La lectio magistralis di Erik Niessen Johansen a Villa Olmi a Firenze

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Il corso di design della Hospitality innovation Academy si è concluso con una lectio magistralis di Erik Niessen Johansen che si è tenuta il 12 gennaio a Villa Olmi, a Firenze ed è stata aperta anche a albergatori, architetti e operatori del settore.
Il fondatore e direttore creativo dello studio di progettazione per l’ospitalità Stylt ha un legame speciale con la città di Firenze, nella quale ha studiato e dove si è appassionato al Rinascimento; in particolare, all’idea di collaborazione che in quel periodo ha permesso la nascita di opere d’arte straordinarie.

Il dialogo tra competenze
“Durante il Rinascimento si aprivano grandi studi in cui designer, pittori, cantanti, ballerini, ingegneri e architetti lavoravano tutti insieme – spiega EriK Niessen Johansen –  Persone con diverse competenze e diverse esperienze collaboravano. Questo ha dato inizio a un momento entusiasmante nella storia: il cantante rendeva migliore l’architettura il pittore ispirava l’ingegnere. Questa collaborazione tra diverse discipline mi ha sempre affascinato punto credo che sia lì che avviene l’innovazione, quando c’è una conversazione in corso tra persone con diverse esperienze, con obiettivi e prospettive di vita diverse”. La fascinazione per questa idea si vede anche nel lavoro dello studio che Erik Niessen Johansen ha fondato a Göteborg, in Svezia: si chiama Stylt Trampoli e il suo logo è un uomo che, stando proprio sui trampoli, cammina guardando davanti a sé. E da un’altezza diversa da quella da cui guardano gli altri, riesce a guardare più lontano, da un’altra prospettiva.

Cambiare punto di vista
La lezione ai giovani studenti della Hospitality Innovation Academy è partita da questo invito, quello a adottare punti di vista innovativi, a cominciare dall’approccio al tema per lusso. L’idea del lusso è completamente cambiata trasformandosi nel tempo e oggi non ha più nulla a che vedere con lo sfarzo, anzi: è il collezionare esperienze straordinarie. Calata nel settore della ricettività, significa che non è più sufficiente avere un hotel con una posizione invidiabile, le camere accoglienti e un wi-fi perfettamente funzionante; tutto ciò è necessario ma non basta. Quello che un hotel deve saper fare oggi in più è proporre emozioni. E quindi necessario avere argomenti emozionali per potersi proporre sul mercato con un prodotto che sappia distinguersi nel panorama ed è altrettanto necessario saperli raccontare, costruire uno storytelling convincente e farlo arrivare ai propri ospiti, affinché possano sentirsi parte del racconto.
Così si può realizzare proprio quella collaborazione del Rinascimento fiorentino tanto cara all’architetto, che coinvolge tutti, dal committente al dipendente e all’ospite. Le storie sono il filo rosso nella creazione dei concetti, guidando ogni aspetto dello sviluppo, dal posizionamento del brand all’allestimento del tavolo. E questo iter lineare si traduce in un design coerente, coinvolgente e memorabile in grado di creare esperienze altrettanto coerenti, coinvolgenti e memorabili per i clienti. Un percorso ideale per trasformare gli ospiti in promotori e testimonial dell’hotel generando pubblicità e passaparola. E condivisioni: un tema che con i social come mezzo di comunicazione fondamentale è imprescindibile.

Il caso di Pater Noster
Tutti i lavori dello studio Stylt sono concretizzazioni della filosofia di Erik Niessen Johansen, dal Downtown Camper di Stoccolma al ristorante della Lego House di Billund, dalla Niehku Mountain Villa a Riksgränsen al 25Hours di Düsseldorf.
A rappresentare forse in modo esemplare il percorso creativo di EriK Niessen Johansen è l’hotel Pater Noster, a Hamneskär, un’isoletta al largo della costa occidentale della Svezia. Qui nella figura dell’architetto converge anche quello del proprietario e del gestore: una condizione ideale per sviluppare il percorso creativo in totale autonomia partito dalla firma del contratto a inizio 2020 per la gestione dell’isoletta. Ma il 2020 è stato l’anno del Covid, non certo il periodo ideale per promuovere e far decollare l’attività di una struttura ricettiva. L’unica cosa possibile era comunicarlo, e su questo lo studio ha lavorato in modo, naturalmente, originale e innovativo.

Formazione per l'alta ospitalità
Hospitality innovation Academy e un’accademia di alta ospitalità con sede a Firenze strettamente connessa al mondo delle aziende che fa della dinamicità l’elemento chiave per crescere e sviluppare attraverso la partecipazione a progetti reali, lo studio di casi, lavori individuali e di gruppo, team building, le competenze concrete e le conoscenze necessarie per poter diventare un manager nel mondo dell’ospitalità. Il punto di forza è uno staff formato da docenti del mondo accademico e professionisti delle realtà aziendali connesse all’ospitalità. L’Accademia è al suo secondo anno di attività e le materie di studio nei primi due anni sono inerenti a leadership, risorse umane, hospitality management e room division, revenue management, sales e attività di vendita, housekeeping e quality management, gestione d’impresa, business organization, travel industry e destinations, F&B management, controllo di gestione, digital, business data analysis, macroeconomia, inglese, francese, marketing alberghiero, design alberghiero, comunicazione e public speaking, sostenibilità ambientale, event management. La scuola ha molte partnership con il mondo dell’ospitalità; forte la collaborazione con To Florence Hotels dove si svolgono parte delle lezioni (Hotel Plaza Lucchesi, Villa Olmi, Mulino di Firenze) di cui Giancarlo Carniani è anche general manager.

Nove camere, 18 ospiti, un arredo che ha recuperato mobili e complementi vintage ispirandosi alla storia dell’isola e del faro, un ristorante con cucina basata sul pescato del giorno e uno chef che passa dalla muta da sub al grembiule e ai fuochi per seguire tutto l’iter del suo piatto. Per mesi però tutto ciò è stato visibile solo online, perché, mentre tutti desideravano viaggiare e non potevano farlo, le foto del Pater Noster scattate dal personale e da coloro che lavoravano all’hotel hanno cominciato a circolare online e a essere oggetto di un contest per scegliere l’immagine più bella. E il faro ha fatto cominciare a sognare.
Poi è nata la collaborazione col cinema. Dapprima si è sviluppata insieme al Göteborg Film Festival, che nell’edizione del 2021 ancora ‘pagava’ le conseguenze della pandemia e quindi dell’impossibilità di avere pubblico in sala. Il Pater Noster insieme al festival ha deciso di offrire a un fortunato appassionato di cinema la possibilità di seguire – e votare – tutti i film in gara in una location d’eccezione: l’isola. A vincere quest’esperienza straordinaria è stata un’infermiera svedese.
Il legame con il mondo del cinema era stabilito; il passo successivo ha alzato l’asticella: nelle borse regalo distribuite ai vincitori degli Oscar è stato incluso l’invito a soggiornare al faro; con tutto il seguito di condivisioni social, tam tam della notizia su giornali, siti web e, naturamente e soprattutto, sui social.
“Il Pater Noster era stato definito dai media come l’albergo più innovativo dell’ultimo decennio prima ancora che i giornalisti avessero avuto l’occasione di vederlo” ha raccontato a conclusione della lezione Erik Niessen Johansen.

Le sfide del futuro
La lezione ha rispettato le aspettative che, nelle premesse di Giancarlo Carniani, fondatore dell’Hospitality innovation Academy, intendeva essere illuminante. “Ascoltarlo mentre racconta come sono nate alcune sue idee – Pater Noster su tutte – è come venire immersi in un mondo di creatività e dimensioni che solo i grandi architetti riescono a trasmettere” commenta Carniani. Perché la progettazione di un hotel è in continua evoluzione e adottare punti di vista originali – come i trampoli di Erik invitano a fare – porta ad affrontare le sfide in maniera consapevole, coraggiosa e lungimirante.

La lectio magistralis di Erik Niessen Johansen a Villa Olmi a Firenze - Ultima modifica: 2024-01-14T19:39:16+01:00 da Anna Calvanese

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