Hotel di razza: viaggio nell’ospitalità dog friendly

Un target in piena espansione, che chiede di adeguare l’offerta attenendosi a poche, semplici regole: è quello dei clienti con cani al seguito. Con servizi luxury ad hoc e quattro “comandamenti” per cogliere l’opportunità di diventare una struttura a misura di Fido
Un target in piena espansione, che chiede di adeguare l’offerta attenendosi a poche, semplici regole: è quello dei clienti con cani al seguito. Con servizi luxury ad hoc e quattro “comandamenti” per cogliere l’opportunità di diventare una struttura a misura di Fido

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Belmond Reid’s Palace, Madeira

Ecco un quesito facile facile per gli albergatori: rinuncereste a un target da (almeno) sette milioni di “pax” solo in Italia, che viaggia con famiglia sempre al seguito e per giunta composto da una “clientela” fidelizzata – anzi simbolo stesso della fedeltà – fin dal principio dei tempi?

Se la risposta alla domanda è negativa, allora è davvero il caso di pensare di convertire la propria struttura ad hotel dog friendly. La domanda di alberghi che sappiano tenere insieme le esigenze degli abituali clienti bipedi con quelle dei rispettivi amici a quattro zampe è infatti sempre più forte, anche nel nostro Paese. Di più: come avviene con i bambini, da sempre driver principali della scelta di un soggiorno rispetto ad un altro, oggi anche le necessità dei cuccioli orientano le preferenze vacanziere di famiglie, coppie, single e lavoratori, in numero sempre maggiore. Perché il cane è un amico “trasversale”, capace di valicare i confini dei target tradizionali, e chiede di ripensare gli standard dell’ospitalità secondo regole a misura di pet.

È cane-mania

E se il retailing e il settore dei servizi si sono già adeguati al trend – come ben racconta il fiorire nelle nostre città di centri per la toelettatura, studi veterinari, negozi di cibo & accessori, boutique di abbigliamento pelosetti-only, dog hotel e psicologi canini – anche la travel industry si sta muovendo, tanto che stanno nascendo società e agenzie di viaggi che si occupano esclusivamente di organizzare itinerari e soggiorni con cagnolini al seguito. TripforDog è una di esse, diretta dal ceo Marco Fabris e attiva nella organizzazione di attività, esperienze e vacanze all-inclusive per cani e accompagnatori umani. “Ci capita spesso di offrire consulenze gratuite ai professionisti del settore, e sono molti gli albergatori che ci hanno chiamato per chiedere consigli su come rendere la loro struttura dog friendly”, racconta il fondatore dell’agenzia, che ha tratto l’idea di business dalla sua esperienza personale di “padroncino”.

Belmond: servizi da star, dal massaggio al dog taxi
Uno dei tanti servizi dedicati agli ospiti a quatto zampe al Belmond Hotel Splendido di Portofino

In tema di catene e di città celebri nel mondo, Belmond è in grado di schierare due pesi massimi come Portofino e Venezia: “Sia allo Splendido che al Cipriani è consentito il soggiorno di animali domestici di piccola taglia, che non sono però ammessi nelle aree comuni. I cani devono essere tenuti al guinzaglio all’interno del resort”. A Portofino, in particolare, i servizi offerti ai quattro zampe sono diventati celebri in tutto il mondo dei pets: si va dal servizio ristorante in camera, con menu vegetariano o di carne, al servizio ai piani per accessori e giocattoli. E ancora, services come dog sitter e “taxi canino” per la toelettatura a Chiavari – con tanto di bagno, tosatura e stripping – e addirittura il “massaggio canino” al centro benessere dell’hotel. Dopo il quale, il cane viene coccolato con un accappatoio su misura, diverso per “lui” e per “lei” e personalizzabile con il nome del cucciolo. Infine, c’è la spiaggia, la “Bau Bau” di Santa Margherita ligure. Belmond trova un altro fiore al suo occhiello pet-friendly nel Reid’s Palace, A Belmond Hotel, Madeira, dotato di piscina dedicata, servizio di dog sitter, passeggiate e attività nel parco, toelettatura e fisioterapia.

Le 4 regole fondamentali

E dunque, che fare per diventare degni di ospitare le loro maestà canine? “Le regole fondamentali per una struttura ricettiva che voglia dirsi davvero amica dei cani – spiega Fabris – sono quattro, che poi sono i requisiti minimi che chiediamo alle strutture che lavorano con noi. La prima regola è quella di accettare cani di tutte le taglie, perché per noi un San Bernardo ha gli stessi diritti di un chihuahua: dove entra uno deve poter entrare anche l’altro. In secondo luogo, le strutture devono avere nelle immediate circostanze un veterinario di fiducia, reperibile ad ogni ora del giorno e della notte”. E poi ci sono le esigenze più “terra terra”: “La terza caratteristica che richiediamo agli hotel è quella di mettere a disposizione dei clienti una zona verde sicura, all’interno o in prossimità della struttura stessa, perché la mattina, quando un proprietario di cani si alza, per prima cosa li fa uscire per farli sgambare e per i loro bisogni, ed è importante poterlo fare senza dover percorrere chilometri”. Ultima regola, non meno importante, è quella di “garantire l’accesso del cane al ristorante, perché diventa antipatico lasciarlo in camera per recarsi a colazione, oppure a pranzo. In sostanza, alla base della nostra filosofia c’è il fare le cose insieme, ed escludere il nostro ospite d’onore in un momento così di rito per la famiglia come il pasto non avrebbe alcun senso”.

I servizi ad hoc

E poi ci sono i servizi pensati esplicitamente per i pets. Sono ormai tante le catene e i singoli hotel che si sono attrezzati per offrire piccoli e grandi plus che suonano come coccole per cani e padroni: “C’è chi fornisce le cucce, chi le ciotole – spiega Fabris – anche se in realtà noi padroncini siamo abbastanza abituati a portarcele dietro. Gli snack di benvenuto sono sempre ben accetti. E c’è anche chi regala sacchetti per l’igiene, o alberghi che mettono a disposizione dei clienti una lista di tutti i servizi e le toelettature di zona: una vera e propria mappa delle opportunità in caso di necessità, perché un guinzaglio può sempre rompersi. Poi ovviamente c’è anche chi può mettere a disposizione una spiaggia dog friendly, ma è un qualcosa di molto più raro”. E come per gli umani, c’è bisogno di pensare anche alle assicurazioni: “È un punto dolente – spiega il ceo di TripforDog – perché per gli amici animali sono proposte ancora quelle annuali, mentre ne servirebbero di specifiche soltanto per i periodi di vacanza. Ma ci stiamo attrezzando”.

Portopiccolo: in camera o al ristorante, pets sempre benvenuti
Uno scorcio di Portopiccolo, con la Marina, la Piazzetta e l’esterno del Falisia Luxury Collection Resort & Spa

“La conformazione stessa del borgo e di Falisia Luxury Collection Resort & Spa fa sì che, come Marriott e come struttura, abbiamo molta attenzione agli amici animali. Siamo in una riserva naturale, e i dintorni offrono passeggiate bellissime”. Parola di Michele Gaidano, Portopiccolo director of sales & marketing, che spiega come – a fronte di un supplemento da 50 euro per il deep cleaning – “di principio ammettiamo tutte le taglie di cani, offrendo cuccia e ciotole. Ma notiamo che chi viaggia coi cani ha spesso già tutto, compresi rifregeratori per il cibo. Nella ristorazione accettiamo i cani al nostro ristorante gourmet, e anche tutti gli altri ristoratori del borgo hanno questa politica. Nella parte riservata ai residenti e alle seconde case si sono trovati diversi padroncini, si è creata questa piccola comunità, aiutati anche dal fatto che Portopiccolo è tutta pedonale”. Il target del dog friendly è però tutt’altro che un vezzo, dal momento che “sappiamo che c’è anche un ritorno commerciale, perché ci si sta specializzando – operatori, agenzie, servizi – sempre più in questo tipo di travel. I nostri clienti accompagnati da cani sono una voce ancora marginale sul fatturato, ma stanno crescendo, anche nel post-covid, con il ritorno delle vacanze in famiglia, pet compresi. E noi siamo allineati per accogliere questa domanda”.

Dall’agriturismo al luxury, a misura di zampa

Quanto al profilo degli hotel già in grado di offrire una esperienza gratificante ai cani, Fabris spiega che “la ricettività adeguata è spalmata su tutte le tipologie alberghiere, dall’agriturismo al cinque stelle. Sulle catene, posso citare come buoni esempi NH e Best Western, per mia esperienza diretta. Diciamo che la ricettività di livello medio-basso è quella più problematica: agriturismi a parte, dove gli animali sono sempre i benvenuti, i due e i tre stelle sono tipicamente quelli che si spacciano per dog friendly e poi in realtà accettano solo il chihuahua o il maltese, magari prevedendo anche dei supplementi senza fornire servizi adeguati al costo”. E le case vacanza? Vincono la sfida con gli alberghi, per praticità e indipendenza? “In realtà in questo momento, per quanto riguarda noi, va al contrario: ci appoggiamo molto di più alle strutture alberghiere che alle case vacanza, più adatte per il lungo termine, dalle due settimane in su, che per il soggiorno breve. Ma l’indicazione è generale, perché abbiamo clienti con cinque cani e altri con un cane solo, e questo cambia tutto: di solito i turisti con molti cani optano per una casa di proprietà al mare, per affitti long term o per il camper. Il soggiorno in hotel con cinque cani diventa davvero complicato, anche se non ci sono mancate richieste in tal senso. Abbiamo attivato delle case vacanza solo in Sicilia, ma per un problema di organizzazione: non siamo riusciti a trovare delle strutture alberghiere che rispettassero le nostre ‘regole’. Di base, vorremmo sempre privilegiare gli hotel e l’Italia: abbiamo dei prodotti anche sull’estero, ma non abbiamo voluto attivarli proprio per dare il nostro piccolissimo contributo a tutti i colleghi che hanno passato quest’anno incredibilmente difficile”.

BWH, 40 strutture dog-friendly e stanze a prova di pelo
BW Plus Borgo Lecco, Arcore (MB)

Oltre quaranta strutture solo in Italia. È questa l’offerta pet friendly di BWH, che a Hotel Domani spiega che “il pacchetto servizi Pets è sempre incluso nel prezzo, compreso l’extra-cleaning che – oltre a questo specifico momento – è sempre stato assicurato per gli ospiti futuri dopo il soggiorno dei cuccioli. Tutte le attrezzature sono considerate un investimento una tantum, anche grazie agli accordi di BW con i fornitori”. Quanto ai servizi, la catena internazionale offre “cuccia in camera con il proprio umano, ciotole, lettiere e sacchetti igienici e – il più apprezzato – un contatto con il veterinario di zona. Nelle strutture le camere pet sono selezionate anche in base ad aspetti quali silenziosità e prossimità a spazi esterni, ad esempio il balcone. In tema di arredi, le stanze sono senza moquette, tessili e tendaggi, per facilitare la pulizia per gli ospiti futuri”.

Toscana paradiso dei cani. E in Europa…

E se la Sicilia della ricettività deve ancora fare dei passi avanti, sul tema dog-friendliness, qual è invece la regione che si comporta meglio? Fabris è perentorio: “La Toscana, in assoluto. Mai un problema. È l’unica regione con leggi che rovesciano il paradigma, ovvero: il cane è sempre il benvenuto, salvo diversa indicazione. Sono regole che hanno ereditato da Lorenzo de’ Medici, ovviamente in versione rivista e aggiornata”. E a livello europeo, invece? Qual è lo scenario? “Se nelle case degli italiani ci sono all’incirca 7 milioni di cani – risponde Fabris – in Europa sono 60 milioni. C’è un incoming verso l’Italia dall’estero, e ce ne occupiamo: le prenotazioni arrivano principalmente da francesi e tedeschi, che sono due nazioni decisamente più dog friendly della nostra. Persone che amano la nostra cultura, il nostro gusto, i nostri posti, i nostri sapori, e ci fa piacere riuscire a farglieli vivere insieme al proprio cane. E poi c’è il Regno Unito, dove i pets sono benvoluti praticamente ovunque. La Spagna è forse la peggiore, l’Italia si posiziona a metà strada”.

Castelfalfi: tanto verde per correre felici
Una veduta aerea del Toscana Resort Castelfalfi, Montaione (FI)

Millecento ettari tutti da correre. È questo il biglietto da visita, allettante per ogni quattro zampe che si rispetti, offerto dall’hotel 5 stelle di Toscana Resort Castelfalfi. “Qui gli ospiti a quattro zampe sono i benvenuti – spiega Maria Letizia Cucchiara, Front Office Manager del resort -. A loro viene riservato un trattamento speciale: in camera vengono messi a disposizione ciotola per cibo e acqua, cuscinetto e cartellino speciale DND, da apporre quando il cane viene lasciato in stanza”. Il tutto per 10 euro di supplemento per ciascun “ospite speciale”. Gli ospiti con cani al seguito “si sentono particolarmente coccolati grazie ai servizi in camera e agli ampi spazi naturalistici in cui poter passeggiare e divertirsi insieme. L’incidenza sul totale degli ospiti “in questa stagione, ad oggi, è di circa il 3% sul totale di camere soggiornanti. Anche gli owner di ville e appartamenti possono godere della meravigliosa natura insieme ai loro amici a quattro zampe”. E come sono i rapporti con la clientela “human-only”? “Non hanno mai lamentato disservizi e situazioni di disagio, l’ospitalità di Castelfalfi è sempre personalizzata per offrire agli ospiti il massimo comfort nel rispetto degli altri”.

Pets, non toys

Quello della ricettività pet-oriented resta comunque solo un aspetto, del tema più generale del rapporto tra gli italiani e gli animali domestici. Che spesso è ancora preso con troppa leggerezza. Per esempio, la pandemia ha fatto crescere le adozioni: ma con quale consapevolezza e responsabilità? “La tendenza a un maggior numero di richieste di cuccioli c’è stata – osserva Fabris – ma certamente è stata un po’ amplificata rispetto alla sua portata effettiva: lo sappiamo perché collaboriamo attivamente con tanti canili. Ma l’adozione è una cosa molto seria, che prevede una serie di step da seguire, da parte di chi adotta: è un percorso fatto di educazione e di formazione, guidato dagli educatori, che solo al suo compimento – quando il cane e il nuovo padroncino sono pronti – si materializza. Insomma, non è una cosa così immediata come si vede al cinema. C’è una grande cura, da parte dei volontari e degli educatori che lavorano nei canili, che sono persone molto serie”. Perché deve essere chiaro: pets sì, toys no.

Grand Hotel Majestic: un kit dedicato sotto il cielo di Bologna
Il Grand Hotel Majestic di Bologna accetta sia gatti che cani di piccola e media taglia

E poi c’è Bologna, città del Grand Hotel Majestic ‘già Baglioni’. “Accettiamo sia gatti che cani di piccola e media taglia – ci racconta il direttore Tiberio Biondi – sia in camera che al nostro ristorante. Abbiamo pensato ad un vero e proprio kit di benvenuto, con cuccia, ciotola e Kit Doggy Care, che a sua volta comprende sacchetto igienico biodegradabile, salvietta igienizzante alla clorexidina, traversa assorbente multistrato e un piccolo omaggio. Ho constatato con piacere che i proprietari dei pet apprezzano tantissimo tutte queste piccole attenzioni, soprattutto perché – per la grande maggioranza di viaggiatori con pet al seguito – questi non sono solo animali, ma sono di fatto membri della famiglia e come tali cerchiamo di accoglierli al meglio. Abbiamo anche camere con balcone, che cerchiamo di assegnare ai clienti che viaggiano con cani”. Come altre strutture, anche il Majestic non applica sovrapprezzi, perché “sono piccoli costi che non vanno a pesare sulle spese aziendali”, mentre sui trend Biondi spiega che “sono sempre più frequenti i clienti – sia a livello hotel che a livello ristorante – che viaggiano accompagnati dai loro compagni a quattro zampe: per ora non abbiamo avuto reazioni negative da clientela ‘Human-only’, anche perché cerchiamo sempre di tutelare tutti i nostri ospiti, dedicando il giusto spazio a chi viaggia con animali al seguito. Questo viene apprezzato da tutta la clientela”.

Hotel di razza: viaggio nell’ospitalità dog friendly - Ultima modifica: 2021-12-03T17:04:46+01:00 da Gianluca Miserendino

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HD – Single Template - Ultima modifica: 2021-09-24T15:19:00+02:00 da Redazione Digital Farm
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