Google Hotel Ads: ecco le 15 regole per sfruttarlo al meglio

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Quindici regole per sfruttare al meglio le potenzialità di Google Hotel Ads. Le ha messe in fila Pau Siquier, direttore marketing di Mirai, multinazionale che si occupa di aiutare gli alberghi a massimizzare il rendimento dei canali diretti di prenotazione. Google Hotel Ads è attualmente il metasearch in più rapida crescita, con il 67% di share di mercato nel 2019, e la quota crescerà ancora di più nel 2020, anche rispetto ai tradizionali Google Ads, dal momento che Google offre sempre più visibilità a Hotel Ads nei risultati di ricerca standard.

Secondo Siquier, “Google Hotel Ads è una piattaforma aperta e, con una buona tecnologia e la giusta strategia, può essere un ottimo alleato per competere con le Ota. GHA è molto potente ma anche molto complesso, e la differenza la fanno i dettagli”. Ecco quelli suggeriti dall’esperto spagnolo:

1 – Dare visibilità a tutti i tipi di camere e tariffe, e non solo alle più economiche, poiché “più opzioni vengono mostrate, più aumenterà la possibilità di vendere camere e pacchetti superior, oltre ad occupare più spazio sullo schermo, aumentando il CTR (percentuale di clic)“.

2 – Indicare tutte le possibili combinazioni di pax prenotabili, non limitandosi a mostrare i prezzi per due persone: i numeri di Mirai rivelano che il 29% dei pernottamenti prenotati tramite Google Hotel Ads sono per occupazioni diverse dai due pax, soprattutto per uso singola.

3 – Includere foto delle stanze. Dall’inizio del 2020, Google ha consentito al canale diretto di includere immagini, in modo che le stanze appaiano molto più attraenti per i clienti.

4 – Personalizzare il logo ed i testi in evidenza, che promuovono meglio i motivi per i quali è meglio prenotare direttamente.

5 – Comunicare le caratteristiche delle stanze e le condizioni, perché non è importante solo il prezzo. “Queste informazioni aggiuntive aiutano i clienti a prendere decisioni migliori e a gestire meglio le aspettative, il che si traduce in un traffico più qualificato e quindi in tassi di conversione più elevati. Le condizioni più importanti sono la politica di cancellazione, le tariffe e servizi come Wi-Fi e parcheggio gratuiti”.

6 – Assicurarsi che i prezzi restino invariati quando viene applicato il filtro di cancellazione gratuita, disponibile su Google dall’inizio dell’anno, perché questa opzione è “una necessità per molti viaggiatori. La crisi del COVID-19 ha avuto un forte impatto sulle tariffe non rimborsabili, scese dal 35% nel 2019 a circa il 10% negli ultimi quattro mesi”.

7 – Adattare le informazioni sulle tasse a ciascun punto vendita (POS) di Google. “Negli Stati Uniti sono abituati a mostrare i prezzi senza tasse, mentre in Europa è normale mostrare il prezzo finale con tasse incluse (IVA, imposte, tassa di soggiorno). Se questo passaggio viene fatto male, i prezzi possono sembrare troppo esosi, il che ha un impatto negativo sul CTR, sul rapporto di conversione e, infine, sulle vendite totali”.

8 – Mantenere invariate unità di misura e quote di valuta e tasse nel motore di prenotazione. “Per i viaggiatori internazionali è molto scomodo accedere al sito web di un hotel in cui il motore di prenotazione mostra una valuta e tasse diverse da quelle che avevano visto in precedenza in Hotel Ads. Questa è una delle maggiori sfide che gli albergatori devono affrontare nel loro canale diretto per aumentare il loro tasso di conversione”.

9 – Riservare tariffe speciali per determinati dispositivi di prenotazione e Paesi: “Come parte della strategia per competere con le Ota, l’albergatore potrebbe considerare di offrire prezzi migliori quando si prenota da dispositivi mobili o da alcuni Paesi specifici, ad esempio quelli in cui il marchio dell’hotel non è noto o quelli nei quali le Ota sono molto forti“.

10 – Appoggiarsi a Book on Google (BoG) quando necessario, dal momento che si tratta di “un buon strumento per ottimizzare la conversione nei mercati di origine in cui il marchio è sconosciuto o con linguaggi long tail che l’albergatore non copre nel proprio canale diretto“.

11 – Scegliere il miglior modello di pagamento tra i tre offerti da Google: CPC (costo per clic), commissione per conversione (CPA) e commissione per soggiorno o CPS (Commissione per soggiorno), precedentemente noto come Google Hotel Ads Commission Program (GHACP). “Ogni modello ha i suoi pro e contro, ma l’albergatore deve avere a disposizione tutte e tre le opzioni per utilizzarle o meno, anche combinandole“.

12 – Personalizzare le offerte per il pubblico target per massimizzare il ritorno sull’investimento: “I segmenti di pubblico sono una delle funzioni più avanzate di Google Hotel Ads. Segmentare i clienti consente all’albergatore di fare offerte più aggressive per ottenere utenti altamente qualificati (ad esempio, coloro che hanno già visitato il sito Web) e lasciare che i meno qualificati vadano su altri canali, poiché il loro valore è minore“.

13 – Monitorare le prestazioni con uno strumento appropriato. Aziende come Mirai “offrono il proprio pannello di metasearch per monitorare le prestazioni e segmentare i risultati per dispositivo, mercato e altre variabili; strumenti che sono molto utili e forniscono molta più visibilità e informazioni, oltre a ciò che offre Google Ads. Aiutano anche a comprendere meglio le prestazioni e a prendere decisioni più accurate“.

14 – Mantenere l’integrazione tecnica sempre aggiornata, poiché “Google cerca sempre l’eccellenza”, quindi “non solo ciò che l’utente vede conta, ma anche ciò che c’è dietro. Ecco perché è molto importante curare la solidità dell’integrazione tecnica”.

15 – Personalizzare i tag di tracciamento “utm” per tracciare correttamente tutti i dati in Google Analytics ed essere coerenti con altre sorgenti di traffico.

Google Hotel Ads: ecco le 15 regole per sfruttarlo al meglio
- Ultima modifica: 2020-10-27T08:34:18+01:00
da Redazione

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