Confindustria Alberghi: una ripartenza tutta in salita

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In questo inizio di settimana che sembra segnare una svolta dopo un periodo buio, però, stridono le parole di Confindustria Alberghi. L’associazione degli albergatori, infatti, informa che sono ancora molte le incognite per il mondo hospitality, ribadendo la necessità di interventi urgenti e mirati per garantire la sopravvivenza del settore. Ad oggi, sottolinea Confindustria Alberghi, oltre il 95% delle strutture alberghiere è ancora chiuso e il 97% dei lavoratori del settore è in attesa della cassa integrazione.

Il weekend del 2 giugno si è concluso ancora con un nulla di fatto per il settore turistico – si legge nella nota di AICA -, con mancati introiti stimati per almeno 1 miliardo di euro che vanno a sommarsi a circa 25 miliardi di euro, dovuti al fermo del settore che, va ricordato, ormai dura da 100 giorni. Gli effetti delle misure di sostegno per le imprese tardano ad arrivare e le perdite accumulate non potranno in alcun modo essere colmate. Nel settore alberghiero non esiste magazzino, la camera che non viene venduta è persa e non potrà più essere recuperata.

Le prospettive per le prossime settimane, per chi deciderà di riaprire sono comunque molto difficili, sottolinea l’associazione, con un mercato di fatto ridotto per l’assenza del turismo straniero e l’incremento dei costi determinato dalla gestione della sicurezza che le aziende ricettive assicurano a tutti i loro ospiti.

Le richieste per il comparto alberghiero

In primo luogo Confindustria Alberghi chiede il passaggio dagli ammortizzatori sociali a una riduzione del costo del lavoro per agevolare il ritorno all’occupazione di chi oggi è in cassa integrazione. Una misura, a costo zero per le casse dello Stato secondo AICA, che riporterebbe i lavoratori in azienda con il recupero della piena retribuzione e renderebbe più sostenibile la riapertura per le imprese.

Abbiamo di fronte a noi un periodo di grosse incertezze e un percorso totalmente in salita – ha dichiarato Maria Carmela Colaiaicovo, Vice Presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi -. Le nostre strutture sono ancora chiuse e per quelli che apriranno, i prossimi mesi saranno quasi certamente caratterizzati da una bassissima occupazione. 

“Il problema che più ci preoccupa è che molti operatori non possano riaprire in assenza della necessaria sostenibilità economica – prosegue il Vicepresidente di Aica -. I flussi di cassa si sono interrotti drasticamente i primi di marzo e per questo auspicavamo in un intervento del Governo che sostenesse le imprese in questa situazione di assoluta gravità. Sono necessarie misure subito efficaci che rendano possibile la ripresa dell’attività e mettano al riparo le imprese del settore dagli appetiti di speculatori, o peggio della malavita“.

Confindustria Alberghi: una ripartenza tutta in salita
- Ultima modifica: 2020-06-03T21:39:38+02:00
da Maria Grazia Ventura

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