Il nuovo Dpcm, che entrerà in vigore a partire da domani 5 novembre, divide l’Italia in tre zone, riducendo quasi a zero la possibilità di viaggiare e di conseguenza agli alberghi l’opportunità di svolgere la propria attività.
Il Centro Studi di Federalberghi stima che da gennaio a ottobre il sistema ricettivo italiano abbia registrato un calo delle presenze di circa il 60%. Alla luce delle nuove restrizioni la situazione è inevitabilmente destinata a peggiorare, sottolinea l’associazione degli albergatori.
“Le strutture ricettive italiane versano in condizioni sempre più gravi – ha dichiarato Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi – e la situazione è purtroppo destinata ad aggravarsi nelle prossime settimane, per effetto delle misure di contenimento che hanno ridotto al lumicino la vita sociale”.
“Gli indennizzi adottati nei giorni scorsi – prosegue Bernabò Bocca – sono apprezzabili ma non sono sufficienti. In attesa della manovra di bilancio, che confidiamo contenga un intervento di più ampio respiro, chiediamo che il contributo a fondo perduto previsto dal decreto ristori – che oggi è rapportato al solo mese di aprile – venga potenziato, elevando il parametro di calcolo ed il tetto per azienda – e venga riferito ad un periodo più ampio, che tenga conto dei danni subiti durante tutta la pandemia”.
Durante il lockdown della scorsa primavera l’Istat aveva rilevato un calo del 91% delle presenze negli esercizi ricettivi: erano state 81 milioni nel trimestre marzo – maggio 2019, quest’anno sono crollate a 7,3 milioni.