Confindustria Alberghi: ennesimo duro colpo per l’ospitalità

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“Con il nuovo Dpcm gli alberghi, già provati da quasi 10 mesi di fermo, incassano l’ennesimo duro colpo, è il commento di Confindustria Alberghi alle nuove restrizioni introdotte in Italia. “Le misure del Dpcm – denuncia l’associazione -, pur non chiudendo direttamente le strutture, di fatto bloccano nuovamente le attività del settore. Un ennesimo stop che continuerà ad incidere pesantemente sul comparto e che rischia un blocco irreversibile per moltissimi operatori.”

Le conclusioni delle associazioni del comparto sono le stesse: gli aiuti previsti dal Decreto Ristori non possono compensare le perdite subite dal settore e “che a questo punto – dichiara Confindustria Alberghi – sappiamo andranno a crescere ancora nei prossimi mesi; in più sono rimaste irrisolte alcune criticità che avevamo già evidenziato, quali ad esempio il riferimento alle perdite del mese di aprile 2020 su aprile 2019 che per tutto il settore stagionale e per molte aziende risulta preclusivo ed impedisce l’accesso stesso alla misura”.

Le richieste di Confindustria Alberghi

L’associazione degli albergatori chiede maggiore supporto per il settore ricettivo, ovvero misure robuste che possano mettere in sicurezza le imprese del comparto. A partire dalla risoluzione del problema del tetto agli aiuti di Stato che rischia di condizionare l’efficacia anche delle misure già adottate. “Se non si darà rapidamente corpo alle modifiche introdotte dall’Europa – denuncia Confindustria Alberghi – per permettere quanto meno alle misure a copertura dei costi fissi di superare il limite degli 800.000 euro, nel settore alberghiero saranno ben poche le aziende che potranno sopravvivere”.

Le città sono ferme da marzo – sottolinea AICA -, ora la stagione invernale, che comunque avrebbe sofferto per la mancanza del turismo straniero, è fortemente a rischio. Con lo stop di questi giorni il sistema della neve non può rischiare di non partire, ma se non si attiva ora c’è il pericolo che se anche ci dovessero essere le condizioni per un’apertura più avanti, le piste non abbiano l’innevamento. Quei pochi alberghi che potranno rimanere aperti per rendere disponibile un servizio che sui territori diventa anche indispensabile, non possono dover scegliere tra decontribuzione e cassa integrazione, ma poter tutelare il lavoro in questi mesi difficili.

“Siamo allo stremo e rischiamo una sentenza di chiusura irreversibile – ha dichiarato Maria Carmela Colaiacovo, Vice Presidente di Confindustria Alberghi -. Serve un cambio di passo, con un sostegno forte, strutturato e consapevole della drammatica realtà del settore.”

 

Confindustria Alberghi: ennesimo duro colpo per l’ospitalità
- Ultima modifica: 2020-11-06T09:44:26+01:00
da Redazione

1 commento

  1. Buongiorno,

    sottolineo che molti realtà stagionali non hanno ricevuto quest’anno il becco di un quttrino. Questo è dovuto al fatto che il termine di comparazione per il calo di fatturato è stato fissato in aprile 2020 su apripe 2019.

    Aprile per il turismo stagionale è semplicemente sbagliato. Molte attiività sono infatti chiuse dato che la stagione invernale è finita e quella estiva è al di la’ dal cominciare. Se poi si considera che il recente decreto ristori fa sempre capo ad Aprile 2020 come mese di verifica il tutto fa cadere semplicemnte le braccia.

    Nello specifico noi in marzo 2020 abbiamo perso il 60% di fatturato, nulla in aprile dato che solitamente in quel mese siamo chiuso. La stagione estiva ha dato dei buoni segnali di ripresa in Agosto, ma giugno e luglio sono no pervenuti (anche qui un bel meno 60%). Il risultato di tutto questo è che, pur avendo un calo consistente del fatturato 2020, non abbiamo diritto a nulla. A tutto questo si aggiunge una stagione invernale molto incerta.

    Non so se il management di Confindustria leggerà mai questo commento, ma il punto è che il calcolo dei ristori andrebbe calcolato almeno in modo trimestrale (marzo-maggio, giugno-agosto, settembre-novembre, dicembre-febbraio) se non annuale.

    Un saluto,

    Michele

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