Il punto di forza di Booking? La visibilità nei motori di ricerca, Google in primis. Una strategia che da sempre caratterizza il gigante delle OTA, frutto di cospicui investimenti, con cui i singoli hotel difficilmente possono competere.
Nel terzo trimestre dello scorso anno, Booking ha speso più di 1,3 miliardi di dollari in visibilità sui motori di ricerca e altri servizi online correlati, contro 1,2 miliardi di dollari investiti nello stesso periodo del 2017.
Di questo ammontare, Google ha incassato più di 1 miliardo di dollari, pari ad oltre il 3,6% del suo fatturato pubblicitario totale nello stesso periodo; questo in base al report sui suoi guadagni e alla stima di Mark Mahaney, analista di RBC Capital Markets.
Booking e Google, relazione complicata
Booking ha continuato ad investire pesantemente su Google, ma la situazione si è complicata da quando il motore di ricerca è diventato anche un competitor con Google Flights e Google Hotels.
In una recente relazione, Booking ha sottolineato il rischio di affidarsi a Google per una “porzione significativa” del traffico e delle prenotazioni da quando il motore di ricerca include le proprie offerte nella parte superiore e ha modificato il modo in cui conduce l’asta per il posizionamento tra i risultati.
Un altro rischio che Booking ha paventato è l’uso da parte di Google del suo software per smartphone Android per la visualizzazione di prodotti come la sua app Google Trips, o per favorire i suoi prodotti nella ricerca mobile. Sui dispositivi mobili, infatti, Google ha recentemente offerto un trattamento esclusivo ai suoi servizi di ricerca di voli e hotel.
Raggiunto un accordo
In seguito, il CEO di Booking, Glenn Fogel, ha presentato una visione più rosea della situazione: “Abbiamo avuto una meravigliosa relazione con le persone di Google, fondamentalmente aiutandoci a costruire il nostro business insieme a loro, una relazione molto simbiotica, contribuendo a migliorare le capacità degli altri”, ha affermato. “E siamo molto contenti di questo.”