Hotel Ottilia, Copenhagen. Nella tana del luppolo

A Copenhagen un ex birrificio della Carlsberg è stato in parte convertito in un boutique hotel ricco di suggestioni. Un progetto che valorizza il legame con la storia e l’origine industriale degli spazi
A Copenhagen un ex birrificio della Carlsberg è stato in parte convertito in un boutique hotel ricco di suggestioni. Un progetto che valorizza il legame con la storia e l’origine industriale degli spazi

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Le conversioni di spazi industriali in strutture di ospitalità non sono una novità, anzi. Ogni conversione, però, è una storia a sé. Così, a Copenhagen, la trasformazione dell’ex birrificio della Carlsberg nell’Hotel Ottilia è interessante per più motivi.

Il grande stabilimento dove la birra è stata prodotta dal 1847 al 2008 negli ultimi anni è diventato protagonista di un progetto urbanistico che sta trasformando l’ex fabbrica in un nuovo, moderno quartiere della capitale danese (vedi box). L’Ottilia è l’unico albergo del complesso e occupa due edifici di valenza storico-architettonica e per questo protetti dall’equivalente delle Belle arti danesi: la Malteria, costruita nel 1881 in mattoni rossi, con la sua torre rotonda è uno degli elementi più riconoscibili del complesso; e il Magazzino della birra 3, progettato dall’architetto Svenn Eske Kristensen nel 1967, facilmente identificabile grazie ai 64 scudi dorati di 2,2 metri di diametro che ornano una della sue facciate e che, si dice, rappresentano il fondo delle bottiglie di birra. Pare che, all’epoca della costruzione, ogni scudo sia costato quanto una Volkswagen.

Proprio la presenza di questi scudi – intoccabili perché protetti – ha rappresentato una delle sfide del progetto di conversione, perché impossibile toglierli per ricavare finestre e dare così luce naturale alle camere realizzate su questo lato del magazzino. La soluzione trovata, racconta Søren Brøchner, proprietario del gruppo alberghiero che gestisce Ottilia, è stata quella di togliere alcuni mattoni ai lati di ciascuno scudo, aprendo delle finestrelle verticali a zigag che assomigliano a delle cerniere. Più facile incorporare nel design delle camere le finestre circolari che corrispondono agli scudi sul lato opposto dell’ex magazzino: il semicerchio inferiore di ogni finestra ora alloggia un divanetto in pelle e i grandi oblò panoramici sono diventati uno degli elementi di design più “instagrammabili” e identificativi dell’hotel: “Non ci sono molti altri alberghi con le finestre rotonde, gli ospiti le adorano”, dice Brøchner.

Il legame con le origini

La conservazione e la valorizzazione del legame con la storia e l’uso industriale dei luoghi è il fil rouge che lega i vari aspetti del progetto. Così, per esempio, sono stati conservati i silos del malto in cemento grezzo, le passerelle aeree in metallo, le pareti con mattoni a vista. Il legname di recupero è stato usato per costruire tavoli e sedute, ed è ancora possibile scorgere qualche chicco di cereali tra le fessure del legno.

Gran parte del resto degli arredi e degli accessori è stato realizzato su disegno in collaborazione con aziende di design scandinave e no, quando possibile rivolgendosi agli stessi fornitori che in passato avevano lavorato con il birrificio, per mantenere una connessione anche con le realtà artigianali e industriali locali. Anche quando disegnati espressamente per l’hotel, mobili e accessori sono poi messi in produzione anche per il grande pubblico: “Li abbiamo sviluppati in collaborazione con i nostri fornitori, e ora sono acquistabili anche in negozio”, precisa Brøchner.

Altri dettagli stabiliscono legami di continuità con il passato dell’edificio. Il nome dell’hotel, per esempio: Ottilia era la moglie di Jacob Carlsberg, proprietario del birrificio nella seconda metà dell’800. Jacob e Ottilia si erano conosciuti a Edimburgo e il cardo, il fiore simbolo della Scozia, è un motivo decorativo ricorrente nell’hotel. Interessante è anche la partnership con il gruppo Carlsberg per produrre la birra Ottilia Lager usando luppolo coltivato sulle terrazze dell’hotel e lievito originale Carlsberg.

L’Ottilia Lager si può ordinare nel lobby bar, che condivide lo spazio con la reception ed è disegnato per accogliere e favorire la socializzazione e il networking. Un momento di scambio e di incontro è l’ora dell’aperitivo, con una formula speciale: per un’ora al giorno, tra le 17 e le 18, a ogni ospite viene offerto gratuitamente un bicchiere di porto o di vino della casa, bianco o rosso, prodotto in Portogallo espressamente per il gruppo Brøchner. “Per noi, la Wine hour è un modo per portare gli ospiti nella lobby, farli incontrare e dimostrare loro che siamo felici di averli nel nostro hotel”, rivela Brøchner. Un altro punto di forza del bar è la selezione di gin e toniche. Il bar è gestito direttamente, mentre del ristorante dell’hotel, Tramonto, si occupa un partner ristoratore. Tramonto si trova all’ultimo piano, ha una grande terrazza panoramica, propone cucina italiana, è aperto anche al pubblico esterno ed è molto popolare tra i locali. “Dei clienti delle nostre 155 camere, il 20-30% mangia nel nostro ristorante interno. Ma Tramonto ha molti coperti, per cui il pubblico esterno è fondamentale”, racconta Brøchner.

Attenzione all’ambiente

Un altro capitolo del progetto è – prevedibilmente – quello dedicato alla sostenibilità, che nel caso di Ottilia si declina, oltre che nel recupero dei materiali antichi, anche nell’uso di moderne tecnologie per il risparmio energetico, come l’impianto di condizionamento che utilizza l’acqua fredda dei canali e dei porti del luogo per il raffreddamento. Altre politiche riguardano l’eliminazione graduale di tutta la plastica, la riduzione degli scarti alimentari, e la collaborazione con organizzazioni di beneficenza per la distribuzione del cibo non consumato. Per gli ospiti dell’hotel, invece, la prima colazione è composta per il 90-100% di prodotti bio. Ottilia ha quindi 155 camere, tra cui le loft suite che sono state ricavate nella torre circolare.

Gli spazi Mice comprendono una decina di sale con una capienza che va da 2 a 120 persone. Accessibile dalla lobby dell’hotel, inoltre, è la lounge Dipylon, una grande sala sopra la storica porta di ingresso dello stabilimento. Nel seminterrato è stata di recente aperta la spa AIRE, che non fa parte dell’hotel ed è gestita da un gruppo spagnolo.

In tutto, la conversione dell’hotel ha richiesto un investimento di circa 300 milioni di corone danesi (che corrispondono a circa 40 milioni di euro). L’immobile appartiene a una società che vede tra gli azionisti il gruppo Carlsberg e alcuni fondi pensione danesi. Il progetto, dalla prima concezione all’inaugurazione, ha richiesto circa tre anni. Inaugurato nel 2019, l’hotel Ottilia ha subito attirato un mix di clientela business e leisure, con molti turisti internazionali, grazie alla posizione in un’area che mescola realtà economiche e attrazioni turistiche, prima fra tutte il Museo Carlsberg.

Il Carlsberg City District
Nel 2008 Carlsberg ha smesso di produrre birra nel suo vasto stabilimento storico di Copenhagen. Subito dopo, è iniziato il progetto di riqualificazione che ha trasformato l’ex birrificio (che occupa un’area di oltre 30 ettari e comprende diversi edifici storici) nel Carlsberg City District, un moderno quartiere con un mix di residenze, servizi e attività commerciali e culturali, tra cui l’hotel Ottilia e il Carlsberg Museum. A regime, il nuovo quartiere comprenderà 3100 abitazioni, 30-40 tra negozi, ristoranti e bar, scuole e strutture sportive, e creerà 12.000 posti di lavoro. Quello che un tempo era l’impianto di imbottigliamento dell’acqua minerale è stato trasformato in uno spazio di 9000 mq dedicato alla danza moderna, mentre l’edificio di un’altra linea di imbottigliamento oggi ospita eventi commerciali e culturali, come fiere, congressi, concerti e ha una capacità di 6000 posti a sedere. Una nuova stazione ferroviaria collega il quartiere al centro di Copenhagen.
Hotel Ottilia, Copenhagen. Nella tana del luppolo - Ultima modifica: 2022-01-11T18:29:19+01:00 da Flavia Fresia

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