Un mito lungo un secolo: a Marrakech i cent’anni di La Mamounia, l’hotel dei giganti della Storia

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Cent’anni di un vero e proprio mito dell’ospitalità mondiale. Li celebra in Marocco La Mamounia, la “Grande Dame” di Marrakech che festeggerà l’importante traguardo il prossimo mese.

Ristrutturata più volte a partire dagli anni ’50, La Mamounia è stata oggetto di un importante rinnovamento dal 2006 al 2009, guidato dall’architetto francese Jacques Garcia. A seguito di un ulteriore, ampio progetto di ristrutturazione guidato dallo Studio Jouin Manku, duo di interior designer di fama internazionale, La Mamounia ha riaperto al pubblico a ottobre 2020 con 135 camere; 71 suite, tra cui sei Signature Suites; tre Riad, ciascuno con tre camere da letto, saloni marocchini e una terrazza privata a cui si aggiunge la piscina.

Le origini di La Mamounia risalgono al XVIII secolo quando il sultano alawita Mohammed Ben Abdallah regalò a suo figlio in dono di nozze un sontuoso frutteto di 13 ettari chiamato “Arset El Mamoun”, da cui prende il nome l’hotel. Il parco, una vera e propria oasi con ulivi secolari, roseti, aranceti e altre tipologie di piante, si trasformò presto in un luogo di svago dove venivano organizzate elegantissimi garden party.

Due secoli dopo, nel 1922, la Moroccan Railway Company decise di costruirvi un hotel, il cui sviluppo fu affidato agli architetti francesi Henri Prost e Antoine Marchisio, che progettarono un edificio capace di fondere l’architettura e l’arredamento della tradizione marocchina con l’Art Déco, dove le tradizionali piastrelle Zellij e gli arazzi berberi si accostano a lussuosi mobili degli anni ’20. Così, nel 1923, nacque ufficialmente La Mamounia.

Originariamente dotata di un centinaio di camere d’albergo, La Mamounia fu in grado di soddisfare sin dall’inizio il desiderio di evasione che i viaggiatori speravano di trovare in questa destinazione, diventando ben presto un rifugio per esteti, accogliendo grandi menti e personaggi famosi, a partire da Winston Churchill, che visitava La Mamounia ogni inverno, al punto che l’hotel gli ha dedicato una delle suite più emblematiche e il bar che egli era solito frequentare.

A partire dagli anni ’50 iniziarono a trascorrervi le vacanze altri politici come Franklin Roosevelt, Charles De Gaulle e Nelson Mandela, nonché attori francesi e l’élite hollywoodiana, compresi Charlie Chaplin, Marcello Mastroianni, Claude Lelouch e Francis Ford Coppola.

Grazie alla sua reputazione e all’ormai affermato prestigio, La Mamounia iniziò ad essere utilizzata come location cinematografica: qui Alfred Hitchcock girò L’uomo che sapeva troppo con Jimmy Stewart e Doris Day, mentre attori come Joan Collins, Tom Cruise, Nicole Kidman, Salma Hayek, Sharon Stone, Gwyneth Paltrow, Juliette Binoche e altri diventarono presto degli habitué.

Negli anni ’70 il jet set bohémien scelse Marrakech come seconda casa e i gruppi rock più iconici dell’epoca non potevano non soggiornare a La Mamounia, riconosciuta come un’oasi di pace capace di dare libero sfogo alla creatività: i Rolling Stones trascorsero qui le loro vacanze nel 1968, mentre Paul McCartney compose qui la canzone Mamunia nel 1973. Oggi gli ospiti sono invitati a sfogliare il Livre d’Or (libro dei visitatori), che contiene i commenti di alcuni ospiti illustri, con una caratteristica in comune: l’amore per La Mamounia e per Marrakech.

Un mito lungo un secolo: a Marrakech i cent’anni di La Mamounia, l’hotel dei giganti della Storia - Ultima modifica: 2023-09-05T08:04:00+02:00 da Redazione

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