Che cosa c’è oltre il lusso? L’esclusivo

A Roma il 2 dicembre 2015 è stato aperto Palazzo Scanderbeg, costruito nel 1468 per il principe albanese re dell’Epiro giunto a Roma per partecipare all’abortita crociata di papa Pio II che doveva riconquistare Bisanzio. Palazzo Scanderbeg propone 11 unità abitative, veri e propri appartamenti all’interno di un edificio di rara eleganza con il forte sapore del tempo a pochi passi dalla Fontana di Trevi, sotto il Quirinale, nello stesso tempo appartato e discreto.
L'ingresso di Palazzo Scanderbeg
A Roma il 2 dicembre 2015 è stato aperto Palazzo Scanderbeg, costruito nel 1468 per il principe albanese re dell’Epiro giunto a Roma per partecipare all’abortita crociata di papa Pio II che doveva riconquistare Bisanzio. Palazzo Scanderbeg propone 11 unità abitative, veri e propri appartamenti all’interno di un edificio di rara eleganza con il forte sapore del tempo a pochi passi dalla Fontana di Trevi, sotto il Quirinale, nello stesso tempo appartato e discreto.

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L'ingresso di Palazzo Scanderbeg
L’ingresso di Palazzo Scanderbeg

Il lusso è sinonimo di status: devi essere ricco per potertelo permettere oppure devi essere in compagnia di qualcuno molto ricco che paghi il conto… Soprattutto, devi provare piacere a esibire la tua ricchezza. Nel settore alberghiero il lusso spesso è sinonimo di alberghi museo o di gallerie di arte moderna dove l’ospite vive in una sorta di mausoleo circondato dai quadri e dalle suppellettili di antenati altrui o all’insegna della creatività (spesso della vanità oltre che della bizzarria) di qualche artista contemporaneo. Che siano anche funzionali è la speranza di chi ha scelto di soggiornarci. Il lusso è sinonimo di visibilità: per farsi vedere, per incontrare, per sentirsi realizzati.
A Roma, per fare un esempio, il lusso, quello vero, lo trovi in un palazzo del centro di proprietà e gestito da una nota casa di moda arredato con il marmo più pregiato, arrivato da tutte le parti del mondo oltre che dalle cave più note delle Alpi Apuane, con lampade, sculture e ammennicoli di design degni del Moma di New York, con sette sole suite, con un ristorante giapponese sul roof dove devi prenotare con settimane di anticipo per potervi lasciare lo stipendio. Mangi pesce crudo e lo paghi come se fosse foderato d’oro. Paghi il rito, paghi la fama del posto, paghi il lusso di potertelo concedere. Che poi sia meglio di un piatto di spaghetti alla chitarra cacio e pepe da 10 euro al piatto… Il lusso è status, e devi potertelo concedere. Poi c’è l’esclusivo, che mira all’esperienza, che sfugge all’imperio dell’apparenza, che si nasconde semmai, che è sinonimo di privacy, della ricchezza vissuta ma non ostentata, del gentiluomo inglese d’altri tempi che le sue giacche le faceva indossare al maggiordomo quando erano nuove per non apparire volgare. L’esclusività è disporre di un appartamento nel cuore di Roma dove devi suonare il campanello la sera quando rientri, dove ti sembra di entrare in una casa e non in un albergo, con il portoncino blindato come a casa tua, dove vieni accolto con professionalità ma senza affettazione, dove puoi ciabattare per casa perché ti senti a casa, dove leggi il giornale e fai colazione sul terrazzino del tuo appartamento con il cielo di Roma sulla testa e i tetti di coppi all’interno immemore di dove ti trovi, immemore perfino di essere in vacanza. L’esclusività è disporre di una cucina dove puoi preparati un piatto veloce se non hai voglia di andare al ristorante o, meglio ancora, farlo preparare al butler che ti viene in casa per l’occasione e cucina come un cuoco professionista. Lava anche i piatti e rigoverna a fine cena. Anche la colazione è servita nell’appartamento. Questo è Palazzo Scanderbeg.
Palazzo Scanderbeg si affaccia sugli omonimi vicolo e piazza a due passi dalla Fontana di Trevi, ai piedi del colle e del palazzo del Quirinale, in una posizione defilata, trascurata dai flussi turistici che gli passano a poca distanza eppure così distanti che non avverti quella sorta di caotico rumore di fondo che caratterizza le strade turistiche di tutto il mondo. Il palazzo è del 1466, ristrutturato nel 1843, poi ancora nel 1987, reso quasi anonimo dalla posizione, aggettante sulla piccola piazzetta cinquecentesca, nascosto tra i tetti a coppi sui quali cresce una sporadica verzura che dà un tocco inconfondibile a una città che come la fenice risorge ogni giorno dalla sua incredibile complessità che assomma storia, tragedie, popoli, il tutto assemblato e disciolto nelle acque del Tevere che attraversa la città fin dalla sua fondazione, quasi 2800 anni fa (il mito colloca la fondazione della città nell’anno 753 prima della nostra era). Il principe Scanderbeg era giunto a Roma per mettersi d’accordo con papa Enea Silvio Piccolomini, Pio II, che stava organizzando una crociata per riconquistare Costantinopoli (la greca Bisanzio) presa d’assalto e conquistata dai turchi ottomani nel 1453. Giorgio Castriota principe dell’Epiro detto Scanderbeg era l’unico generale cristiano che sarebbe stato capace di sconfiggere i turchi. Lo aveva fatto innumerevoli volte per difendere il suo Paese, l’Albania. Ora l’Albania era sull’orlo della sconfitta e soltanto una crociata europea poteva salvarla dall’islamizzazione e salvare l’Europa dall’invasione turca. Visto che era a Roma, perché non concedersi una dimora degna del suo rango? La morte del papa, nel 1464, pose fine al tentativo lasciando gli albanesi in balia dei turchi anche perché lo stesso Scanderbeg sarebbe morto quattro anni dopo. L’aristocrazia albanese portò avanti la lotta del suo eroe nazionale ancora per un decennio poi abbandonò in massa l’Albania nel 1478 per trasferirsi in Italia, parte nel Pollino, oggi il più grande parco naturale a cavallo tra Calabria e Basilicata, dove ancora gli albanesi mantengono saldamente la loro criptica lingua, lo gjuha shqipe, e le originali tradizioni, parte andò in Sicilia, nella piana degli Albanesi, alle spalle di Palermo, dove anche qui continua a prosperare. Erano cristiani ortodossi, con i preti che potevano sposarsi. Ottennero la dispensa papale e ancora oggi gli albanesi d’Italia sono cristiani ortodossi e i loro preti possono sposarsi.
La morte di Pio II e di Scanderbeg lasciò i Balcani in balia dei turchi che dilagarono nell’intera penisola arrivando fino a Vienna che assediarono due volte, nel 1529 e nel 1683, respinti entrambe le volte, la seconda in maniera definitiva. L’Europa entrambe le volte rischiò una invasione da Sudest che avrebbe potuto avere conseguenze storiche difficili da immaginare.

Palazzo Scanderbeg
Acquistato nel 2007 dal Gruppo Toti, che a Roma nel settore alberghiero è proprietario e gestisce il Meridien Visconti Rome vicino alla Città del Vaticano e l’Hotel Capo D’Africa vicino al Colosseo, Palazzo Scanderbeg nel 2013 è stato sottoposto a una ristrutturazione di tipo filologico che ha rispettato l’essenza storica del palazzo realizzando nel contempo un cambio di destinazione d’uso. L’accurato restauro è stato realizzato dalla Lamaro Appalti. L’edificio è stato riaperto il 2 dicembre del 2015. Palazzo Scanderbeg propone due tipologie di ospitalità, la Townhouse e le Suites. Della presenza del Principe Scanderbeg resta traccia nel ritratto dipinto sopra il portone del Palazzo; il primo restauro è datato 1843, l’ultimo intervento di riqualificazione è stato completato nel 1987. L’edificio è sviluppato su cinque livelli fuori terra e un piano interrato che testimonia la stratificazione storica e l’antichità del primo insediamento. Il palazzo è composto da 4 piani e si articola intorno ad un cortile nel quale è presente una fontana con mascherone, elemento decorativo da cui sgorgava l’acqua, simbolo del manierismo italiano. La struttura è movimentata da antiche e graziose terrazze, ma uno degli angoli più ricercati è la Library Room in cui è possibile conversare o leggere in poltrona davanti al camino. I suoi volumi si evolvono in forme eclettiche passando senza forzature da forme tardo medioevali a forme cinquecentesche, dando vita a una struttura movimentata e affascinante, arricchita da terrazzi e corti interne. La facciata vede allineati due piani di finestre architravate e altri due a cornice semplice. Completa l’originale struttura un bel cornicione a mensole.
Gli arredi di Cappellini e Poltrona Frau, la preziosa lampada a sospensione di Terzani che illumina come un grappolo di luce la scala a forma elicoidale, i tappeti di Sartori, che mixano in delicato lavoro di patchwork parti di antichi tappeti persiani e altri elementi di arredo sono esempi di quell’elegante design italiano che esalta l’artigianalità anche nelle forme più moderne.
La Townhouse dispone di quattro appartamenti di lusso dotati di tutti i comfort, ideali per sentirsi a casa durante un soggiorno breve a Roma. Gli ambienti sono stati restaurati con cura, in uno stile contemporaneo e raffinato che esalta la struttura creando un contrasto con l’epoca dell’edificio. I pavimenti sono stati realizzati con le originali briccole veneziane.
Le sette suite consistono di appartamenti spaziosi e indipendenti con tutti i comfort di una elegante dimora privata borghese, televisori a schermo piatto da 48 pollici in salotto e in camera da letto inclusa la connessione wifi gratuita. Dispongono di soffitti con travi in legno a vista e dettagli architettonici originali come le architravi portanti sempre a vista. Nei bagni, grandi box doccia, lavelli in corian, luce diurna, pavimenti in gres porcellanato.
Ogni Suite presenta caratteristiche uniche: dalla terrazza privata sul tetto alla torretta wellness con doccia emozionale e funzione hammam. Suites e appartamenti vanno dai 30 ai 166 metri quadrati di superficie. La più grande, la Ambassador suite, è anche unica nel suo genere. Si sviluppa su tre livelli e propone anche una terrazza attrezzata con vista sui tetti romani. Propone anche una torretta wellness privata dotata di doccia con funzione hammam e cyclette Technogym. La Scanderbeg Suite da 127 metri quadrati dispone di due camere da letto e una sala da pranzo con cucina attrezzata e terrazza privata. Ubicato al quarto e ultimo piano del Palazzo, prende il nome da Giorgio Castriota Scanderbeg fece costruire il palazzo nel 1466. Il fascino storico, le alte volte con travi originali in legno bianco, la terrazza attrezzata dalla quale è possibile godere dei tramonti romani, rendono unico il soggiorno di chi desidera immergersi nell’atmosfera di un antico palazzo romano senza rinunciare alle comodità di un lusso elegante e contemporaneo.
Tutti gli appartamenti sono dotati di televisori a schermo piatto di ultima generazione, wi-fi e minibar gratuiti, possibilità di video conferenza e macchina per il caffè espresso. La linea cortesia è stata curata da C.O. Bigelow Apothecaries, rinomata azienda americana di prodotti di bellezza e di cura per il corpo.
“Palazzo Scanderbeg completa la nostra offerta ricettiva nei punti strategici del turismo romano, il Meridien Visconti Rome vicino a San Pietro e l’Hotel Capo d’Africa nei pressi del Colosseo” spiega il general manager del cluster alberghiero Giacomo Guzzardi. Marina Toti è l’amministratore delegato del gruppo. “Puntiamo molto su quello che si è dimostrato il fattore vincente negli altri due alberghi: il servizio. A Palazzo Scanderbeg l’ospite è coccolato aldilà di ogni sua aspettativa, nel rispetto della privacy e della discrezione. La conciergerie assiste gli ospiti 24 ore su 24, soddisfacendo ogni loro desiderio in maniera premurosa e impeccabile. Sono disponibili altri servizi altamente personalizzati, come il maggiordomo e lo chef a domicilio su richiesta. Gli appartamenti sono dotati di cucina completamente attrezzata in ogni dettaglio, dal forno a microonde alla cantinetta refrigerata per il vino, compresa una piccola selezione di prodotti gastronomici in omaggio.”

Che cosa c’è oltre il lusso? L’esclusivo
- Ultima modifica: 2017-01-10T11:46:11+01:00
da Renato Andreoletti

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