“Il lusso? E’ non dire mai ‘non si può fare'”. L’ultima intervista a Roberto Wirth

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Addio a Roberto Wirth. Il proprietario e direttore dello storico Hotel Hassler di Trinità dei Monti, a Roma, è infatti venuto a mancare nella giornata di ieri, a 72 anni. Imprenditore, gentiluomo e filantropo, Wirth apparteneva alla quinta generazione di una famosa dinastia di albergatori svizzeri. Ecco l’intervista che aveva concesso a Hotel Domani solo poche settimane fa.

Le tappe fondamentali e un obiettivo futuro per raccontare il suo percorso professionale.

Appartengo alla quinta generazione di una famiglia di albergatori. Anche se sono sordo profondo dalla nascita, ho sempre avuto un sogno fin da quando ero bambino, ossia gestire in autonomia un hotel. Quando avevo 5 anni sognavo di diventare un giorno albergatore come mio padre. Sono stato molto testardo e perseverante. Ho iniziato con i lavori estivi a 12 anni; le esperienze formative più importanti sono state sicuramente la mia educazione, prima a Milano, poi alla scuola alberghiera a Stresa, e infine alla Cornell University dove mi sono laureato in Hotel Management. Ho lavorato in vari alberghi e, facendo la gavetta, ho imparato a lavare piatti, a pulire i vetri e a confrontarmi con gente diversa. Sono tornato a Roma come assistente del direttore generale dell’Hassler e poi pian piano ne ho preso le redini. Dal 2001 ne sono proprietario e direttore generale. Il mio motto è Never give up. Ho acquistato Il Palazzetto, un incantevole edificio del 1800 che si affaccia sulla Scalinata di Piazza di Spagna. I clienti dopo aver visitato Roma spesso si trasferivano in Umbria o in Toscana dove affittavano case per una settimana, così mi sono interessato a queste zone investendo in tre strutture: Parco del Principe in Toscana, Borgo Bastia Creti e Hotel Vannucci in Umbria. Il mio obiettivo adesso è quello di passare gradualmente i miei 5 gioielli ai miei due figli.

Tre parole che definiscono l’esperienza all’Hotel Hassler.

Location-servizio-accoglienza. La posizione unica e ineguagliabile, l’attenzione ai desideri della clientela, il servizio impeccabile, l’affabilità dello staff fanno di questo albergo una “seconda casa”, o meglio, l’accogliente residenza romana di numerosissimi affezionati clienti.

Dal benvenuto all’arrivederci. Cosa le piacerebbe che l’ospite le dicesse salutandola e cosa vorrebbe che portasse con sé del suo soggiorno?

Con oltre 45 anni di gestione dell’Hassler, come presidente esecutivo accolgo personalmente gli ospiti come farei a casa mia, con grande attenzione e cura. All’Hassler soddisfiamo ogni desiderio e tutti i nostri ospiti, senza nessun tipo di eccezione, vengono trattati allo stesso modo.

In una classifica ideale, qual è il primo punto di forza del successo dell’Hotel Hassler?

Chi sceglie l’Hassler si aspetta il meglio e vuole vivere un’esperienza unica. Grazie al nostro servizio “su misura” trasformiamo i sogni in realtà. Il nostro compito è anticipare i desideri degli ospiti, conoscere in anticipo le loro abitudini, offrire qualcosa di unico, all’altezza delle loro aspettative, e garantire sempre la massima privacy durante il loro soggiorno. “Non si può” è un’affermazione che non deve esistere all’Hassler: se una cosa non è realmente fattibile si deve trovare un modo alternativo per esaudire le richieste. La vera abilità è nel sapere gestire le cose. È una dedizione totale che si trasmette ovunque: nello stile, accoglienza, nei servizi offerti, nello staff… Occorre un impegno costante e la volontà di continuare a mantenere gli elevati standard che ci contraddistinguono.

Uno sguardo fuori dalla finestra dell’Hotel Hassler: cosa si vede fuori e come si riflette all’interno?

Il cliente che si sveglia in una delle camere dell’Hassler sa di essere a Roma. La cosa più bella, per me, è vedere S. Pietro. L’Hassler, essendo un albergo indipendente, ha un suo carattere, una sua personalità, una sua storia e questo sta diventando molto raro perché i grandi marchi internazionali tendono a standardizzare tutto. L’Hassler è uno dei simboli di Roma e parte integrante di essa.

Aspetto tecnologico e aspetto umano: in che modo si completano? E in che modo non lo faranno mai?

Nei diversi lavori di restyling fatti durante gli anni abbiamo prestato molta attenzione a mantenere l’identità storica dell’hotel senza però dimenticare che bisogna guardare al futuro: ecco allora che l’Hassler si propone oggi con un ambiente classico ed elegante in cui spiccano anche elementi contemporanei, per un perfetto equilibrio tra passato e presente. La tecnologia amplifica l’uomo, non lo sostituisce.

Proviamo a fare un salto nel 2035: nell’Hotel Hassler cosa è rimasto uguale ad oggi?

La volontà di continuare a stupire i nostri ospiti e confermare l’Hotel Hassler come un albergo indipendente, iconico, leggendario e incomparabile.

“Il lusso? E’ non dire mai ‘non si può fare'”. L’ultima intervista a Roberto Wirth - Ultima modifica: 2022-06-06T11:16:37+02:00 da Renato Andreoletti

3 COMMENTI

  1. Una meravigliosa intervista e la fortuna di avere conosciuto il Sig Wirth. Una bellissima famiglia, i figli porteranno avanti egregiamente tutto quello che ha costruito, ne sono sicura, essendo già impegnati a farlo.
    Una grande perdita!
    La sua anima all’Hassler e non solo, non morirà mai.

  2. Uomo di grande intelligenza e esperienza.

    Sensibile e altruista.
    Questo ha fatto sì che ogni suo pensiero lasciasse una traccia profonda.

    Grazie

    Riposa in pace e condoglianze alla famiglia

    Pierluigi Corsi

  3. Non era un Uomo….
    Era ed è per me un grande Signore !
    La sua Classe ed Eleganza sono stati per me un ricordo indelebile.
    Ciao
    Sergio

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