In viaggio, tutta la vita

Viaggiatrice per scelta e vocazione, Veronica Revel Chion ha macinato centinaia di migliaia di chilometri in giro per il mondo come contract manager per conto di tour operator, soprattutto in Sud America e Sud Africa. Specializzata nella progettazione e realizzazione di pacchetti turistici per business, leisure, Mice, Revel Chion ha scelto di entrare nel mondo alberghiero diventando una manager stanziale nella valle di sua madre, la Valle d’Aosta. Dal 2017 è General Manager del Grand Hotel Royal e Golf
Veronica Revel Chion
Viaggiatrice per scelta e vocazione, Veronica Revel Chion ha macinato centinaia di migliaia di chilometri in giro per il mondo come contract manager per conto di tour operator, soprattutto in Sud America e Sud Africa. Specializzata nella progettazione e realizzazione di pacchetti turistici per business, leisure, Mice, Revel Chion ha scelto di entrare nel mondo alberghiero diventando una manager stanziale nella valle di sua madre, la Valle d’Aosta. Dal 2017 è General Manager del Grand Hotel Royal e Golf

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Veronica Revel Chion

Veronica Revel Chion dal 2017 è General Manager del Grand Hotel Royal e Golf di Courmayeur, la regina italiana del Monte Bianco, la montagna più alta dell’Europa occidentale con i suoi 4810 metri di quota. Nata a Ivrea nel 1971, madre valdostana, padre piemontese, entrambi olivettiani per lavoro quanto per apertura mentale, Veronica Revel Chion fin da bambina ha avuto le idee molto chiare: “Volevo viaggiare” spiega. “Volevo conoscere il mondo, volevo ampliare i miei orizzonti mentali oltre che geografici. E’ stata una sorta di vocazione che ho coltivato con determinazione. A scuola sono sempre stata appassionata di geografia, storia, storia dell’arte. Finite le scuole, iniziai a lavorare come contract manager per conto di tour operator andando in giro per il mondo per sottoporre contratti di collaborazione sia a strutture alberghiere che a fornitori di servizi. Il mio focus era innanzitutto il Sud America, dove frequentavo anche una decina di fiere l’anno. Poi allargai l’areale dei miei interessi professionali anche al Sud Africa. Ero sempre in viaggio. E’ stata una vera e propria full immersion in culture e tradizioni assai lontane dalle mie, assai stimolanti. Nel mondo alberghiero mi muovevo in realtà alberghiere assai articolate e diverse, dall’albergo business a quello leisure a quello di nicchia a quello vocato per il Mice, settore cui sono sempre stata particolarmente legata. Anche in questo caso ho avuto modo di conoscere il mondo dell’accoglienza e dell’ospitalità in maniera assai profonda quanto articolata cogliendone i valori universali di volta in volta declinati a seconda dei luoghi e delle culture in cui ti imbattevi. E’ stata una grande esperienza umana oltre che culturale. Dopo aver operato come contract manager con gli alberghi per molti anni, ho sentito l’esigenza, e ho avuto l’occasione, di entrare negli alberghi occupandomi dell’assistenza alla direzione degli stessi, presupposto indispensabile per poter adire alla direzione di un albergo. La mia avventura professionale all’interno degli alberghi è iniziata nel 2005. Sono diventata responsabile commerciale, occupandomi del Mice, dai meeting alla banchettistica, il settore che più mi interessava. Il vantaggio di questa estrazione professionale è che acquisisci una particolare sensibilità verso il territorio in cui ti trovi a operare per venderlo assieme ai servizi dell’albergo come estensione logica e naturale dello stesso. Il direttore d’albergo vende innanzitutto la destinazione e nell’ambito della destinazione il suo albergo. Non solo devi conoscere la destinazione, devi metterci radici per coglierne tutto il potenziale, anche quello inespresso. Devi saper valorizzare il Genius Loci della località perché quello è il grimaldello attraverso il quale fidelizzi gli ospiti, convinci chi è venuto per un incontro di lavoro a tornare con la famiglia e gli amici. Nello stesso tempo costruisci prodotti e servizi turistici adeguati ai bisogni e alle tendenze del mercato turistico che può premiare la tua destinazione. E’ un continuo processo interattivo dove l’albergo propone e ascolta individuando e selezionando la clientela ideale per il proprio albergo facendosi conoscere nello stesso tempo presso i mix di mercato che stanno cercando ciò che tu sei in grado di offrire, il tutto all’insegna della massima soddisfazione dell’ospite, dell’offerta di emozioni, esperienze, avventure nella sicurezza. Per promuovere un territorio devi innanzitutto conoscerlo tu, anche nelle pieghe più nascoste, promuovendo per esempio gli artigiani che vi operano, i malgari che producono il formaggio con il latte crudo delle mucche che brucano l’erba e i fiori all’aperto in montagna e non relegate nelle stelle come avviene in pianura. Il burro, il latte e il formaggio delle malghe hanno il sapore dei prati e del sole, non del solo fieno con cui sono nutrite nei grandi allevamenti stanziali. Lo stesso vale per i manufatti degli artigiani, che vanno difesi e promossi per evitare la desertificazione culturale del territorio. Un albergo, un territorio vanno vissuti anche come un gioco attraverso il team building, la caccia al tesoro fuori del paese, la costruzione di un igloo su Punta Helbronner, le attività sportive, le serate enogastronomiche a tema. Vendiamo emozioni, vendiamo ricordi positivi, mai scordarlo. Dobbiamo saper confezionare esperienze cucite su misura della persona che le vivrà. La cura dei dettagli rappresenta il cuore della nostra attività, che è incredibilmente articolata ma che si basa soprattutto sulla cura del particolare. Lo staff gioca un ruolo fondamentale nel garantire la massima coerenza tra ciò che dichiariamo, che promettiamo, e ciò che effettivamente realizziamo, dalla cura della camera, che deve saper accogliere anche con un profumo di pulito oltre a essere effettivamente pulita in ogni particolare, alla gestione di ogni singolo aspetto del soggiorno dell’ospite, nel Centro benessere, nella hall, nel giardino, nei ristoranti. People serving People significa offrire un servizio curato nei particolari ma anche offerto con la massima empatia umana e capacità di relazionarsi con gli ospiti che si affezionano ai singoli, non solo alla struttura e al territorio. Per me è della massima importanza che gli ospiti ogni volta che tornano ritrovino perlomeno gli stessi capiservizio. Il nostro è un albergo stagionale, con un elevato rapporto tra staff e ospiti, che è di uno a uno rispetto al numero di camere (86) oltre agli stagisti che in piena stagione, soprattutto d’inverno, fanno arrivare a quota 100 il numero dei nostri collaboratori. Non è facile, soprattutto d’estate, quando la stagione in montagna è più compressa, riuscire ad avere gli stessi collaboratori da un anno all’altro. Facciamo del nostro meglio perché il nostro obiettivo è offrire un ambiente sereno, motivato, sia allo Staff che all’ospite che ci frequenta. La soddisfazione professionale ma anche umana dei nostri collaboratori è la premessa indispensabile per ottenere un’elevata soddisfazione dei nostri ospiti. In Booking abbiamo il voto 9,7 per la posizione e siamo sopra il 9 per pulizia, comfort e Staff. Infine, l’albergo è un luogo di aggregazione, anche per i residenti. Nell’albergo gli ospiti si incontrano, socializzano, fanno amicizia, si danno appuntamento per i soggiorni successivi. L’albergo offre un piccolo mondo nel quale le persone si riconoscono, e riconoscono come simili gli altri ospiti.”

L’approdo in Val d’Aosta
“Mia madre, Mirella, è nata ad Aosta, è originaria della Val di Champorcher, l’infanzia e l’adolescenza le ha trascorse ai piedi del castello di Verrès dove sua madre aveva la casa di famiglia” prosegue Veronica Revel Chion. “Si è trasferita a Ivrea dopo aver conosciuto mio padre, che vi è nato, e averlo sposato. Ho studiato tra Ivrea, Torino e Milano. A Ivrea ho frequentato il liceo scientifico sperimentale con indirizzo linguistico, a Torino ho seguito un master post diploma per tecnici di agenzia viaggi che mi ha aperto il mondo dei tour operator, nel 2009 ho completato i miei studi con un master in management a Milano. In realtà, non si finisce mai di studiare anche perché viviamo in un mondo sempre più accelerato dal punto di vista tecnologico: guai non aggiornarsi continuamente. Quando ho iniziato a frequentare i tour operator come stagista, ricordo che utilizzavamo ancora il telex e operavamo in un mondo dominato dai GDS, i global distribution system, precursori di Internet. Siamo passati dai cataloghi cartacei, pesantissimi da portarsi appresso per fiere e alberghi, ai dischetti, alle penne usb. Costruivamo materialmente i pacchetti dei viaggi che poi proponevamo alla nostra clientela. Le innovazioni tecnologiche sono state continue quanto rivoluzionarie. Se penso alla rivoluzione dei trasporti innescata dalla liberalizzazione dei voli aerei imposta negli Usa dal presidente Carter nel 1978 e progressivamente estesasi al resto del pianeta. Se penso al progresso del trasporto aeronautico a partire dallo sviluppo di aerei sempre più grandi e performanti, sempre più sicuri. Ricordo il Concorde, il mitico aereo supersonico che collegava Londra e Parigi con gli Stati Uniti. Dal punto di vista dell’orario, arrivavi prima di essere partito. Ho viaggiato moltissimo con Lufthansa, Iberia, Air France. A un certo punto della mia vita ho sentito la necessità di fermarmi, di mettere le radici in un posto. La terra di mia madre mi è sembrata il luogo ideale, per lo stile di vita dei valdostani, assai più rilassato che in pianura, per la salubrità dell’aria, dell’acqua, del cibo. Per la bellezza dei posti. Sono arrivata a Courmayeur nel 2015 come Deputy Manager del Grand Hotel Royal e Golf, ne ho assunto la direzione nel 2017. Ho trovato una destinazione turistica in grande sviluppo. Courmayeur, che vantava un grande passato appannatosi nel corso del tempo, è stata rilanciata dall’arrivo dell’autostrada che la collega con Aosta a Sud, con il tunnel del Monte Bianco e la Francia a Nord. E’ del 1994 l’apertura del tronco Aosta Est-Morgex, del 2001 l’inaugurazione del tronco Morgex-Courmayeur, del 2007 il completamento del tronco Courmayeur-Entrèv. Infine, è del 30 maggio 2015 l’inaugurazione della futuristica Skayway Monte Bianco, la funivia panoramica che collega Aosta con Punta Helbronner a 3400 metri di altezza, con l’arrivo posto di fronte al Dente del Gigante. Costata 100 milioni di euro, la funivia è diventata un valore aggiunto incredibile per l’intera vallata, non solo per Courmayeur.”

In viaggio, tutta la vita
- Ultima modifica: 2019-09-15T06:32:46+02:00
da Renato Andreoletti

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