Grand hotel Metaverso

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Il metaverso è già qui. E per restare, senza ombra di dubbio. Lungi dall’essere una moda passeggera, questo nuovo strumento – che l’informatico Steve Bambury definisce come “la convergenza di realtà virtuale, realtà estesa, informatica spaziale e tecnologia immersiva con blockchain, NFT e Web3” – si propone oggi come ineludibile ponte tra mondo reale e virtuale, in grado di portare ai massimi livelli quella user experience che tutto il turismo mette al primo posto tra le necessità di questo scorcio di secolo. E se Mark Zuckerberg si è già portato avanti con la sua Meta, è anche vero che Facebook è solo una delle tante grandi aziende fortemente interessate al metaverso. McDonald’s, Coca-Cola e Gucci sono solo alcuni dei brand mainstream che già lavorano per rivendicare uno spazio in questo mondo virtuale tridimensionale. Perché? Perché “questa non è una bolla: è l’evoluzione dell’informatica. Il nostro mondo reale è 3D, quindi ha senso impegnarsi in uno strumento 3D”, chiosa Bambury.

Cos’è il metaverso

Oltre che un modo futuristico per interagire, il metaverso promette di essere un vettore di contenuti virtuali in grado di catalizzare l’attenzione dei consumatori molto più di quanto avvenga attraverso i canali tradizionali. E questa è una buona notizia anche e soprattutto per le strutture ricettive, con l’ispirazione che può creare desiderio e, di conseguenza, sfociare in una prenotazione.

“Di primo acchito risponderei che è il futuro”, spiega Andrea Zaniolo, Brand Manager & CIO della società specializzata in marketing online Velvet Media, quando gli chiediamo cosa sia davvero il metaverso. Ma Zaniolo risale fino all’origine del termine, per meglio afferrarne la definizione, per la verità ancor oggi alquanto oscura ai più. “Metaverse è un termine coniato da Neal Stephenson – racconta il manager – nel libro cyberpunk ‘Snow Crash’ (1992), descritto dall’autore come una sorta di realtà virtuale condivisa tramite internet, dove si è rappresentati in tre dimensioni attraverso il proprio avatar. In questo mondo la differenza tra le classi sociali è rappresentata dalla risoluzione del proprio avatar e dalla conseguente possibilità di accesso a luoghi esclusivi. Il metaverso è un universo digitale frutto di molteplici elementi tecnologici, tra cui video, realtà virtuale e realtà aumentata”.
Ma con quale intento nasce tutto questo? “Essenzialmente per soddisfare la necessità di ‘experience’ che pervade ogni aspetto della società e della cultura odierna. Tutti vogliono ‘sentire’ e fare esperienza diretta, anche digitalmente: il metaverso dà la possibilità di fare un salto in un universo parallelo che digitalizza le esperienze in quanto la struttura è spazio-temporale, la stessa dell’universo fisico, composta da lunghezza, larghezza, profondità e tempo: il cyberspazio, sostanzialmente un universo creato e alimentato dalle reti globali di comunicazione”.

Una vera economia
Il metaverso non è quindi solo realtà virtuale ma un nuovo modo di interagire con la realtà, sia essa reale, virtuale, mista o aumentata. E sarà, con ogni probabilità, un’economia pienamente funzionante. Come ha scritto il manager di Epyllion Matthew Ball, “gli individui e le imprese saranno in grado di creare, possedere, investire, vendere ed essere ricompensati per una gamma incredibilmente ampia di lavori che producono valore riconosciuto da altri”. È in questo contesto che uno dei modi più importanti – e di facile accesso – in cui l’industria dell’ospitalità sta già iniziando a presentarsi all’interno del metaverso è attraverso lo sviluppo di veri e propri hotel virtuali, in grado di offrire tour in 3D utili per “dare modo alle persone di ‘assaporare’ diverse destinazioni in fase di valutazione – rileva Zaniolo – e di ‘immergersi’ virtualmente all’interno delle strutture”. I vantaggi? “In primo luogo garantire un soggiorno perfettamente aderente alle necessità, senza disattendere le aspettative, ma anche dare la possibilità di farsi notare a quelle strutture che per diversi motivi non sono ancora sufficientemente considerate perché poco conosciute”.

I pionieri dell’ospitalità
Prove generali di metaverso. Non sono poche le compagnie alberghiere che stanno approcciando il tema, ben sapendo che tra non molto – c’è chi dice un paio di anni – sarà il driver principale di accesso all’ospitalità. CitizenM, ad esempio, ha annunciato l’avvio della costruzione di un suo hotel nel metaverso, per il quale ha acquistato un sito LAND in The Sandbox, il mondo virtuale parte di Animoca Brands. CitizenM venderà nel metaverso una collezione esclusiva di NFT, con reward nel mondo reale: i profitti serviranno per finanziare la costruzione di una proprietà fisica, scelta e votata dai titolari di token. E se Marriott è stata la prima catena a vendere NFT, e si propone già da qualche tempo come pioniera di questo nuovo strumento, per parte sua anche NH Hotels si sta muovendo per tempo, principalmente – in questa prima fase – in chiave di fidelizzazione, attraverso esperienze immersive e pre-soggiorno. Ma anche le catene meno “globali” si muovono. L’italianissima R Collection Hotels, il mese scorso, ha venduto il suo primo NFT su OpenSea, del valore di 4mila euro per un soggiorno open date al Grand Hotel Victoria di Menaggio, sul Lago di Como, con tanto di suite con Vista Lago, cena esclusiva per due e accesso alla spa con massaggio incluso.

Le opportunità per gli hotel
Ancor più, gli hotel potranno offrire servizi e “oggetti” acquistabili tramite criptovalute sotto forma di Non Fungible Token e poi esperibili negli hotel del mondo “normale”. “I principali circuiti di carte di credito – osserva Zaniolo – supporteranno le valute digitali così come oggi supportano quelle tradizionali, perciò gli NFT diventeranno una risorsa per gli operatori del travel”. In realtà la tecnologia NFT apre non solo e non tanto a dinamiche di pagamento, racconta il dirigente di Velvet, ma “in primis alla possibilità di veicolare all’interno servizi esclusivi come fosse una tessera VIP o fedeltà, capace però di generare valore reciproco tra azienda e consumatore finale. NFTize your brand nasce proprio a questo scopo, e riteniamo sia il principale asset che – sia per questioni di oggettiva utilità che di facilità di utilizzo da parte dei consumatori – costituirà il principale veicolo d’accesso al metaverso anche per chi non è solito approcciarsi fin da subito alle nuove tecnologie”. Ma sul metaverso si potrà fare molto di più: “Fare shopping, andare al ristorante, ballare in un locale o semplicemente farsi una passeggiata in città? Si potrà fare comodamente seduti da casa, con auricolari e speciali occhiali da realtà aumentata (per il momento). Tutto in compagnia di chi vogliamo, anche se l’altra persona vive in un altro continente. Idem per meeting aziendali, fiere, eventi. Un mega spazio tridimensionale dove gli avatar degli utenti potranno andare in giro liberamente e ovviamente uno spazio parallelo per i brand in cui posizionarsi e promuoversi”.

Ci sarà bisogno di tutti: e arrivare prima “conta”
Ma per avere un metaverso funzionante, ci sarà bisogno di tutti: “La vera rivoluzione che troverà immediato riscontro sul mercato avverrà quando più attori collaboreranno in una direzione comune, dando modo ai propri clienti-target di avere accesso ai servizi di cui necessitano e senza dei quali un’esperienza di questo tipo non troverebbe significato. Aprire al metaverso le sole strutture come i villaggi o gli hotel, senza poi avere – per esempio – tour operator o agenzie viaggio che facilitino l’accesso e indirizzino – come avviene oggigiorno – è una grandissima barriera alla sua reale efficacia. Di certo un primo approccio, propedeutico al rendere ‘user friendly’ la tecnologia, è quello di creare esperienze immersive, inizialmente ad uso promozionale fortemente impattante per poi domani tradursi negli scenari precedentemente descritti”.
Perché gli alberghi dovrebbero fare il loro debutto nel metaverso? “Perché in futuro non sarà più una decisione ma una ‘conditio sine qua non’, perciò meglio arrivare prima che seguire la scia. Soprattutto, per affacciarsi a questo mondo è meglio affidarsi a chi ha esperienza in merito, ossia alle agenzie che ad oggi si stanno specializzando nei vari settori”. E se qualcuno si sta interrogando sulla complessità e sull’onerosità dell’operazione “sbarco nel metaverso”, Zaniolo fa rilevare che “esistono tecnologie più datate che obbligano a investimenti e tempistiche ben maggiori. La vera sfida sta nel comunicare e tradurre in maniera efficace le reali e tangibili possibilità che sono a disposizione, concentrandosi in quelle a maggior valore aggiunto, soprattutto in un’epoca post-pandemica nella quale, per le aziende, gli investimenti rappresentano un punto di forte attenzione”.

Grand hotel Metaverso - Ultima modifica: 2022-07-12T15:35:20+02:00 da Gianluca Miserendino

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HD – Single Template - Ultima modifica: 2021-09-24T15:19:00+02:00 da Redazione Digital Farm
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