Una lettera al premier Mario Draghi per significare la necessità di occuparsi della ricettività italiana anche nella Manovra di Bilancio 2022. L’ha scritta Confindustria Alberghi, che fin dall’esordio riconosce nella missiva che “molto è stato fatto in questi mesi. L’impegno del Governo e del Ministro Garavaglia è stato fondamentale per ricostruire la fiducia degli operatori”.
Subito dopo, l’associazione rimarca però, attraverso la presidente Maria Carmela Colaiacovo, che “il protrarsi delle difficoltà richiede ancora interventi mirati a sostegno del settore, nell’attesa che l’economia del turismo in Italia possa ritrovare il suo equilibrio tornando ad aprirsi ai flussi internazionali”.
Così, nei giorni della discussione sulla Manovra, ad Aica “sembra che il tema degli aiuti sia uscito fuori dai radar. Molta parte dell’economia italiana è in ripresa, ma per il mondo alberghiero, quello più tradizionalmente vocato al turismo internazionale, la situazione resta difficile. A fronte dei 220 milioni di presenze straniere nel 2019, a tutt’oggi l’Italia ne ha registrate poco più di 15 milioni e le prospettive per i prossimi mesi, con il perdurare delle restrizioni di viaggio, non sono certo migliori. Le città d’arte continuano a soffrire della mancanza di domanda estera e il dato cumulativo relativo al tasso di occupazione di Roma ad esempio, secondo i dati del nostro Osservatorio, registra un -63,6% rispetto al periodo gennaio/settembre 2019. È chiaramente impensabile poter contare su un effetto sostituzione da parte del turismo interno”.
“Nella lettera inviata a Draghi – spiega Colaiacovo – abbiamo espresso la necessità di prevedere ancora per i prossimi mesi misure di sostegno che permettano alle aziende di traguardare il superamento della crisi ed evitare nell’immediato futuro un blocco degli investimenti con la conseguente perdita di competitività dell’offerta turistica italiana. Ad oggi, l’estensione del bonus affitti – fermo a luglio scorso – e l’esenzione dalla seconda rata IMU per chi ha subito perdite significative, continuano ad essere necessarie. Così come sarebbe importante poter contare su ulteriori misure di supporto alla sostenibilità dell’indebitamento, come la proroga della moratoria sui mutui, in scadenza il prossimo 31 dicembre, e l’allungamento della durata dei finanziamenti garantiti dallo Stato”.
Tra i nodi irrisolti, infine, Aica mette anche “quello degli aiuti di Stato che, su una crisi di così lungo periodo, sta condizionando la possibilità per molte realtà di grandi, medie e piccole dimensioni, di fruire degli aiuti già previsti nonché delle risorse stesse disposte dal PNRR, e delle grandi imprese che sono state escluse da molti degli interventi e che comunque si trovano ad attraversare una situazione complessa”.