Attenti all’architetto!

Prosegue la collaborazione con Hotel Domani di un professionista specializzato in Mistery Guest, l’ispezione in incognito degli alberghi. E’ un ex direttore d’albergo con esperienze internazionali. Opera per conto di catene, consorzi e cluster alberghieri che vogliano scoprire e risolvere le magagne dei singoli alberghi prima che queste vengano segnalate dagli stessi ospiti. Un buon Mistery Guest aiuta a migliorare la Brand Reputation dell’albergo
Prosegue la collaborazione con Hotel Domani di un professionista specializzato in Mistery Guest, l’ispezione in incognito degli alberghi. E’ un ex direttore d’albergo con esperienze internazionali. Opera per conto di catene, consorzi e cluster alberghieri che vogliano scoprire e risolvere le magagne dei singoli alberghi prima che queste vengano segnalate dagli stessi ospiti. Un buon Mistery Guest aiuta a migliorare la Brand Reputation dell’albergo

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Conte Mascetti

 

 

 

In Italia gli architetti escono dall’università con una cultura finalizzata all’ornato, splendida dal punto di vista scenografico quanto poco funzionale. I migliori che ho conosciuto sono gli architetti che si sono sporcati le scarpe in cantiere imparando il concetto di funzione: ciò che è bello non è sempre funzionale, ciò che è funzionale non è sempre bello. L’architetto in gamba riesce a fondere i due concetti facendo sì che il bello sia anche funzionale. Il dramma è quando riesce a ottenere il contrario. Non sempre i committenti hanno l’autorevolezza di imporsi sugli artisti della matita…
Ai piedi delle Dolomiti delle Tofane un vecchio albergo di prestigio venne ristrutturato in maniera radicale chiudendolo per ben tre anni. Un lavoro assai importante per dotarlo anche di un garage interrato e una Spa di prestigio. Affittai una suite. Mentre salivo in camera, colsi una conversazione tra due cameriere che si lamentavano che rifacendo l’albergo l’architetto si era dimenticato di dotarlo di Office ai piani, quegli indispensabili ripostigli dove stivare cuscini, lenzuola, asciugamani, linea cortesia, vale a dire tutto ciò che serve per rifare la camera tra un ospite e quello successivo senza che le cameriere debbano perdere tempo per recarsi nel magazzino centrale dell’albergo collocato magari nel sottosuolo. La suite era bella ed elegante con un piano di lavoro davanti a una grande finestra che aggettava sulle Tofane. Bellissima. I problemi arrivarono con l’imbrunire: il tavolo da lavoro non aveva alcuna luce artificiale a illuminarlo, neppure una piantana di lato. Nulla. All’imbrunire, potevi solo smettere di lavorare. Va bene, leggerò seduto comodamente sul divano. Nossignore, la lampada che serviva il divano era bella a vedersi, del tutto inutile per illuminare adeguatamente un libro o un giornale. L’unico luogo dove si poteva leggere con comodo era il bagno servito da una luce centrale a giorno. Un luogo ideale per sostarvi alcuni minuti, non per passarci l’intera serata…
Vicino a Bologna, un grande albergo congressuale fu inaugurato senza ascensori dedicati al personale per portare i bagagli nelle camere. Il risultato? Liti continue tra ospiti e facchini per prendere gli ascensori e ascensori con le pareti di fondo rovinate dall’urto dei carrelli. Il progettista, che non aveva molta pratica di alberghi, aveva realizzato una sola entrata provocando un increscioso incrocio di flussi tra gli ospiti individuali e i gruppi congressuali.
Un industriale trentino era proprietario di un terreno nei pressi della sua fabbrica, un terreno posto tra l’autostrada e la ferrovia internazionale del Brennero. Vi costruì un albergo. All’ultimo piano della torre alberghiera c’era una suite da sogno, almeno così risultava dalla pubblicità. Ci andai. Sembrava perfetta, con un perfetto oscuramento garantito dalle tapparelle automatiche delle finestre perimetrali. Si va a dormire, luci spente: un faro illumina la camera. Per impreziosire la suite, era stata realizzata una sorta di Spa nel bagno, dotata di sauna, una di quelle saune progettate e costruite per le Spa degli alberghi. Qual era il problema? Che aveva il display delle luci per il suo funzionamento sempre acceso, notte e giorno. Un display con luci blu molto forti. Alla faccia dell’oscuramento. Riuscii a risolvere il problema coprendo il display luminoso con un tovagliolo bloccato sulla sauna con del nastro isolante di cui sono sempre dotato nelle mie visite in albergo. Purtroppo il nastro isolante nulla poté contro le vibrazioni e il rumore prodotto dai treni che passavano a pochi metri dall’albergo e che transitano tutta la notte. Sembrava che attraversassero la camera. Una notte da incubo…
Al mattino, doccia prima della colazione. Sfioro con la mano il display dei comandi e una intensa luce bianca accompagna la doccia, che è all’interno della sauna. E’ scattato l’allarme. Scendo a colazione e avviso la Reception che la sauna è “allarmata”, povera bestia… Scopro che nulla sapevano perché l’allarme non è collegato con la Reception e che per staccarlo devono venire in camera per aprire l’apposito pannello della sauna e staccare l’allarme. Kafka non avrebbe saputo fare di meglio…
Accogliere è saper progettare.

Attenti all’architetto!
- Ultima modifica: 2019-03-11T16:28:07+01:00
da Renato Andreoletti

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