Il Carlton Tower di Londra cambia approccio al lusso. Il GM ha lavorato dieci anni in Italia

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Icona dell’ospitalità di lusso londinese dal 1961, il Carlton Tower dal 2001 appartiene a Jumeirah Dubai Holding. A settembre 2019 la struttura ha chiuso i battenti per essere sottoposta a un radicale intervento di restyling secondo un nuovo concept di lusso, meno appariscente, all’insegna dell’eleganza e dell’esclusività data da un’accoglienza e servizi personalizzati, ma anche della flessibilità che i tempi richiedono. La riapertura era fissata per il primo dicembre ma – a causa del lockdown imposto in questi giorni nel Regno Unito, dal 5 novembre ad almeno il 2 dicembre – al momento resta in sospeso, in attesa di tempi migliori.

Il “nuovo” Carlton Tower Jumeirah ospita 187 camere, comprese 87 suite. Alla guida dell’hotel un General Manger che alle spalle ha una decina di anni di esperienza nell’ospitalità di lusso italiana: Aaron Kaupp, che ricopre anche il ruolo di Vicepresidente regionale a Londra della compagnia. Il GM ha seguito direttamente tutte le fasi della ristrutturazione, lavorando per mesi a stretto contatto con gli interior designer su piccole variazioni degli interni per far fronte al distanziamento sociale, ma con un approccio flessibile in modo che gli spazi possano essere facilmente riadattati quando le misure di sicurezza legate alla pandemia saranno solo un brutto ricordo.

Il ristorante “Al Mare”, nuovo concept di pesce mediterraneo guidato da Mario Calenzo, ex Head chef del ristorante Zuma, prenderà il posto del vecchio ristorante Rib Room vintage del 1961.

L’esperienza milanese e il cambio di rotta

Obiettivo del Carlton Tower Jumeirah è aprire con uno staff di 212 persone a tempo pieno. Come si legge sulla testata americana Hotels, il General Manager – che ha lavorato dieci anni in Italia più quattro anni alla direzione del Royal Monceau Raffles di Parigi – attribuisce grande importanza alla moda e al look del personale, che non deve indossare un’uniforme ma piuttosto un abbigliamento di tendenza, in stile contemporaneo, per conquistare anche le nuove generazioni.

Un altro aspetto che va sottolineato è il grande valore che il General Manager attribuisce alla professionalità maturata nel settore hospitality per la selezione del personale. “Quando abbiamo aperto l’Armani Hotel Milano nel 2011 – racconta Aaron Kaupp – abbiamo scelto deliberatamente solo chi non aveva esperienza nel campo dell’ospitalità. Ho subito capito che era un errore”.

“L’ospitalità – conclude Kaupp – è un lavoro d’amore con lunghe ore di impegno e nell’ambiente di oggi credo che il carattere personale e la passione per l’ospitalità siano entrambi vitali“.

Il Carlton Tower di Londra cambia approccio al lusso. Il GM ha lavorato dieci anni in Italia
- Ultima modifica: 2020-11-03T12:35:41+01:00
da Redazione

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