Un gigante chiamato industria turistico-alberghiera

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Uno scorcio di Firenze, tra le mete principale del turismo italiano e straniero, vista dall'Hotel Plaza LucchesiÈ il titolo eloquente del documento che Confindustria alberghi ha presentato a MEF, MISE, MIBACT e Ministero del lavoro e delle politiche sociali per rivendicare il riconoscimento, da parte delle istituzioni, del ruolo chiave del turismo per l’Italia.
L’obiettivo ovviamente è che poi il Governo agisca di conseguenza impegnandosi a fondo nell’offrire un sostegno adeguato alle aziende turistico-alberghiere e mostrando quanto prima segnali concreti sulle linee guida da seguire, ma soprattutto che si delinei al più presto una visione nazionale strategica mirata alla ripartenza del comparto, anche perché si ripercuote sull’andamento di moltissimi altri settori della nostra economia.

Dai dati e dall’analisi di CDP Think Tank, EY Hospitality e CDP Investimenti SGR, contenuti nello studio “Un gigante chiamato industria turistico-alberghiera”, si evince infatti la stretta connessione del turismo, e dell’industria alberghiera in particolare, con alcune delle principali filiere dell’economia italiana.

La profonda trasformazione che negli ultimi anni ha radicalmente modificato e ampliato il concetto stesso di ospitalità alberghiera ha determinato un profondo coinvolgimento di settori che vanno dall’edilizia alla filiera del legno e dell’arredo così come quelle della moda, dell’alimentare e dei servizi, sottolinea Confindustra Alberghi.

L’analisi guarda al settore alberghiero da un’ottica nuova. Lo studio, infatti, non ha indagato la fase della fruizione turistica che pure è di grandissima rilevanza, ma ha iniziato ad analizzare la complessa catena del valore che sta a monte e che costruisce il prodotto prima che il turista decida di comprarlo e varchi la soglia dell’hotel.

Se da un lato i consumi turistici generano un fatturato importante business to consumer che coinvolge ristorazione, agenzie di viaggi, trasporti, imprese culturali e del tempo libero ecc, dall’altro si genera un’intensa rete di scambi business to business che contribuiscono in maniera importante al fatturato di altre filiere nazionali.

L’effetto moltiplicatore del turismo

Nello studio di Confindustria Alberghi si legge che oltre il 50% dei flussi in uscita delle aziende alberghiere alimenta il fatturato di altri settori. Secondo la stima elaborata nel rapporto, il coinvolgimento di queste altre filiere vale circa 6 miliardi di euro tra l’acquisto di servizi (prestazioni professionali, utenze, energia servizi connessi a alla pulizia, lavaggi industriali, manutenzioni) e di beni e materiali (alimenti, bevande generi di pulizia e biancheria beni di consumo, materiali da bagno, apparecchiature elettroniche e software ecc). Ma la parte del leone è quella legata ad edilizia ed investimenti che, a partire dai servizi professionali di progettazione, acquisto e finanziari, passa attraverso opere di ingegneria ed edilizia volte al recupero del patrimonio esistente e, anche attraverso la filiera del legno, moda e design, trasforma opere in emozioni.

Un processo in forte sviluppo dove il moltiplicatore delle transazioni è tra i più interessanti. Dal 2018 ad oggi sono stimati investimenti pari a 1,5 miliardi di euro in ristrutturazioni e conversioni, con 2,5 milioni di euro di interventi ogni 10 milioni di capitale investito in transazioni. Tra il 2015 e il 2019 il volume degli investimenti alberghieri è stato pari a 9 miliardi di euro con un’impennata nel biennio 2018/2019 in cui si sono totalizzati 4,7 miliardi di euro. In fortissima crescita negli ultimi anni, con un incremento delle transazioni nell’ultimo quinquennio del 191%.

Ripartire per tornare a crescere

La brusca frenata dei primi di marzo ha interrotto un processo di crescita che, spinto dall’esigenza di trasformazione di un’industria ormai pienamente globalizzata, già negli scorsi anni come testimoniato dalle domande di accesso al Tax Credit, aveva coinvolto circa 15 mila aziende alberghiere italiane in processi di ristrutturazione, riqualificazione e riposizionamento del prodotto sul nuovo mercato del turismo mondiale.

Questo processo deve ripartire prima possibile, la crisi attuale è durissima ma temporanea. I modelli sociali che hanno visto il numero di viaggiatori nel mondo passare da 674 milioni nel 2000 a 1,5 miliardi nel 2019 certamente torneranno e l’Italia recupererà il suo ruolo di super potenza del turismo internazionale e di traino delle diverse filiere produttive cui è sempre più interconnessa.

La fase attuale è quindi delicatissima, le scelte di queste settimane, di questi giorni, saranno quelle che faranno la differenza. Le oltre 33.000 del settore alberghiero rischiano di non avere energia per riprendere questo cammino e nel contempo le peculiarità e le potenzialità del nostro mercato potrebbero attirare appetiti speculativi.

“L’industria alberghiera è un patrimonio che va tutelato per garantire il rilancio e la rinascita del settore, ma anche del Paese, trainando le diverse filiere interconnesse. Per questo abbiamo voluto presentare questo paper ai ministri Gualtieri, Patuanelli, Franceschini e Catalfo”, sottolinea Confindustria Alberghi.

Un gigante chiamato industria turistico-alberghiera
- Ultima modifica: 2020-04-30T12:26:42+02:00
da Maria Grazia Ventura

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