La Regione Molise. Ospitalità genuina

AIRA ha organizzato il proprio semestrale 2014 a Campobasso, nel Molise. Nell’occasione, ha organizzato una tavola rotonda sul tema: Molise. Il turismo è qui. Renato Andreoletti, direttore di Hotel Domani, ha moderato il dibattito cui hanno partecipato come relatori Domenico Di Nunzio, Assessore al Turismo della Regione Molise e Luciano Manunta, presidente nazionale AIRA
AIRA ha organizzato il proprio semestrale 2014 a Campobasso, nel Molise. Nell’occasione, ha organizzato una tavola rotonda sul tema: Molise. Il turismo è qui. Renato Andreoletti, direttore di Hotel Domani, ha moderato il dibattito cui hanno partecipato come relatori Domenico Di Nunzio, Assessore al Turismo della Regione Molise e Luciano Manunta, presidente nazionale AIRA

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Renato Andreoletti. Il Molise è un’esperienza molto interessante e intrigante perché per molti è la prima occasione di visitarlo. E’ una regione che sulla carta ha tutto, il mare, la montagna, borghi storici, castelli, enogastronomia, clima, ma dal punto di vista turistico è una regione invisibile. E’ l’ultima delle regioni italiane per l’incoming. C’è l’assessore regionale al turismo del Molise, che sia lui a spiegarci cosa il Molise intende fare.

Domenico Di Nunzio. Vi ringrazio per la possibilità che mi state dando come delegato al turismo di potervi accogliere per una prima volta anche a Campobasso. Una delle più grandi qualità che ha il Molise è l’ospitalità. La nostra è una regione fatta di gente semplice, molto umile e modesta. Non abbiamo un territorio vastissimo, la nostra è una regione di tipo industriale che molto spesso è stata dimenticata anche per colpa nostra e per alcuni ritardi storici atavici. Abbiamo l’aria pura, il paesaggio, montagne e colline che sono favolose. Sono un appassionato di montagna e per questo riesco ad apprezzare il nostro territorio. Sono un camminatore e la nostra è una regione ideale per svolgere questa attività. Abbiamo le autostrade verdi rappresentate dai nostri tratturi che hanno fatto la storia della nostra tradizione contadina di cui sono forse l’espressione migliore. Non abbiamo ancora una legge regionale aggiornata, ho trovato una legge regionale che risale al 1968, quindi da questo siamo dovuti partire per metterci al lavoro per creare una bozza di una legge regionale moderna che rispetti non solo la legge nazionale, ma anche tutte le qualità e potenzialità della nostra regione. Non abbiamo un osservatorio sul turismo, quindi non posso darvi dei numeri perché mancano le statistiche. Ci siamo messi al lavoro cercando di coinvolgere le strutture e gli operatori che sul territorio devono affrontare quotidianamente sacrifici enormi perché la nostra è una regione ancora sconosciuta dal punto di vista turistico. Abbiamo l’obiettivo di voler crescere e cominciare a farci apprezzare per le nostre qualità migliori utilizzando quello che la nuova linea di programmazione permette e, personalmente, mi sono fatto promotore del primo bio-distretto di riferimento. Con la nuova programmazione, ogni regione avrà il suo bio-distretto perché personalmente ritengo che il territorio, l’ambiente, la qualità di un sistema agricolo legato soprattutto la bio-diversità e ai prodotti biologici, possano rappresentare un volano di sviluppo che potrà diventare anche economia aggiuntiva per gli agricoltori che ancora intendono sacrificarsi in campagna. La crisi economica che attanaglia un po’ tutto il sistema occidentale credo abbia rimesso in gioco anche il fattore “terra”, “territorio”, “suolo” e anche l’agricoltura in quanto tale. Tanti sono i giovani che si stanno dedicando a questa nuova esperienza certamente senza tutti i sacrifici che facevano i nostri genitori, perché i nostri figli non sono più disposti a fare quello che facevano i nostri avi. Oggi utilizzano i nuovi strumenti e danno vita a nuove forme di turismo, agriturismo, turismo rurale, turismo verde e agricoltura verde puntando proprio sulle qualità del territorio. Il territorio rientra sempre in questo progetto di sviluppo. Nella parte dell’Alto Molise abbiamo delle grandi aree che rappresentano il polmone verde della regione. Alcuni comuni fanno parte anche del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise il caso vuole che comuni come Pescasseroli, Valserena, Scanno e Roccaraso siano Comuni conosciuti dalla stampa nonostante non siano i più belli, diversamente dai nostri cinque Comuni che non sono mai nominati. Abbiamo però delle potenzialità:
L’area delle Mainarde è bellissima, perché oltre all’aspetto paesaggistico, territoriale e ambientale, esiste tutto un sistema di interesse legato al Monte Marrone con la storia dei Sanniti perché quella è tutta un’area Sannita.
L’abbazia di San Vincenzo che assieme ad Agnone rappresenta una delle zone più belle dell’Appennino Centro-Meridionale.
Su questo noi contiamo di puntare maggiormente e lo abbiamo fatto anche con la programmazione 2014-2020 non cercando di coprire tutti gli undici settori che avevamo a disposizione, ma puntando specificatamente su:
• Agricoltura
• Ambiente
• Turismo e cultura.
I tratturi rappresentano una delle “T” del mio programma. Le Cinque T sono:
• Territorio
• Tratturi
• Tartufo
• Tintilia (vino)
• Tradizioni
Pochissime sono le regioni che possono vantare delle tradizioni così ben conservate come sono quelle del Molise. Il problema è che non sono conosciute. Ci sono tradizioni bellissime come:
• La festa del grano di Jelsi
• La ’ndocciata di Agnone
Scapoli che è un comune piccolissimo che fa parte dei cinque Comuni del Parco Nazionale. Scapoli è la patria della zampogna, ha un museo della zampogna bellissimo, unico nel suo genere, ma chi lo conosce?
Il Molise è costellato da tanti piccoli centri storici uno più bello dell’altro dove la vita è ancora semplice, dove si possono ancora lasciare le chiavi sulla porta senza correre rischi, cosa altrove impossibile. Purtroppo questi borghi sono diventati il dormitorio degli anziani, l’età degli abitanti è piuttosto alta perché i giovani sono andati via. Vogliamo lavorare dal punto di vista strategico puntando alla terza linea che prevede la programmazione 2014-2020 e che riguarda i piccoli centri storici delle aree interne. Il nostro territorio è quasi completamente zona interna con l’unica eccezione di una piccola fascia costiera. Vorremmo utilizzare questa risorsa anche per sviluppare una progettazione europea e cercare di creare un minimo di interesse strategico nazionale per far sì che anche il Molise possa iniziare a intercettare un po’ del flusso turistico che l’Italia riesce ad avere. Credo che anche l’Italia tutta abbia pagato lo scotto di una mancata programmazione da parte delle istituzioni. Siamo passati dal secondo al quinto posto a livello mondiale, siamo stati superati in Europa anche dalla Spagna, è un problema che riguarda tutto il sistema Italia. Il sistema infrastrutturale andrebbe rivisto. Credo che per noi la prima industria dovrebbe essere proprio il turismo. Abbiamo tre scuole alberghiere, quella di Agnone, Termoli e Vinchiaturo sono cresciute in termini di iscrizioni perché probabilmente si vede in queste attività (legate alla pasticceria, alla cucina e al servizio di sala) qualcosa che possa dare da subito al giovane una prima fonte di guadagno e ricchezza. Per il Molise che non ha altre industrie all’infuori della Fiat a Termoli, credo che l’ambito turistico rappresenti veramente una grande ricchezza.
Il tartufo è un altro elemento molto importante che lega l’enogastronomia assieme al caciocavallo e tutta la filiera del latte. Abbiamo la fortuna di avere l’acqua buona e l’aria pulita, e con questi elementi non si possono che avere prodotti di qualità eccellente. Il caciocavallo deriva il suo nome dal fatto che avendo i tratturi, anche il formaggio veniva prodotto a cavallo, c’erano i cavalieri che accompagnavano le greggi lungo i tratturi e alla sera gli animali venivano munti, sia le mucche che le pecore, il latte veniva lavorato e si ricavava appunto il caciocavallo, il formaggio prodotto a cavallo. Purtroppo non abbiamo la borsa del tartufo, e i nostri tartufi bianchi vengono venduti ad Alba, il tartufo nero invece viene venduto in Umbria e in Toscana. Questo è un altro elemento su cui vogliamo puntare perché abbiamo tutto questo patrimonio ma non riusciamo a farlo apprezzare. Ci sono tante famiglie che vivono con la raccolta dei tartufi anche se non riusciamo a intercettarle e regolarizzarle per far pagare loro le tasse e dotare i raccoglitori di un tesserino in modo che anche il nostro tartufo possa essere apprezzato sulle tavole. Magari riusciremo ad attrarre gli appassionati e riuscire a venderli sul posto.
Tintilia è un vino particolare che fino a pochi anni fa non era nemmeno presente a Vinitaly, adesso invece alcuni nostri vini sono apprezzati e quotati anche tra i primi dieci a livello nazionale. Questi riconoscimenti derivano dalla bontà in primis dall’aria, dell’acqua, dall’ambiente, perché se è vero che un buon caffè dipende anche dalla qualità dell’acqua, noi l’acqua buona ce l’abbiamo e anche l’aria, quindi, da tutto ciò non può che risultare una produzione di grande bontà e qualità. Su questo dobbiamo puntare, non sui grandi numeri e sulle grandi quantità perché saremmo spazzati via da chi ha i numeri, dalla Puglia, dalla Campania e dall’Abruzzo.
Dobbiamo puntare sulla qualità. Stiamo puntando anche sui cammini perché il Molise deve essere esplorato a piedi. Domani e dopodomani sarò impegnato in un mini viaggio a piedi lungo il tratturo, ci saranno cavalli, capre e persone che cammineranno assieme per due giorni per rivalutare la filiera del latte in generale e del latte di capra in particolare perché è un prodotto che sta quasi scomparendo anche se ha molte qualità riconosciute. Alla fine delle due giornate il latte munto rigorosamente a mano per riabituare i più giovani e i bambini a conoscere da dove deriva il nostro formaggio totalmente prodotto con lavorazione manuale. Al santuario di Santa Maria del Canneto si concluderà il tragitto e sarà organizzata anche una tavola rotonda dove interverrà un agronomo per spiegare quali siano le qualità organolettiche del latte e poi sarà possibile assaggiarlo al naturale e anche come prodotto dopo la trasformazione. Avremo allora la ricotta, il primo sale, che vi assicuro hanno un sapore veramente eccezionale. La proposta ha riscosso un notevole successo e abbiamo avuto molte adesioni anche da città vicine come Roma e Napoli. Sta diventando un appuntamento per chi è emigrato da qui in quelle città. E’ l’occasione per ritornare e portare anche le nuove generazioni a conoscere e vivere un’esperienza che ricordi la storia di questa terra. Credo che un’esperienza del genere potrebbe essere proposta anche a un pubblico più vasto per rivalutare i nostri tratturi e le tradizioni. Sono queste le peculiarità su cui vorremmo puntare. Abbiamo Castelpetroso col santuario dell’addolorata elevato a Basilica Minore dal Vaticano dove abbiamo tracciato già un primo cammino che sarà pronto per l’estate e che andremo a presentare a Santiago di Compostela. Il percorso congiunge Castelpetroso con Cercemaggiore percorrendo la parte pedemontana del Matese dove si trova anche un’area protetta del WWF, la più grande del Mezzogiorno che però nessuno conosce. Paesaggisticamente è un luogo bellissimo. Ci sono poi anche Termoli e Campitello che rappresentano le due punte di diamante per noi. Campitello è l’unica stazione sciistica del Centrosud dopo quelle abruzzesi, Termoli invece è conosciuta come località di mare e come imbarco per raggiungere le isole Tremiti che sono la destinazione più conosciuta, da sempre ha la bandiera blu. Tutti e quattro i comuni della nostra fascia costiera sono bandiera blu e questo deriva dall’aver fatto una buona depurazione delle acque dei fiumi che sfociano nell’Adriatico. Queste sono le cose su cui stiamo lavorando.

Andreoletti. Per il lavoro che faccio sono una sorta di cartina di tornasole, vado nei luoghi dove si fa turismo e lo si fa in modo che dia soddisfazione anche in termini economici. Da 22 anni dirigo Hotel Domani, viaggio anche all’estero, ma soprattutto in Italia. Ho fatto moltissimi viaggi in Sud Tirolo, non sono mai venuto in Molise. Cortina è molto conosciuta perché ci sono i vip romani della Rai e della politica che vi hanno casa. Dove la gente va a fare turismo però non è Cortina ma oltre il Passo Falzarego, a Corvara, a La Villa perché lì hanno creato dei prodotti turistici vincenti e soprattutto li sanno comunicare. Hanno investito moltissimo negli educational cioè nel far arrivare le persone che poi scrivono dei prodotti turistici e creano immagine. Siamo venuti qui grazie al Semestrale di AIRA e a Mino Reganato, il direttore dell’albergo che ci ospita. Questo darà sicuramente una certa visibilità al Molise perché tutti noi ne parleremo, ci sarà una ricaduta di notorietà. Questa è una strada che consiglio di seguire, dal momento che avete questi prodotti, su cui state investendo, sono prodotti molto originali e di nicchia. Portare dei professionisti che vivano queste esperienze che poi possono raccontare, è molto più importante che fare Borse del Turismo, andare alla BIT. I turisti sono quelli che leggono i giornali, che fanno opinione, sono quelli che vanno in Internet a cercare testimonianze per poi muoversi. Questo è l’aspetto che spesso viene sottovalutato ma che è fondamentale proprio perché quando si ha il prodotto poi è importante saperlo comunicare perché se non lo comunichi, hai fatto solo il cinquanta per cento del lavoro. A voi non interessa il turismo di massa ma un turismo di nicchia di qualità e vi interessa attirare investimenti sul territorio perché la ricettività deve crescere, perché senza ricettività il turismo o fa il mordi e fuggi in giornata oppure non riesce a fermarsi. Bisogna dare i parametri, impedire che chi arriva poi faccia quello che vuole. Una delle lezioni che ho imparato dalla provincia di Bolzano è che chiunque voglia investire, sia esso del luogo o venga da fuori, deve rispettare dei parametri di sostenibilità architettonica ed energetica proprio perché tutto deve seguire la stessa coerenza. Le cattedrali nel deserto non si devono più permettere a nessuno.

Luciano Manunta. Ringrazio l’assessore perché per noi è un piacere essere finalmente venuti a Campobasso. Sono rimasto colpito da una cosa che ho trovato nella lettera di benvenuto che ho trovato in camera: “il motto che accompagna il progetto di promozione turistica è: “Molise, visitalo prima che diventi di moda” trovo che sia fantastica, e mi sento un privilegiato. Diversi anni fa ricordo che una cosa che mi colpì era andare in stazione e vedere i messaggi pubblicitari che coprivano interi treni con messaggi che, al tempo, invitavano alla visita delle Marche. Fino a quel momento non avevo mai preso in considerazione le Marche come destinazione, è la stessa situazione che ho provato quando ho pensato che Mino Reganato era a Campobasso. Campobasso lo associ al Molise, ma anche parlando con altre persone, sono veramente pochissime quelle che hanno avuto l’occasione di visitare il Molise. Quando ho provato a chiedere cosa facesse pensare la parola Molise, beh, sicuramente a qualcosa di bello perché tutto il centro Italia è bello, questa è una delle risposte che mi sono sentito dare. Chiaramente la comunicazione è fondamentale e oggi più che mai, dal momento che viaggia attraverso la rete ha delle potenzialità che mai ha avuto nel passato. Ognuno di noi avrà modo di parlare di questa esperienza iniziata positivamente già arrivando percorrendo strade con pochissimo traffico. Siamo arrivati in auto perché i collegamenti hanno grosse difficoltà. Ricordo che quando siamo stati in Umbria come fosse emerso quante e in che modo stessero soffrendo molte zone dell’Umbria che vivevano guardando il successo di Assisi che continua ad attrarre milioni di turisti mentre altre zone dell’Umbria, altrettanto belle, fanno invece fatica a farsi conoscere. Chi è venuto a Campobasso attraverso il passaparola racconterà di questa esperienza. I nostri convegni sono sempre occasione per scoprire posti nuovi e poi, proprio per il lavoro che facciamo, siamo in grado di trasmettere la curiosità anche a molti ospiti che vengono nelle strutture in cui lavoriamo. E’ capitato che siano venuti nella struttura in cui lavoro due ospiti italo-argentini che da venti anni vengono in Italia e mi hanno chiesto cosa potevo consigliare loro di visitare, dal momento che tutte le destinazioni principali le avevano già visitate. Mi è bastato ricorrere alle esperienze che ho personalmente fatto visitando parti d’Italia poco conosciute e mi sono venute in mente: il Burchiello di Mira, che per me è stata una bellissima esperienza, Pescocostanzo e altre località. Ho ricevuto un’e-mail in cui non finivano mai di ringraziarmi e chiedendomi di preparare un altro itinerario in qualsiasi parte d’Italia perché sarebbero stati ben lieti di seguire il mio consiglio. Prima ho sentito parlare di Campitello, forse sarebbe il caso di creare un gemellaggio tra la località trentina e quella molisana se non altro per sfruttare la notorietà dell’una che si trova sulle Dolomiti che rappresentano l’apoteosi delle montagne, a favore dell’altra meno conosciuta.
In Italia sono quasi cinquemila i siti archeologici e i musei, in Gran Bretagna sono quasi tremila, duemilatrecento in Spagna e milleduecento in Francia.
Secondo i dati Istat del 2014, ci sono quasi due siti ogni cento chilometri quadrati.
• Archeologia: interessa il 16,9 per cento del totale
• Etnografia e antropologia: il 16 per cento
• Arte: 11,9 per cento
• Storia: 11,4 per cento
• Arte sacra: 10,2 per cento
• Arte moderna e contemporanea: 9,9 per cento
Nel 2011 ci sono stati 103.888.674 visitatori e più della metà erano concentrati in sole tre regioni: Toscana, Lazio e Lombardia.
I visitatori:
• Musei e gallerie d’arte: quasi 54 milioni
• Aree archeologiche: 9,5 milioni
• Monumenti e complessi monumentali: oltre quaranta milioni
La media più alta spetta al Lazio con cinquanta milioni di visitatori, poi c’è la Toscana con 42 milioni, in fondo alla graduatoria le Marche con 5,2 milioni visitatori, l’Abruzzo con 4,4 milioni, il Molise con 4,3 milioni.
Il Colosseo ha più di 5,2 milioni di visitatori e 34,7 milioni di euro di incasso; gli Uffizi hanno incassato 8,7 milioni di euro con 1,8 milioni di visitatori nel 2013. A livello mondiale gli Uffizi stanno tra il ventesimo e il ventiduesimo posto ed è il museo italiano più visitato. Il British Museum ha chiesto in prestito dall’Italia un centinaio di opere: ha avuto un record di presenze di visitatori con poche opere provenienti da Ercolano e Pompei.
La presenza dei musei italiani sul Web: soltanto il 50,7 per cento ha un proprio sito Internet, il 42,3 per cento pubblica on line il calendario delle iniziative e degli eventi, il 22,6 per cento diffonde le informazioni attraverso una newsletter, il 16,3 permette l’accesso on line a singoli beni selezionati, solo il 13,3 per cento rende disponibile un catalogo on-line. Sono stati contattati 1.245 soggetti, hanno risposto solo in 789 compresi anche i musei più importanti. Ci sono state quasi 24,5 milioni di persone che da gennaio ad agosto 2013 hanno visitato i musei statali italiani registrando un aumento degli ingressi pari allo 0,15 per cento e realizzando incassi per 76 milioni di euro. Il Louvre da solo riesce a incassare dai biglietti 50 milioni di euro con 9 milioni di visitatori. Attraverso il merchandising, e le donazioni arrivano a incassare quasi 200 milioni di euro.

Andreoletti. Qualche tempo fa ho fatto una cosa molto semplice, sono andato in internet e ho scaricato i report finanziari dei principali musei del mondo e la cosa buffa è che in Internet li trovi pubblicati tutti, quelli del British Museum, del Louvre, del Prado, del Metropolitan, non c’è un solo museo italiano che abbia un report finanziario. Il British Museum pubblica anche gli stipendi dei manager e anche qual è il loro trattamento pensionistico. C’è massima trasparenza.

Nazario Altieri. Quando l’Inghilterra ha preso a prestito dei pezzi dai musei italiani, hanno coniato monete e realizzato un merchandising che ha fruttato poi 4 milioni di euro e hanno riconosciuto all’Italia anche una royalty.

Manunta. L’industria del turismo, come ha sempre amato chiamarla Renato, credo che mai come oggi abbia la necessità di essere una forma sistemica organizzata, ci devono essere delle direttive centrali che possano mettere nelle condizioni tutti i territori di poter avere quei vantaggi di visibilità che singolarmente non è possibile raggiungere. Mi è stato riferito che in Cina si sono presentate le singole regioni italiane quando penso che per un cinese medio credo che sia difficile capire dove sta l’Italia, figuriamoci se è in grado di individuare dov’è una singola regione tra l’altro anche poco conosciuta come può essere la Basilicata. Non ricordo che in Molise sia mai stata girata una fiction.

Di Nunzio. E’ stato girato l’ultimo film di Checco Zalone, non siamo rimasti molto soddisfatti dell’immagine che ha dato della nostra gente, ma va bene purché se ne parli. Il cameraman ha confessato che Zalone non aveva trovato nessun posto che garantisse un’immagine tanto nitida come è possibile qui perché non c’è inquinamento atmosferico e le immagini riescono in modo favoloso. Alla fine delle riprese abbiamo anche organizzato una tavola rotonda per dire quali cose non ci erano piaciute come il fatto di farci passare ancora come gente che non sa leggere, non è stata una cosa bella. Ma purché se ne parli va bene, anche se, alla fine, ci ha guadagnato solo lui.

Manunta. Sono stato a Philadelphia dove c’è un bellissimo museo, ma i visitatori non entravano nemmeno nel museo: andava a fare la foto vicino alla statua di Rocky che nel film correva sulla scalinata.

Rosaria Cuscito. So che molti pugliesi visitano volentieri il Molise, il territorio è molto apprezzato proprio perché si è salvato dallo sviluppo selvaggio, poi è vicino e bellissimo. Se potessi suggerire uno slogan, direi: “Molise, ospitalità genuina”. Venendo qui in treno abbiamo avuto modo di conoscere alcune persone e abbiamo apprezzato il loro modo di essere profondamente molisani. Personalmente mi aspetto che il Molise non costruisca nuove strutture ricettive, bensì che recuperi l’esistente.

Di Nunzio. Il Trentino è una regione che conosco molto bene e che frequento con piacere e poco tempo fa sono stato anche sul fiume Brenta e ho apprezzato quel territorio. Mi chiedo perché la provincia di Bolzano, che è a statuto speciale, funziona meglio di un’altra regione che gode dello stesso status com’è la Sicilia. Perché il Trentino Alto Adige è riuscito a fare dei suoi investimenti una fonte di una ricchezza e di sviluppo e la Sicilia no? Su questo deve cambiare la politica assumendo un atteggiamento diverso, le istituzioni ma anche gli operatori, iniziare dalla scuola, la legge del maso chiuso è servita proprio per evitare la cementificazione dando la possibilità a ogni singolo contadino di trasformare il vecchio fienile in qualcosa di diverso, trasformandolo in tre-quattro camere, e permettere a tutti di poter vivere nel rispetto del territorio, dell’ambiente e del paesaggio. Chi falcia i prati lo fa sempre nello stesso modo, è vero che prendono i contributi, ma se poi creano qualcosa di bello e che attira i turisti, perché non farlo? Ho provato a portare alcune guide alpine di Capracotta e Campitello, siamo coscienti di avere il territorio ma manca tutta la rete di supporto, l’ospitalità intesa come garanzia sociale che qualcosa di favoloso, l’enogastronomia è favolosa, dobbiamo creare le strutture per accogliere le persone, non abbiamo nemmeno un rifugio sulle nostre montagne. A Pizzone, altro comune dell’alto Molise e compreso nel Parco Nazionale d’Abruzzo, non arriva nemmeno la corrente elettrica, siamo a 1450 metri sul livello del mare, è un pianoro bellissimo che si affaccia sulle Mainarde, poi c’è Monte Marrone dove si è stata la battaglia in cui i Sanniti hanno costretto alla ritirata i Romani, per noi è stato un momento storico bellissimo ma nessuno lo conosce. Sicuramente pecchiamo in comunicazione e questo è un grande difetto. Siamo pronti a imparare da tutti, chiunque ha suggerimenti da dare per aiutarci a creare qualcosa di bello, di nuovo che cominci a fruttare in termini economici e a valorizzare il nostro territorio è il benvenuto. Mi sono permesso di suggerire a qualche azienda di venire a fare gli incontri aziendali in Molise anziché farli a Fiumicino perché noi i problemi di traffico non sappiamo nemmeno cosa siano, problemi di inquinamento qui non esistono. Qui i vostri dirigenti si rilasserebbero. Abbiamo delle strutture in grado di soddisfare un po’ tutte le esigenze, possono organizzare seminari di 3-5 giorni organizzando anche qualche visita sul territorio. Ho proposto addirittura di offrire gratuitamente le prime per far capire che l’ospitalità molisana è una delle migliori. Sono stato a Matera, la città che De Gasperi nel 1954 aveva definito “vergogna d’Italia”, oggi è candidata a diventare città europea della cultura. Questo per dire che basta che ci sia qualche cosa che comincia a muoversi sul territorio e che qualcuno cominci a fare qualcosa di buono e anche per noi le cose potrebbero cominciare a cambiare.

La Regione Molise. Ospitalità genuina
- Ultima modifica: 2014-07-17T19:59:21+02:00
da Renato Andreoletti

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  1. […] Renato Andreoletti. Il Molise è un’esperienza molto interessante e intrigante perché per molti è la prima occasione di visitarlo. E’ una regione che sulla carta ha tutto, il mare, la montagna, borghi storici, castelli, enogastronomia, clima, ma dal punto di vista turistico è una regione invi…  […]

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