Milanesità e design nelle nuove suite del Park Hyatt Milano

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Dopo il cocktail bar Mio Lab e il ristorante fine dining Pellico 3 prosegue la riqualificazione del Park Hyatt Milano che, in occasione dei festeggiamenti dei primi 20 anni di attività, ha svelato 5 nuove camere, 3 Signature Suite e 2 Suite, firmate sempre dall’architetto Flaviano Capriotti.
L’intervento di riqualificazione estetica e funzionale degli spazi ha coinvolto camere di diverse categorie e dimensioni, che esprimono in carattere, servizi e fascino il senso dell’ospitalità nell’altissimo di gamma (Park Hyatt è un cinque stelle lusso).

Ma le suite meritano una menzione speciale. L’architetto Capriotti si è ispirato all’eredità e ai caratteri della modernità dei Maestri dell’architettura e del design del dopoguerra valorizzando materiali della tradizione e prediligendo nuance neutre per dare forma a suite dal lusso discreto e senza tempo.

Al centro del progetto ci sono Milano e la milanesità, a sottolineare il profondo legame del Park Hyatt Milano con la storia e la cultura della città. Duomo, Montenapoleone e Brera sono i nomi delle 3 signature suite, metrature diverse ma stesso segno materico e stilistico: spazi ariosi, nuance morbide, alternanza di pieni e vuoti che permettono un dialogo continuo tra interni ed esterni. Il legno massello di rovere scuro spazzolato è alternato al pregiato marmo Verde Alpi, in un gioco di equilibri che valorizza tessili e arredi tra cui – oltre alla maggior parte realizzata su disegno dell’architetto – spiccano pezzi di design firmati da Franco Albini, Luigi Caccia Dominioni, Angelo Mangiarotti, Gio Ponti, Ignazio Gardella ed Enzo Mari.
In un rimando all’antica arte della lavorazione della seta, celebrata tra Milano e il Lago di Como, l’architetto ha scelto di rivestire le pareti delle suite con carta da parati in seta color grigio perla, intervallandola a una boiserie in noce nazionale biondo, materiale della tradizione qui utilizzato nella sua cromia naturale.
 

La suite Brera si trova al piano nobile dell’hotel, mentre le Montenapoleone e Duomo sono al sesto piano; i loro terrazzi si aprono direttamente sui tetti della città, compreso quello della vicina Galleria Vittorio Emanuele.
“Questo scorcio di cielo milanese, dall’azzurro al ceruleo grigio fino al rosso ambrato mi ha ricordato un passo dei “Promessi Sposi” nel quale Renzo, in fuga da Milano, si rifugia in un casolare in campagna e, svegliandosi si ritrova a vivere la luce dell’alba”, racconta l’architetto, “un passaggio che ho sempre amato per la straordinaria capacità registica di Manzoni. Il senso di pace di quelle righe, circonfuso dall’amore per il panorama lombardo, è stato il punto di partenza nel viaggio che mi ha condotto alle suite”.

Milanesità e design nelle nuove suite del Park Hyatt Milano - Ultima modifica: 2024-04-12T09:13:53+02:00 da Sabrina Piacenza

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