Tassi di occupazione, è già ripresa: recuperati i due terzi della domanda pre-pandemia

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Il tasso di occupazione alberghiera globale è già a due terzi rispetto ai livelli pre-pandemia. A dirlo è l’indagine “Rebuilding Hospitality: Trends in Demand, Data and Technology That are Driving Recovery” di Amadeus, che offre uno spaccato del momento della ricettività mondiale mettendo insieme le opinioni degli albergatori globali con dati di business intelligence.

La Cina e il Nord America sono in testa, registrando livelli di occupazione rispettivamente del 62% e del 51% nel mese di aprile 2021. “I livelli di occupazione degli hotel – spiega lo studio – sono ora su una strada in salita. L’occupazione mondiale ha raggiunto il 46% ad aprile 2021, dal punto più basso di appena il 13% di aprile 2020. Questo significa che l’occupazione alberghiera globale è risalita per due terzi fino alle quote pre-pandemiche di circa il 70% per questo periodo dell’anno”.

Finestre più lunghe
I dati mostrano anche che il tempo di prenotazione si sta allungando, indicando una crescente fiducia dei consumatori a pianificare in anticipo. Per gran parte dello scorso anno, quasi tutte le prenotazioni in tutto il mondo sono state fatte entro 0-7 giorni prima del viaggio. In queste ultime settimane, le prenotazioni effettuate lo stesso giorno del viaggio, che sono le più problematiche da accogliere per il settore, si sono ridotte a livello globale dal 39% nella prima settimana del 2021 al 23% nella settimana del 25 aprile 2021, e le prenotazioni di 31-60 giorni sono aumentate dal 6% nella prima settimana del 2021 all’11% nella settimana del 25 aprile 2021.

I nuovi trend
Il sondaggio tra 688 operatori alberghieri globali racconta anche le nuove tendenze, con un forte ottimismo di crescita e i viaggiatori leisure a guidare la ripresa. Inoltre gli Stati Uniti, la Cina e il resto dell’Asia stanno iniziando a vedere un aumento del volume delle prenotazioni Ota, spostando il focus da una dipendenza da prenotazioni dirette nel corso della pandemia. E ancora: oltre la metà (59%) degli albergatori globali prevede di dover assumere nuovo personale nel 2021, mentre l’opinione sui passaporti vaccinali è “divisiva”. Infatti, “più della metà degli albergatori asiatici – spiega Amadeus – dice che sta considerando di chiedere i passaporti vaccinali prima di permettere agli ospiti di soggiornare, mentre poco meno della metà degli albergatori in America dice che non adotterà sicuramente questo approccio. In zona EMEA, quasi la metà degli albergatori è incerta sulla propria strategia in questo settore.

Cosa resta del virus
Quanto al “lascito” sul lungo termine della pandemia, gli albergatori credono che le misure sanitarie rafforzate rimarranno per sempre (32%), mentre il 20% di essi indica che limiterà al minimo l’interazione tra il personale e gli ospiti. La personalizzazione potrebbe aiutare ad attraversare il divario dell’ospitalità contactless: più di un quarto degli intervistati (30%) ha detto che la tecnologia contactless volta a supportare le esperienze personalizzate degli ospiti è uno degli sviluppi nel settore dell’ospitalità di cui è più entusiasta man mano che si esce dalla pandemia. Circa un albergatore su quattro (24%) ha dichiarato che si sarebbe rivolto alla tecnologia per supportare esperienze personalizzate, assicurandosi che il “tocco umano” dell’ospitalità non vada perso.

Tassi di occupazione, è già ripresa: recuperati i due terzi della domanda pre-pandemia
- Ultima modifica: 2021-05-20T08:18:24+02:00
da Redazione

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