partner di una boutique finanziaria a Londra. Dal 2016, con l’acquisizione di Palazzina Grassi, Onorato intraprende un progetto imprenditoriale personale con il brand Relegance, cui si aggiunge nell’agosto 2022 il Rosapetra Spa Resort di Cortina e che prevede nuove acquisizioni già nel 2023.

Relegance Collection, benvenuti a casa di Antonio Onorato - Ultima modifica: 2023-03-31T11:51:47+02:00 da Gianluca Miserendino

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