Equità fiscale tra sharing economy e ricettività alberghiera

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portaleIn risposta ad un’istanza di Federalberghi, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che l’IVA sulle commissioni pagate ai portali che operano in altri paesi UE è sempre dovuta, anche in relazione all’alloggio in strutture ricettive non gestite in forma imprenditoriale o in immobili privati per brevi periodi. Se la struttura ricettiva ha la partita IVA, essa si dovrà fare carico del versamento in regime di inversione contabile. Se la struttura non ha partita IVA, dovrà essere invece il portale ad identificarsi in Italia e ad emettere fattura con IVA italiana.

Nel mese di maggio, Federalberghi aveva segnalato che alcuni portali emettono fatture senza IVA italiana, applicando il meccanismo del cosiddetto “reverse charge” anche nei casi in cui la struttura ricettiva è priva di partita IVA. La conseguenza è l’evasione totale dell’imposta, che non viene pagata né dal portale né dalla struttura.

Il pronunciamento è importante, perché sancisce parità di condizioni tra soggetti che operano nello stesso mercato, accendendo i riflettori su uno dei tanti sistemi che i furbetti dell’appartamentino utilizzano per svolgere attività commerciali in piena regola nascondendosi dietro il paravento della sharing economy.

La dimensione del mancato gettito, che dovrà costituire oggetto di specifici accertamenti, potrebbe assumere dimensioni colossali. Al versamento della mancata imposta si associano cospicue sanzioni, che possono variare tra il 90% ed il 180% dell’imposta stessa.

Equità fiscale tra sharing economy e ricettività alberghiera
- Ultima modifica: 2016-09-09T10:01:56+02:00
da Redazione

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