I bonus vacanza sono davvero utili per il turismo?

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Che quella in atto sia la più grave crisi della nostra storia e che il turismo sia tra i settori più danneggiati dalla pandemia, non è una novità. Il punto è farlo recepire appieno a chi ci governa, a chi ha in mano le sorti del comparto. Sull’entità del danno economico al momento si possono fare solo ipotesi, ma vero è che sarà enorme e rischia di ripercuotersi sull’occupazione e su tutta l’economia che ruota attorno al comparto turistico-ricettivo.

Solo il fatturato annuo degli alberghi italiani ammonta a circa 20 miliardi di eurosi legge su linkiesta; secondo le stime nel 2020 l’hotellerie rischia una perdita del 60 per cento, pari a 12 miliardi di euro. In base alle valutazioni, inoltre, per il comparto il ritorno a condizioni di “normalità” e business pre-covid non avverrà prima del terzo trimestre del 2021. Ciò vale in primis per destinazioni come Venezia, Roma, Firenze, Milano, che lavorano principalmente con la clientela straniera. Date le premesse, viene da sé comprendere ciò che sosteniamo dagli esordi della pandemia, ovvero la necessità di un piano urgente per tutelare le aziende – e riqualificarle – e per incentivare la domanda.

A proposito di quest’ultimo aspetto, tra le misure ventilate per rilanciare il settore nell’immediato si parla anche di bonus vacanza nel prossimo decreto aprile, una misura che dovrebbe incoraggiare i connazionali a prenotare soggiorni estivi in Italia.

Le ipotesi sul bonus vacanza

Secondo quando si legge su alcune testate, la misura prevederebbe una detrazione fiscale da 100 a 325 euro per le persone che prenoteranno un soggiorno di almeno tre giorni in una struttura ricettiva italiana. Il bonus vacanza sarebbe riservato ai lavoratori dipendenti e autonomi con un reddito annuale compreso fra 7.500 e 26 mila euro, ma potrebbe variare in base al numero di componenti del nucleo familiare. Inoltre, i lavoratori dipendenti potrebbero chiederne la detrazione già nel mese successivo alla richiesta del bonus. Si parla di una misura che complessivamente allo Stato dovrebbe costare tra 1,2 e 1,5 miliardi di euro.

Molte perplessità

Sono vari gli interrogativi sulla reale utilità dei bonus vacanza, a partire dal sentiment dei consumatori che in questo frangente non vivono con serenità l’idea di affrontare un viaggio e un soggiorno lontano da casa. Altra questione è il meccanismo di sconto che per funzionare deve essere semplice, automatico e immediato. Terza obiezione riguarda il limite troppo basso di reddito per ottenere il bonus, rischiando di coinvolgere persone che, per mancanza di budget, non li utilizzerebbero comunque. Il prezzo dell’alloggio è una minima parte del costo complessivo di una vacanza.

Persino il Sole 24 ore, nel dare notizia di questa possibile misura nel prossimo decreto, ha espresso le sue perplessità al riguardo: “È utile lanciare un bonus vacanze con il decreto di fine aprile, praticamente a lockdown ancora in corso? Ci sono le condizioni sanitarie per programmare un turismo su larga scala già quest’estate? Il vantaggio fiscale basterà di fronte ai timori degli italiani per situazioni di sicurezza, per esempio in spiaggia, ancora del tutto indefinite?”

I bonus vacanza sono davvero utili per il turismo?
- Ultima modifica: 2020-04-21T19:07:22+02:00
da Maria Grazia Ventura

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