Centri benessere: la mancata riapertura è un danno per tutti

Idroterapia in un centro benessere

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Idroterapia in un centro benessereQC Terme Spas and Resorts, fondata dai fratelli Saverio e Andrea Quadrio Curzio,  è un’azienda leader in Italia nella gestione dei centri benessere e termali. Lo scorso anno, con le sue 10 strutture tra centri benessere e termali, ha raggiunto i 100 milioni di fatturato e ha avuto 1.200.000 ospiti. Con QC Terme lavorano oggi oltre 800 tra dipendenti e collaboratori.

La pandemia ne ha rallentato il dinamismo, ma non fermerà i progetti di espansione; anche se non mancano le preoccupazioni per la riapertura dei centri benessere, sulla quale aleggia tuttora l’ombra dell’incertezza, come spiega uno dei titolari.

Dal 24 febbraio siamo progressivamente andati in lockdown: 500 dipendenti sono in cassa integrazione; oltre 200 massaggiatori, quasi tutti liberi professionisti che collaborano con noi, e che da allora non hanno potuto lavorare un giorno. Nella iperproduzione normativa odierna, secondo noi confusa e che a diverso titolo ci ha riguardato, non siamo stati autorizzati a riprendere le nostre attività, nonostante da anni applicassimo già i parametri di sanificazione dell’acqua ora imposti dall’ultimo DPCM alle piscine, le quali però possono aprire al contrario nostro il 25 maggio”, racconta Andrea Quadrio Curzio.

“È una delle sperequazioni di trattamento e delle contraddizioni in cui si è infilato chi ha stilato il calendario delle riaperture” prosegue Andrea Quadrio Curzio. Noi ancor più delle piscine, o dei parchi acquatici possiamo garantire lo spazio di distanziamento tra le persone. A poco, però, sembrano valere anche i recenti studi fatti sul fatto che il virus non resista negli ambienti caldi come le saune e i bagni turchi, o i ricambi d’aria da tre a dieci volte superiori alla norma che contraddistinguono i nostri centri benessere”.

Ciò che chiede QC Terme è una norma semplice che, laddove si possano garantire i medesimi standard di sanificazione dell’acqua e di distanza interpersonale di una piscina, preveda che possano riaprire anche le vasche dei centri benessere e termali indipendentemente dai codici Ateco. “Le riaperture devono essere valutate per la sicurezza che le singole strutture garantiscono e non in base a una classificazione adottata dall’ISTAT per rilevazioni statistiche delle attività economiche”, precisa Quadrio Curzio.

L’incidenza del “benessere”

QC Terme, nel denunciare quanto siano penalizzati aziende e operatori del benessere, mette in evidenza quanto la mancata riapertura di un gruppo come il loro sia costosa anche per le casse dello Stato. “Tra cassa integrazione, sostegno alle partite IVA dei massaggiatori, il versamento mancante dei contributi, dell’IVA e delle tasse sui guadagni che non possiamo avere in quanto chiusi costa allo Stato quasi 70.000 di euro al giorno, circa 2.000.000 al mese” sottolinea Andrea Quadrio Curzio.

“Ecco, forse detta in cifre è una cosa che possono comprendere tutti, anche quelli che pensano che il wellness sia una cosetta minoritaria nell’economia e nel turismo, mentre invece in Italia vale un miliardo e duecento milioni di cui noi rappresentiamo quasi il 10%.”, conclude Francesco Varni, da sempre con i fratelli Quadrio Curzio e Amministratore Delegato del Gruppo sin dagli albori.

Centri benessere: la mancata riapertura è un danno per tutti
- Ultima modifica: 2020-05-24T09:33:15+02:00
da Maria Grazia Ventura

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