Questa casa non è un albergo: la filosofia dell’accoglienza di Casa Maria Luigia

Leggi anche

A Casa Maria Luigia ci sono libri da leggere, fiori appena colti, comodi divani in cui sprofondare, un frigorifero da aprire come se fosse quello della propria cucina, vinili di jazz da ascoltare, sorseggiando magari uno scotch. E arte, tanta arte.

Se si arriva in autunno a Casa Maria Luigia, l’elegante dimora di inizio ‘800 – tre piani e una torretta – che lo chef Massimo Bottura e sua moglie Lara Gilmore hanno trasformato in una country house, è probabile che ad accompagnare il tragitto sia la nebbia padana, quella vera, che bagna. Ma quando la villa compare in lontananza, in fondo al viale di alberi ormai spogli, è una visione di calore all’improvviso. Le luci accese all’interno danno subito una sensazione di “casa” e varcato l’ingresso la vista dell’arredamento colorato ma non chiassoso è molto emozionante. Il resto lo fa uno staff giovane, educato all’arte del ricevere: tutto funziona come una perfetta macchina ben rodata.

Poi arriva lei, Lara, con le braccia cariche di borse di fiori freschi e una vitalità contagiosa; saluta due ospiti appena atterrati da Washington DC, risponde al telefono, dispone i pacchi sul tavolo della cucina, accorcia gli steli più lunghi, sistema le composizioni nei vasi, si beve un caffè e intanto racconta la storia della struttura.

Tradizione in evoluzione è il motto della “Francescana family”. Significa rompere le tradizioni per crearne di nuove, non solo in cucina. Casa Maria Luigia è un b&b di 12 camere ma anche una galleria d’arte a cielo aperto, dove conoscere alcune opere che hanno influenzato la stessa cucina di Bottura

L’Emilia Romagna in tavola
“Casa Maria Luigia è un’estensione di Francescana e nonostante le sedi siano diverse si tratta di un unico storytelling e di una sola famiglia: io e Massimo la chiamiamo ‘Francescana family’. Rispetto ai primi anni, quando avevamo solo il ristorante, la voglia di dedicarci ad altre attività è cresciuta, ma non tanto per ingrandirci come azienda, bensì per creare nuove possibilità anche per il nostro staff, a cui abbiamo affidato responsabilità nuove. Lo scorso anno Jessica Rosval, che prima di lavorare qui a tempo pieno era in Francescana, ha vinto un premio per l’Emilia Romagna come miglior chef dell’anno”.

È lei che cura la colazione degli ospiti, preparata all’emiliana e in puro spirito contadino: cotechino cotto sotto la cenere, focaccia calda, frittata, marmellate fatte a mano, sbrisolona, zabaione, ricotta di Rosola e gnocco fritto con mortadella.

“Tutto deriva da un ricordo d’infanzia di Massimo, quando a Natale sua nonna gli preparava una colazione ricca di tutto quello che si può pensare di mangiare a Modena e ancora oggi lui la considera come la migliore della sua vita. Verso le 14 il frigorifero in cucina si riempie di stuzzichini dolci e salati che gli ospiti possono prendersi da soli. C’è tutta l’Emilia in ogni piatto, nel gesto di benvenuto a base di Parmigiano e Lambrusco che facciamo trovare in camera, nel gusto per l’ospitalità – quella aperta, vera – che fa vivere questa casa come se fosse la propria: una sensazione che passa anche dall’aprire il frigorifero e servirsi”.

Dal ristorante al bed&breakfast
In questo ‘non albergo’, oltre al senso emiliano per l’ospitalità, si declina senza soluzione di continuità l’amore per l’arte, il design e l’architettura. Interamente allestita e arredata dai coniugi, Casa Maria Luigia è stata creata come un naturale prolungamento della filosofia che anima il ristorante in centro a Modena: “La nostra sfida era trasportare il mondo Francescana in campagna. Io e Massimo, pur non vivendoci, siamo spesso qui e tutti vedono questo posto come casa nostra. Ci siamo tuffati in questa attività alberghiera senza sapere nulla: è vero, avevamo alle spalle 24 anni di esperienza nel settore dell’ospitalità con il ristorante, ma questo è tutto un altro mondo!
Siamo aperti 24 ore al giorno: c’è dietro un grande impegno e un’attenzione al dettaglio costante, ma anche un’enorme soddisfazione. Il merito del successo di questo format va al lavoro di squadra: le cose funzionano perché ognuno di noi dà il meglio di sé. In una piccola azienda di artigiani come la nostra se riesci a creare una cultura di eccellenza – dove l’eccellenza non è il business né il successo, ma l’obiettivo – si cresce. E questo è possibile solo quando tutti i componenti del gruppo hanno la possibilità di esprimersi al meglio, ciascuno con le proprie doti”.

Un attento recupero
Era il 2014 quando Bottura vide questo luogo per la prima volta: era in auto con Sergio Marchionne e per vedere da vicino la villa furono costretti a sfondare un muro verde, tanto fitta e frondosa era la vegetazione cresciuta spontaneamente. La dimora, oltre ad essere in completo abbandono, era stata requisita dal tribunale: “Sergio mi incoraggiò a fare la mia offerta e fui fortunato perché l’asta andò deserta”. Negli anni successivi ci fu un lungo e meticoloso lavoro di restauro per renderla come appare: 12 stanze, una dependance con tre stanze e piscina, una sala ristorante in quello che una volta era il ricovero per le carrozze. Il tutto immerso in un ampio giardino di alberi secolari con piscina, campo da tennis, una romantica fontana affacciata su un lago e un orto che Lara cura personalmente.

L’atmosfera di un’accogliente dimora privata
Il salotto comune è un crocevia, un posto all’interno del quale il passato, il presente e il futuro si mescolano. In questa ampia stanza verde pastello le poltrone in pelle disegnate da Mies van der Rohe, una fotografia di Carlo Benvenuto, un lampadario veneziano e un dipinto di Mario Schifano invitano a rallentare e a rilassarsi, anche grazie alla presenza di arredi comodi e spaziosi coerenti con l’ottica di arredare e vivere la struttura come se fosse una casa privata. Il design accosta garbatamente tra loro arredi vintage e contemporanei, creando un’atmosfera di elegante ma informale rilassatezza, mentre le tante opere di arte contemporanea di artisti italiani e stranieri, che rappresentano presenze discrete e affascinanti, incuriosiscono e accompagnano l’ospite nella scoperta delle diverse aree comuni.

Sintesi di arti
Casa Maria Luigia è come uno specchio dai mille riflessi che riflette e propaga ora l’arte, ora la cucina, ora il design. Il tutto ai massimi livelli, ma senza alcuna ostentazione. Le opere artistiche, è vero, sono tante e pervadono ogni ambiente, ma nonostante questo non prendono il sopravvento; piuttosto accompagnano, suggeriscono, spesso incuriosiscono. Le unisce in filigrana il design, che accosta garbatamente tra loro arredi vintage e contemporanei, creando un’atmosfera di elegante rilassatezza. Le spaziose aree living si alternano tra loro e se la sala principale – con il soffitto affrescato – si svela da subito, le altre vanno conquistate: l’accogliente cocktail room, la “sala dei vinili” dove ascoltare i grandi classici di musica jazz della collezione privata di Bottura e la cucina, naturalmente. I mobili e le opere d’arte che disegnano gli spazi sono di periodi storici e stili molto diversi: “Io e Massimo siamo persone eclettiche e non seguiamo un indirizzo estetico preciso, ci piace realizzare abbinamenti secondo le nostre preferenze personali. In particolare, per quanto riguarda questa casa, le scelte sono state fatte ambiente per ambiente: ognuna delle 12 stanze ha una personalità diversa”.

Lara racconta e intanto ha quasi finito di sistemare nei vasi i fiori che andranno a ravvivare i living: “Mi piace fare questi piccoli gesti, li vedo come un modo di vivere lo spazio e dare il mio tocco: se posso lasciare ai miei ospiti un piccolo respiro di chi sono mi sento di aver dato il meglio di quello che potevo”.

Questa casa non è un albergo: la filosofia dell’accoglienza di Casa Maria Luigia - Ultima modifica: 2023-02-05T00:49:34+01:00 da Silvia Bigliardi

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome

HD – Single Template - Ultima modifica: 2021-09-24T15:19:00+02:00 da Redazione Digital Farm
css.php