Booking nel mirino dell’Antitrust per abuso di posizione dominante

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L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sta indagando Booking per abuso di posizione dominante. Lo rende noto anche Confindustria Alberghi che plaude a questa decisione. Come precisato in una nota di AICA, L’apertura della procedura arriva dopo numerose segnalazioni susseguitesi negli anni fin dalle prime sulla parity rate di oltre 10 anni fa.

“L’avvio del procedimento, deliberata lo scorso 12 marzo – precisano dall’associazione degli albergatori –, arriva a valle di un importante lavoro dell’Autorità che ha raccolto e analizzato le istanze degli operatori che abbiamo riportato nel corso delle audizioni dello scorso anno”.

Il termine dell’istruttoria è previsto entro la fine di maggio 2025, e come sottolinea Confindustria Alberghi è un segnale importante verso un riequilibrio nei rapporti tra le strutture alberghiere e Booking.

“Booking – dichiara Maria Carmela Colaiacovo, Presidente di AICA – è certamente un partner importante, ma è indispensabile un riequilibrio nel rapporto con le imprese alberghiere nell’interesse anche dei viaggiatori. L’Autorità, cosi come il Ministero del Turismo, hanno dimostrato una crescente attenzione a questi temi, nella consapevolezza che uno sviluppo sano del mercato richiede una pluralità di operatori e capacità di una reale negoziazione tra le parti”.

L’allarme di Assoutenti: tariffe troppo care

Diverso il punto di vista di Assoutenti, che pur trovando giusto il “faro” dell’Antitrust sulle politiche concorrenziali attuate dalla piattaforma su Booking, sposta l’attenzione su quello che secondo l’associazione dei consumatori è il vero problema: il rincaro delle tariffe delle strutture ricettive, in particolare gli aumenti da record registrati nel 2023 nei prezzi di hotel e alloggi vari a Firenze (+23%), Milano (+21%), Palermo (+20,8%) e Venezia (+19,5%).

“Nel 2023 i listini praticati al pubblico da hotel, b&b, affittacamere e strutture ricettive varie hanno subito un nuovo incremento, dopo i rialzi già registrati nel 2022 e giustificati con i maggiori costi energetici in capo agli albergatori – dichiara il presidente di Assoutenti Gabriele Melluso – Analizzando i dati Istat, si scopre che le città d’arte sono quelle che hanno registrato i rincari maggiori: Firenze detiene il record del caro-alloggio, con le tariffe salite in media del +23,2% su base annua. Al secondo posto Milano col +21,3% seguita da Palermo (+20,8%), Venezia (+19,5%) e Roma (+18,8%). Incrementi che non trovano alcuna giustificazione, anche in considerazione del fatto che le bollette di luce e gas sono sensibilmente scese nel corso dell’ultimo anno. Solo in 3 province italiane i listini al pubblico sono diminuiti: Pescara, Trapani e Caltanissetta”.

“Crediamo quindi sia importante indagare anche sulle cause di tali rincari, perché la crescita delle tariffe nel comparto degli alloggi pesa come un macigno sulle tasche dei consumatori, portandoli a ridurre il numero di notti trascorse fuori casa e allontanando i turisti stranieri dalle nostre città” – conclude Melluso.

Booking nel mirino dell’Antitrust per abuso di posizione dominante - Ultima modifica: 2024-03-25T11:52:00+01:00 da Redazione

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