Arte, colori e kintsugi per la formula del Fontana 16 Rooms di Milano

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Gli ambienti che ora ospitano Fontana 16 Rooms, a Milano, sono stati in passato uno studio di avvocati e uno studio medico. Di questi trascorsi, e delle vicissitudini del palazzo degli anni Venti nel centro storico della città, le cinque camere della struttura portano traccia. Anche se raccontano una storia tutta nuova, che mescola la cura per il dettaglio, l’amore per il lavoro artigianale, l’arte contemporanea e le suggestioni dei viaggi in luoghi lontani. E anche il kintsugi, l’antica tecnica di restauro giapponese che prevede l’utilizzo della foglia oro per ricomporre i frammenti di un oggetto di ceramica rotto.


Elementi di distinzione
La struttura dello spazio è rimasta quella dell’appartamento milanese, con un corridoio come spina dorsale dello spazio, arricchito dai neon colorati che segnalano il percorso. Le cinque camere (Standard, Superior e Deluxe) sono tutte diverse l’una dall’altra. A differenziarle sono i colori, le opere di arte contemporanea presenti, le originali carte da parati. Ad accomunarle l’atmosfera sobria e elegante, la scelta di Simmons per letti e materassi e di fornitori artigianali per gli arredi, realizzati su misura. Elementi unici sono poi quelli delle ‘ricuciture’ che richiamano la tecnica di restauro kintsugi: si tratta di inserti in resina colorata nei punti in cui la vita dell’edificio ha lasciato tracce evidenti nel parquet, che ovunque fosse possibile è stato invece lasciato nella sua forma originale.

Al centro, Alberto Chessa, hotel manager di Fontana 16 Rooms. A sinistra Giorgio Clemenza, il progettista della struttura, e a destra Mauro Lamera, il proprietario


Una casa per chi viaggia
L’idea di offrire il comfort di un’abitazione arriva anche dalle esperienze professionali del responsabile della struttura, Alberto Chessa, che fino a poco fa lavorava per una compagnia aerea e che quindi ha una grande esperienza sia di viaggi che di cosa serve e di cosa gradisce una persona che arriva in città e ha bisogno di rilassarsi e sentirsi accolto e a suo agio. A mettere in pratica il concept e quindi a dare un tocco di ‘domesticità’ agli ambienti è stato Giorgio Clemenza, l’architetto che ha progettato il restyling degli spazi.
Specializzato in interior per il residenziale, il progettista ha portato nelle suite di Fontana 16 Rooms il comfort e l’intimità di una casa, con arredi realizzati su misura da artigiani locali, materiali preziosi ed eleganti, tanti dettagli che conferiscono a ogni spazio la sua identità.
Risponde all’esigenza di un comfort domestico anche la volontà di non perdere di vista il contatto umano: gli ospiti saranno accolti personalmente da Alberto Chessa, che farà appunto gli ‘onori di casa’. Anche se la tecnologia è presente, in modo discreto ma efficace, con un’app che permette la gestione di accessi e uscite in autonomia.
Lo spirito della città
Fontana 16 Rooms si trova in una zona molto centrale della città e la scelta di stringere convenzioni diversi locali del quartiere per la prima colazione corrisponde anche al desiderio di far conoscere la città agli ospiti. Un primo assaggio della città si può già vivere nell’area comune accanto alla reception, con libri e oggetti scovati dall’hotel manager e dall’architetto in giro per la città. E anche nel terrazzo, immerso tra i tetti di Milano, dove fa capolino anche il verde, in una piccola serra.

Arte, colori e kintsugi per la formula del Fontana 16 Rooms di Milano - Ultima modifica: 2024-01-30T09:17:04+01:00 da Anna Calvanese

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HD – Single Template - Ultima modifica: 2021-09-24T15:19:00+02:00 da Redazione Digital Farm
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