Come sappiamo, il Governo italiano ha deciso di non aprire gli impianti di sci durante le festività natalizie per motivi di sicurezza. Sulla nostra lunghezza d’onda la Francia che ha scelto di tenere chiusi impianti e seggiovie fino al 10 gennaio, anche se i comprensori sciistici restano aperti e i francesi potranno quindi andare in montagna. In ogni caso, il primo ministro francese, Jean Castex, ha promesso aiuti per gli operatori del settore danneggiati dal provvedimento restrittivo.
Anche la Germania concorda sulla decisione di rinviare la stagione sciistica; anzi Angela Merkel – in linea con quanto affermato anche dal nostro Presidente del Consiglio – ha dichiarato di puntare ad un accordo a livello europeo per impedire di sciare sulle Alpi almeno fino al prossimo 10 gennaio, in modo da evitare pericolosi assembramenti sulla neve durante le feste natalizie, con un conseguente innalzamento dei contagi.
La posizione di Austria e Svizzera
Non la pensano allo stesso modo Austria e Svizzera. O meglio, il ministro delle finanze austriaco non si oppone a un patto UE, ma ha minacciato di pretendere un risarcimento di 2,4 miliardi di euro dall’Europa in caso di un blocco europeo degli impianti sciistici per le tre settimane di vacanze di fine anno.
Totalmente fuori dal coro la Svizzera, che in ogni caso non sarebbe coinvolta in un accordo europeo. La nostra vicina di casa non è disposta a rinunciare alla stagione sciistica e si dichiara determinata a mantenere aperti tutti gli impianti di risalita. Inutile negare che ciò preoccupa non poco Italia, Francia e Germania per la concorrenza sleale che si verrebbe a creare con le località di montagna costrette a chiudere e per il possibile aumento dei contagi dovuto a sconfinamenti e assembramenti.
