Italia: tra mare, montagna e città valore degli hotel a quota 60 miliardi

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Uno scenario tra luci ed ombre, con la possibilità di migliorare la resa su tutti i cluster – mare, montagna e città – e un valore economico globale che si conferma solido, di poco sotto i 60 miliardi di euro sommando le sole tre macrocategorie analizzate. E’ questo lo scenario del patrimonio alberghiero italiano secondo lo studio del dipartimento di Ricerca di World Capital e di PKF hotelexperts che – con il patrocinio di Confindustria Alberghi, RICS e Confindustria Assoimmobiliare – continuano nella mission di mappare il valore delle strutture ricettive in Italia in un totale di 266 località sparse su tutto il territorio.

Mare, Riviera protagonista
L’estate – si legge nel rapporto – ci indica una flessione dei valori immobiliari della categoria 5 stelle nelle destinazioni mare, che ha avuto maggiori contrazioni rispetto ai 3 stelle ed ai 4 stelle per via di un copioso calo del turismo internazionale, causato dall’emergenza sanitaria e dai conseguenti blocchi delle frontiere”. Nelle destinazioni di montagna prescelte dal turismo domestico “nell’estate appena trascorsa la flessione è stata più contenuta nella fascia medio-alta dell’offerta ricettiva, a conferma della preferenza degli italiani di optare per un turismo di prossimità”. Dal rapporto emerge che l’intero cluster mare vale 18,7 miliardi di euro, ma è “un asset che in futuro potrà raggiungere migliori performance se valorizzato con un concept innovativo e con gestori in grado di allungare la stagionalità”. L’Emilia Romagna, con le sue quasi 79.000 camere, costituisce circa il 23% del patrimonio totale del segmento mare. A seguire la Campania con il 12,5% e la Sicilia con il 10,2%.

Montagna, il Trentino Alto Adige traina il cluster
Spostandoci sulle località di montagna, anch’esse tra le favorite degli italiani come mete per le vacanze di quest’anno, il valore del patrimonio immobiliare alberghiero è di 3,7 miliardi di euro, il più contenuto tra le tre fasce d’offerta, ma che sta esplorando un ampliamento dei servizi per rendere le location appetibili a target diversificati, in linea con la tendenza di rigenerazione e ricerca del contatto con la natura. Tra le destinazioni analizzate, è il Trentino Alto Adige a contribuire in misura maggiore rispetto alle altre regioni, con circa il 55% del totale del patrimonio del cluster montagna. “Un forte interesse ed una crescita del valore immobiliare – spiega il report – è stato registrato a Cortina, grazie all’effetto delle Olimpiadi Invernali Milano – Cortina 2026“.

Roma regina tra le città
Infine, dando uno sguardo al cluster delle città, segmento maggiormente colpito dagli effetti del Covid in termini di turismo per il forte ridimensionamento della clientela straniera, il patrimonio immobiliare complessivo del segmento è di 36,8 miliardi di euro, il valore più alto tra i tre e che in una fase post pandemica dovrebbe mantenere il suo patrimonio immobiliare anche se con una rivisitazione dei format per garantire maggiore flessibilità nell’utilizzo degli spazi. Per quanto riguarda le città è Roma, con 50.263 camere e un patrimonio immobiliare alberghiero di 12,7 mld di euro, a rappresentare circa il 34,4% del patrimonio totale del segmento. Segue Milano con un patrimonio immobiliare stimato di 6,8 mld di euro, Venezia con 5,9 mld di euro e Firenze con circa 3,4 mld di euro.

La fascia alta vale 16 miliardi
Infine, dall’analisi emerge altresì che in Italia, il segmento dell’ospitalità di fascia alta ha un patrimonio immobiliare alberghiero stimato di poco superiore a 16 miliardi di euro. Le sole 521 strutture di categoria 5 stelle e 5 stelle lusso dunque, detengono circa il 43% del valore del patrimonio immobiliare stimato per gli alberghi di fascia media, che invece dispongono di un’offerta superiore di quasi 30 volte.

Il rapporto, tra i suoi obiettivi, ha anche quello di fornire una fotografia chiara della ricchezza che il Bel Paese offre, anche dal punto di vista immobiliare alberghiero – dichiara Andrea Faini, CEO di World Capital –. L’analisi è volta a dare un’idea del valore complessivo di un settore che va salvaguardato, soprattutto in questo momento così delicato, fornendo indicazioni utili sia per chi vuole acquisire, vendere o investire nel mercato dell’ospitalità. L’industria alberghiera è stata fortemente colpita dagli effetti del Covid-19. Cosa succederà dipenderà fondamentalmente dal decorso del virus e dall’impatto di un eventuale sviluppo della pandemia. Bulgaria, Estonia, Lituania, Spagna, Francia, Turchia e Belgio vivono già una seconda ondata di contagi e l’impatto sulle cancellazioni delle prenotazioni negli alberghi è significativo. L’Italia, invece, ad inizio agosto si è avviata verso la riapertura del 70% delle strutture alberghiere. Riceviamo inoltre indicazioni dalle ultime rilevazioni che oggi una camera in un hotel di destinazione mare può avere un valore che oscilla dai 71.000 € ai 192.000 €, a seconda della categoria, con la prospettiva, che una volta finita la pandemia i valori, tornino ad essere quelli registrati in precedenza. Nei prossimi mesi prevediamo un’elevata necessità di ricapitalizzazione delle strutture alberghiere, soprattutto di quelle indipendenti con una conseguente ‘pulizia’ dell’offerta”.

Italia: tra mare, montagna e città valore degli hotel a quota 60 miliardi
- Ultima modifica: 2020-11-13T15:45:07+01:00
da Redazione

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