Casa Baglioni si presenta in anteprima in occasione della Design Week

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Aprirà entro la fine dell’anno a Milano, a Brera, ma comincia a mostrare la sua forma – e la sua vocazione – in occasione della settimana milanese del design: il cantiere di Casa Baglioni apre al pubblico presentando una selezione di opere della Stefano Cecchi Trust Collection.
Si chiama infatti “In-Between. Tra arte e design” la mostra che è possibile visitare durante la Design Week negli spazi di Casa Baglioni, l’hotel progettato dallo studio d’architettura Spagnulo & Partners che aprirà entro la fine del 2022.

Credit Diego De Pol

La mostra si sviluppa in quattro ambienti del piano terra – dove ci saranno da fine anno la reception dell’hotel e gli spazi del ristorante Sadler – ognuno caratterizzato da un diverso tema. A esserne protagonisti sono i lavori di quattro grandi artisti internazionali, Enrico Castellani, Agostino Bonalumi, Anne Imohof e Giulio Paolini, dalla Stefano Cecchi Trust Collection – Fondo per l’Arte, collezione creata dall’imprenditore Stefano Cecchi con la curatela di Iole Pellion di Persano.

La mostra sancisce l’idea del progetto di interni che si confronta con l’opera d’arte, indicando questo dialogo come metodo per la scoperta di linguaggi nuovi. Un processo che porta ad una visione di spazio integrato in cui arte, design e architettura si sfiorano e, insieme, generano un universo di segni inediti. Con questo evento Baglioni Hotels & Resorts e Spagnulo & Partners dichiarano di condividere questa visione, che diventa infatti il preludio concettuale dei temi chiave della futura Casa Baglioni, ispirata alla grande esperienza artistica delle avanguardie della Milano anni ’60.

L’allestimento si sviluppa con linee metalliche sottili e luce al neon che, come una matita, disegnano una struttura leggera che dialoga con il contesto, suggerendo una scatola aperta a quello che verrà e a quello che contiene. In esposizione nel primo spazio ci sono tre opere monocrome bianche, espressione di un linguaggio d’avanguardia cominciato nell’esperienza astrattista degli anni 60’. Qui le tele estroflesse di Castellani e Bonalumi rispecchiano la ricerca formale di un periodo di cambiamento che ha portato la Milano industriale a contraddistinguersi nella scena internazionale del design.
Superficie Bianca, 1980, di Enrico Castellani, una grande tela estroflessa iconica del lavoro del maestro che riporta un’onda di pieni e vuoti accuratamente composti a dettare un ritmo qui posta in dialogo con due opere della serie Bianco, 1973, 1974, di Agostino Bonalumi.
Tre opere bianche, tre rilievi diversi di pari intensità, che evidenziano la bellezza di una tecnica che nonostante la ripetitività e rigidità della stessa riesce a creare sempre nuovi ritmi e impressioni in un gioco di luci e ombre.
Da qui si arriva alla seconda stanza, che approfondisce il tema delle riflessioni, delle superfici specchianti, della dimensione dell’ambiguità in cui ci si interroga sul ruolo dell’opera, il suo essere protagonista o comparsa, sul ruolo dello spettatore nel farne parte, attivandola, in un continuo gioco di senso. Il pavimento è una vasca d’acqua che accentua lo stato di spaesamento e indeterminatezza sul quale si riflettono le due opere Untitled (2018, 2019) di Anne Imhof, artista contraddittoria che gioca sul tema dell’esasperazione della propria immagine, argomento che riecheggia anche l’uso e l’abuso dell’autoreferenzialità nei social network.
La terza installazione gioca con la permeabilità dello sguardo, con l’uso della luce e delle superfici come creatrici di atmosfere, in cui l’opera viene svelata secondo un ritmo sincopato. Le pareti in tessuto giocano sulla contrapposizione di trame e trasparenze introducendo alla Comédie Italienne (1984) di Giulio Paolini, opera ricca di evocazioni letterario-artistiche intimamente legate al tema della teatralità. Lo spettatore è invitato a scoprire il lavoro dell’artista come un palcoscenico all’apertura del sipario. Nell’ultima sala diventa protagonista il cantiere stesso, trasformato in una dimensione artistica che supera la concretezza tecnica grazie allo sguardo del regista Fabrizio Roscini che fissa il lavoro del cantiere mentre si compie e lo rielabora e lo reinterpreta.
La mostra sarà visitabile per tutta la durata della settimana del design milanese.

Casa Baglioni si presenta in anteprima in occasione della Design Week - Ultima modifica: 2022-06-08T01:19:15+02:00 da Redazione

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