Oms, linee guida per l’hospitality: complicazioni o anche opportunità?

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Ieri il Presidente del Consiglio ha annunciato la proroga del lockdown fino al 3 maggio. Ci sono segnali di miglioramento del contagio, ma non è dato ancora sapere quando potremmo riprendere a viaggiare.
In questo clima di incertezza per il settore turistico, l’Oms, Organizzazione mondiale della sanità, ha già stilato le prime linee guida cui dovranno attenersi le strutture ricettive. È un documento provvisorio, dovrà infatti tenere conto di come evolverà la pandemia e delle nuove evidenze scientifiche sulla trasmissione del virus; ma le indicazioni dell’Oms ci aiutano a delineare un primo scenario futuro possibile su come cambierà il servizio in hotel, soprattutto nelle fasi transitorie che precederanno la disponibilità di un vaccino e l’immunità diffusa.

Dalle disposizioni dell’Oms, soprattutto, si evince quanto si complicherà la vita per gli operatori del settore, albergatori e dipendenti, specie nelle strutture di piccole dimensioni. Il mondo dell’hotellerie è abituato da sempre a regole igieniche e di sicurezza rigorose (vedi Haccp, antincendio), ma queste ennesime disposizioni comportano nuove responsabilità e richiedono formazione, spazio, nuove incombenze, forse più personale, investimenti… insomma, in sostanza, meno ospiti in casa a fronte di maggiori costi probabilmente.

Cosa cambierà?

Nel documento dell’Oms si parla di piani d’azione da redigere in accordo con le autorità sanitarie, di dotazioni di kit medici in reception, di disinfezione dell’acqua, di sanificazione delle aree comuni e pulizie più approfondite per le camere.
Oltre all’obbligo di mantenere il distanziamento sociale, di informare la clientela sulle misure igieniche adottate e invitarla al lavaggio delle mani, a non toccarsi il viso ecc., di dotare gli addetti alla pulizia di guanti, camici usa e getta e scarpe chiuse, di monitorare i casi sospetti, essere pronti ad intervenire in caso di malori o crisi respiratorie…

Al ristorante i tavoli dovranno essere posizionati in modo che la distanza tra il dorso di una sedia e un’altra sia maggiore di un metro, così come la stessa distanza dovrà essere mantenuta per gli ospiti seduti di fronte. Anche i buffet, breakfast e non, dovranno essere totalmente ripensati; forse per alcune strutture sarà più semplice eliminarli, tornare al servizio al tavolo… ma ciò richiede la disponibilità di nuovo personale.
Un altro aspetto contenuto nelle linee guida riguarda gli addetti alla reception che, nei limiti del possibile, non dovrebbero avere una certa età o particolari patologie.

Solo complicazioni?

Ferma restando la necessità di garantire la massima sicurezza possibile a personale e clienti, è palese che non sarà facile per gli alberghi rimodulare il servizio alla luce di quanto previsto dall’Oms. Ma queste, che appaiono ennesime complicazioni per mondo hospitality, non potrebbero rivelarsi anche un’opportunità? Le nuove regole igieniche non potrebbero rappresentare un vantaggio competitivo per gli hotel nei confronti di chi si improvvisa nel mondo dell’ospitalità?

Qui è possibile scaricare il documento integrale dell’Oms

Oms, linee guida per l’hospitality: complicazioni o anche opportunità?
- Ultima modifica: 2020-04-11T13:05:56+02:00
da Redazione

1 commento

  1. Gli addetti al ricevimento che non dovrebbero avere una certa età…perla di saggezza e riconoscimento di professionalità che andranno perse…e ve lo meritate.

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