Confindustria Alberghi monitora le riaperture e lo stato dell’occupazione

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In Italia ad oggi risulterebbe operativo
solo il 25% degli hotel. Lo si evince da un’indagine di Confindustria Alberghi. Dall’8 giugno l’associazione degli albergatori ha avviato un’attività di monitoraggio sulle riaperture alberghiere durante la fase 3, finalizzata anche a fotografare l’andamento occupazionale del comparto.

Agli alberghi ancora chiusi è stato chiesto di indicare se la riapertura è in programma nelle prossime settimane, ma solo il 20% ha dichiarato l’intenzione di riaprire da qui a fine giugno. La riapertura è condizionata da diversi fattori, la domanda è debolissima e i costi per gestire la sicurezza anti covid incidono in modo significativo sui costi di gestione.

Il primo sondaggio di Confindustria Alberghi è stato realizzato dall’8 all’11 giugno. La situazione che ne è emersa risulterebbe ancora complessa. Delle strutture aperte, il 50% circa si trova in località di mare, mentre il restante 50% è situato tra città d’arte e campagna. Il settore termale non sembrerebbe ancora essersi messo in movimento, quasi sicuramente a causa della mancanza dei protocolli di sicurezza.

L’indagine ha messo inoltre in confronto la situazione del lavoro attuale con quella dello stesso periodo del 2019. Anche in questo caso il quadro non è confortante: tutti gli operatori che hanno risposto segnalano di aver potuto richiamare in servizio solo parte dell’organico. Sul fronte dei lavoratori stagionali, poi, il numero degli assunti è di gran lunga inferiore se paragonato a quello dell’anno precedente.

In sostanza, i dati emersi dal sondaggio di Confindustria Alberghi rispecchierebbero il sentire degli operatori. “Eravamo partiti da una situazione di quasi totale fermo del settore con oltre il 95% delle strutture alberghiere chiuse e oltre il 97% dei lavoratori in cassa integrazione. La situazione si sta modificando molto lentamente e la cautela induce le aziende ad attendere”, si legge nel comunicato di Confindustria Alberghi.

Occupazione ancora bassa

Tra i pochi hotel che hanno riaperto, prevalgono le strutture di mare che hanno una stagionalità strettamente legata al clima. In maggiore difficoltà l’offerta delle città, condizionata dai mercati internazionali ed al turismo business, che ad oggi sono fermi in attesa che la domanda possa rimettersi in movimento.

Comunque, in base alla fotografia di Confindustria Alberghi, anche dove si è deciso di riaprire, le presenze in albergo sarebbero molto basse e quindi gli organici, non sono al completo e parte dei lavoratori resta ancora in cassa integrazione. “Quello che abbiamo imparato in questo periodo – conclude l’associazione degli albergatori – è che le situazioni possono cambiare molto velocemente, di settimana in settimana continueremo a seguire l’evoluzione del mercato sperando ci possano essere le condizioni per una ripresa”.

 

Confindustria Alberghi monitora le riaperture e lo stato dell’occupazione
- Ultima modifica: 2020-06-11T20:17:56+02:00
da Maria Grazia Ventura

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