Il cielo in una suite nel rifugio La Marmotta a Sauze d’Oulx

La montagna per due: il progetto dello studio di architettura AB2ER per La Marmotta, in Piemonte, prevede un’unica suite per offrire agli ospiti il privilegio di godersi la Val di Susa in totale silenzio e tranquillità
Credit Massimiliano Sticca
La montagna per due: il progetto dello studio di architettura AB2ER per La Marmotta, in Piemonte, prevede un’unica suite per offrire agli ospiti il privilegio di godersi la Val di Susa in totale silenzio e tranquillità

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“Qui, a farla da padrone è il ‘tempo’, bello o brutto: a 2400 metri sulle Alpi Occidentali, di vetro e non d’oro è la corona sulla testa delle montagne, al pari del ghiaccio”: così l’architetto Elena Rava, dello studio AB2ER architetti introduce la descrizione del progetto per La Marmotta, definito di primo impatto proprio dalla vetrata che accoglie il visitatore; e così continua: “Più che altrove le lastre vetrate determinano l’attitudine all’altitudine: la suite è il ‘dentro’ della trasparenza; fuori, nel giorno e nella notte, ci sono il panorama o le stelle e solo il drappo del baldacchino protegge il letto. Il sole e la luna, la luce e il buio sono i motori dei giorni e i vetri di questa stanza sono l’orologio che li misura. L’enfasi della finestratura è il suo doppio: vedere attraverso, dall’interno e dall’esterno. Nella prima circostanza vi è una visione spirituale e i monti sono i Giganti, nella seconda la vista dell’edificio si fa oggettiva e i vetri sono gli specchi giganti”, conclude l’architetto.

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Un passo indietro: ci si trova in alta Val di Susa, in Piemonte, nel Comune di Sauze d’Oulx, parte del complesso sciistico della Vialattea, alla quota di 2420 m e in prossimità della cresta che divide la Val di Susa dalla Val Chiasone, con una vista spettacolare che spazia dal Monte Chaberton al Monte Rocciamelone, a pochi metri dalla vetta e a 800 metri di dislivello dal primo centro abitato, raggiungibile in inverno attraverso un percorso in motoslitta della durata di circa 15 minuti. Qui negli anni Cinquanta era stato inaugurato il Rifugio La Marmotta e fino agli anni Ottanta rappresentava una tappa fissa per turisti e sciatori. Dopo decenni di disuso la struttura era in forte degrado, tanto da suggerirne la demolizione a favore di una nuova costruzione: è così nato l’attuale La Marmotta, nuovo riferimento per la ristorazione e la ricezione di Sauze d’Oulx.

Sentinella di montagna

“La richiesta della committenza era molto chiara: l’edificio doveva avere una propria riconoscibilità anche da lunghe distanze e attrarre i turisti sia in estate che in inverno”, racconta la progettista che, con il suo team – composto dall’ingegner Alessandro Baccon e dall’architetto Alvaro Baccon oltre ai collaboratori –, ha dovuto superare gli ostacoli propri dei cantieri attivi in contesti difficili come la montagna. Raggiungibile d’estate attraverso una strada sterrata e d’inverno solo con gli impianti di risalita, per le fasi di costruzione è stato necessario anche usare mezzi alternativi, come quad, motoslitte o l’elicottero. “Il rifugio, in posizione guardinga di sentinella di montagna, è ispirato al luogo, ne percepisce la cultura e si apre a nuovi confini di accoglienza. Il progetto è connotato da 3P: Paesaggio, Piste da sci e Panorama, e da tre materiali; pietra legno e vetro”, dichiara Elena Rava.

Illuminazione naturale: la vetrata strutturale
Credit Massimiliano Sticca

Committenti e progettisti si sono trovati subito d’accordo su un punto: per la nuova Marmotta sarebbe stato fondamentale trovare una soluzione per far sì che gli ospiti potessero godere del maggior apporto possibile di luce naturale e, quindi, anche del più stretto contatto con il panorama. È stato possibile grazie all’inserimento di una grande vetrata strutturale, realizzata dalla vetreria austriaca Petschenig Glastec, specializzata dal 1965 proprio in vetrate di grandi dimensioni. Per il montaggio è stato applicato il brevetto del sistema Uniglas Facade che ha permesso di garantire efficienza energetica, flessibilità e giunti minimali. Nello specifico, il sistema non utilizza profili di metallo ma una struttura in legno, più ecologica e con un miglior isolamento termico. Non ultimo, le vetrate hanno subito un trattamento nanotecnologico idrorepellente che crea una protezione invisibile sulle superfici e ne garantisce la facilità di pulizia nel tempo. Dal punto di vista tecnico, l’architetto Elena Rava racconta che “ogni vetro è stato tecnicamente dimensionato in funzione dell’esposizione, della grandezza e degli effetti termici ed estetici dell’edificio e per ogni tipologia di vetrata è stata redatta una scheda tecnica contenente tutti i parametri significativi”.

La Marmotta è organizzato su quattro livelli con diverse funzioni: magazzini e ricoveri sono al piano interrato, un bar/ristorante al piano terra, un secondo ristorante al primo piano e la suite al secondo piano. “Ci siamo proposti di creare un ambiente interno nel quale gli ospiti potessero provare una sensazione di benessere, incontrando al contempo la nostra idea di architettura. L’uso di materiali come la pietra di Luserna, il legno di Larice, il ferro, trattati artigianalmente evidenziano il legame con l’involucro esterno e con la tradizione locale. Gli scorci visuali sulle cime circostanti e sulle piste sono stati oggetto di attento studio progettuale”, continua l’architetto.

La luce artificiale: giochi di riflessi
Credit Massimiliano Sticca

Il progetto di interior design per questa struttura ha avuto, nel suo sviluppo, una serie precisa di punti fissi da rispettare: valorizzare il magnifico panorama, ripercorrere le tradizioni del luogo per quanto riguarda materiali e finiture e, nel perseguire questi due cardini, seguire una filosofia minimalista nella scelta degli arredi: pochi elementi ma in grado di dare un valore aggiunto all’atmosfera finale. Esempio concreto di questa teoria sono le scelte relative al lighting design, dove protagoniste sono le lampade a sospensione U-light di Axolight. Disegnate da Timo Rapatti, sono definite da un disegno grafico essenziale e offrono una luce intensa grazie alla fonte luminosa a Led. Inserite nell’area per l’accoglienza del primo piano, sono state installate in diverse dimensioni – raggiungono il diametro massimo di 180 cm – trasformandosi in elemento scenografico sia nelle ore diurne sia quando cala il buio e il loro riflesso sulla grande vetrata dà il via a una serie di originali giochi di luce.

Gli interni vedono la successione di materiali della tradizione e soluzioni su misura ma un uso parco di arredi e accessori, perché protagonista assoluto è il panorama, che grazie all’importante vetrata strutturale – che raggiunge un’altezza di 5,9 metri nel suo punto più alto – invade gli spazi per l’ospitalità, che cambiano aspetto in funzione della luce, della stagione, dell’orario del giorno e delle sue condizioni meteorologiche.

Ne dà conferma anche Anna Perco, responsabile della struttura: “La titolare di La Marmotta voleva luce e intendeva sfruttare quello che abbiamo la fortuna di avere davanti agli occhi. L’unico modo era inserire questa grande vetrata e all’interno del locale non c’è nemmeno un quadro, perché il quadro è di fronte a noi, è il panorama”.

Le due anime gourmand
Credit Massimiliano Sticca

L’offerta del Rifugio La Marmotta in termini di ristorazione è ampia e articolata: il piano terra della struttura è occupato dal bistrot, di stile amichevole e con una cucina veloce dedicata a chi sceglie di fermarsi per una tappa e una sosta sulle piste; al primo piano, invece, spazio a un ristorante dedicato a chi ha più tempo e cerca un ambiente accogliente e spazioso – considerato anche il numero di coperti limitato nonostante l’ampia metratura della sala. Fra le proposte della struttura, inoltre, cene a tema di volta in volta dedicate a diversi ‘itinerari sensoriali’ e merende sinoira, l’appuntamento gastronomico tradizionale piemontese che La Marmotta propone due volte alla settimana in concomitanza del permesso di apertura oltre gli orari di chiusura delle piste (gli ospiti della merenda percorrono poi le piste fuori orario).

Come successo per il progetto di architettura, anche l’offerta per l’ospitalità parte dunque dal contesto, dalla volontà di far vivere agli ospiti della suite (e dei due ristoranti della struttura) un’esperienza diversa rispetto a quella tipica dei rifugi di alta quota, spesso dominati dal caos. Qui l’obiettivo è offrire una tipologia di accoglienza che faccia sentire gli ospiti coccolati, anche in virtù dei grandi spazi a disposizione, caratteristica rara nelle strutture in alta montagna. “Abbiamo spazi molto ampi per un numero di coperti molto ridotto, in funzione del fatto che vogliamo evitare la confusione. All’interno di questa filosofia, per fare un altro esempio, anche i turni di pranzo sono più lunghi del solito e non scendono mai sotto un’ora e un quarto o un’ora e mezza. Vogliamo che i nostri clienti abbiano la possibilità di pranzare con calma, gustando il pasto mentre ammirano il panorama”.

In linea con questa scelta è anche l’accesso a un’unica suite, che è disponibile per due ospiti oppure quattro se residenti insieme. I pomeriggi d’inverno, quando chiudono le piste, gli ospiti della suite diventano così gli unici ad abitare la montagna vivendo così un’esperienza speciale e irripetibile. “Il target è quindi rappresentato soprattutto da appassionati di sci e di cucina e da chi ha voglia di vivere un’esperienza di coppia che rimarrà nella memoria. Chi viene da noi, infatti, pur avendo a disposizione una motoslitta per raggiungere i centri abitati, preferisce rimanere qui – grazie anche alla presenza nella suite di una Jacuzzi e dell’ampia terrazza – e godersi il tramonto sulla montagna”. Fra i servizi proposti e in via di programmazione, la possibilità di essere accompagnati da un istruttore di mountain bike attraversando mulattiere e anelli ciclabili circostanti, come la ‘via della seta’, e di seguire lezioni di yoga.

Il valore della fidelizzazione

Per quanto riguarda la gestione delle promozioni e del marketing per l’ospitalità, Anna Perco racconta che molto si basa sui ricordi impressi in chi è passato per La Marmotta: “Siamo piccoli e la nostra tipologia di comunicazione preferita è quella di lasciare un buon ricordo in chi viene da noi e quindi, probabilmente, tornerà. Alcuni ospiti ci seguono in modo quasi commovente dall’apertura, tanto da poterci definire un’estesa grande famiglia, e mi auguro che tornino da noi anche fra dieci anni ricordandoci per qualche bella serata passata qui. Per promuovere le nostre iniziative, inoltre, usiamo il nostro sito, la collaborazione con l’azienda del turismo locale e i social, attraverso le nostre pagine su Facebook e su Instagram. Cerchiamo anche di seguire molto Tripadvisor e di rispondere sempre ai commenti, sia positivi che negativi, ringraziando in ogni caso. Anche le critiche costruttive sono fondamentali per noi, perché siamo giovani, abbiamo uno staff che non va oltre i trent’anni e abbiamo tanto da imparare, con l’incognita che a 2400 metri è tutto più complicato”.

Il cielo in una suite nel rifugio La Marmotta a Sauze d’Oulx - Ultima modifica: 2021-11-04T11:22:26+01:00 da Antonia Solari

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HD – Single Template - Ultima modifica: 2021-09-24T15:19:00+02:00 da Redazione Digital Farm
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