L’hotel diffuso nella città di Dante. Una Villa su un poggio a dominare il Chianti

Una città, Firenze, un territorio, il Chianti, accumunati dalle iniziative dei fratelli Vitta che in città hanno creato una sorta di albergo diffuso, le Antiche Dimore Fiorentine, e in campagna hanno trasformato in albergo la casa di famiglia, Villa Il Poggiale, a San Casciano Val di Pesa. 30 unità abitative a Firenze, 24 a Villa Il Poggiale dove c’è anche una originale Spa e un ottimo ristorante legato alla tradizione toscana
Una città, Firenze, un territorio, il Chianti, accumunati dalle iniziative dei fratelli Vitta che in città hanno creato una sorta di albergo diffuso, le Antiche Dimore Fiorentine, e in campagna hanno trasformato in albergo la casa di famiglia, Villa Il Poggiale, a San Casciano Val di Pesa. 30 unità abitative a Firenze, 24 a Villa Il Poggiale dove c’è anche una originale Spa e un ottimo ristorante legato alla tradizione toscana

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Via San Gallo appartiene a quelle direttrici radiali che dal centro vanno verso la periferia per poi proseguire in senso inverso tipiche delle piante romane cui appartiene il graticolo urbano di Firenze soprattutto nel suo centro storico. Da Piazza della Libertà a Nord, sui viali della circonvallazione, dove si può lasciare l’automobile in un comodo parcheggio, il Parterre, convenzionato con molti alberghi, via San Gallo corre diritta (non proprio liscia a causa del pavé un po’ sconnesso e scarsamente mantenuto cui i fiorentini sono assolutamente affezionati) verso il Battistero di Firenze cambiando nome lungo il tragitto (via De’ Ginori, Borgo San Lorenzo), passa in quel palcoscenico da urlo che è piazza di San Giovanni con il Battistero su un lato, la cattedrale di Santa Maria del Fiore con la Cupola del Brunelleschi e il campanile di Giotto sull’altro, per continuare la sua strada alla ricerca dell’acqua cambiando ancora nome diverse volte ma mai direzione fino ad arrivare a Ponte Vecchio e all’Arno che scavalca con l’impeto di uno scolaretto per sostare davanti a Palazzo Pitti con i Giardini di Boboli alle spalle dell’imponente manufatto. Già solo questo itinerario con andamento Nordest-Sudovest, che a piedi richiede non più di 40 minuti a passo svelto, spiega perché Firenze sia una delle città d’arte preferite da chi viaggia in giro per il mondo, italiano o foresto che sia. A dire il vero per i fiorentini i foresti iniziano subito dopo il dazio e mentre con veneti o tedeschi hanno poco a che dire, con senesi, lucchesi, pisani, livornesi ancora si accapigliano memori di torti che sono antichi solo per le date ma sempre presenti alla mente di questi “fumini” toscani dalla memoria lunga e il perdono corto. Nelle Basilica di Santa Croce ci sono le spoglie di sei “grandi” italiani: Ugo Foscolo, Giacchino Rossini, Michelangelo Buonarroti, Leon Battista Alberti, Vittorio Alfieri, Galileo Galilei. C’è anche il sarcofago realizzato per ospitare le spoglie di Dante Alighieri. Ravenna le ha rifiutate rispettando le ultime volontà del poeta (“Firenze, madre di poco amore”) che mai perdonò alla sua città l’onta dell’esilio e della condanna a morte in contumace. Se non sono “fumini” questi fiorentini… Dante è morto in esilio nel 1321. Effettivamente è passato troppo poco tempo per perdonare….
Via San Gallo ha anche un’altra originale caratteristica: vi si trovano locali alternativi per chi voglia provare una cucina meno tradizionale, dal Vegetariano in stile ex sessantottini in via Delle Ruote (una traversa di via San Gallo) all’ottimo Dolcevegan in stile Mahatma Gandhi in via San Gallo 92, senza dimenticare gli spuntini a base di schiacciate (la focaccia toscana), torte salate e focacce genovesi (la focaccia di Recco con stracchino) da Pugi sia in via San Gallo che nella vicina piazza San Marco. Per i più sofisticati amanti del Made in Italy a tavola, il Mercato Centrale di Firenze (in una traversa a un centinaio di metri da via San Gallo diventata via De’ Ginori) offre l’intero primo piano a una ristorazione veloce all’insegna di Eatitaly di Oscar Farinetti. L’originale struttura Liberty del Mercato (a forma di serra il piano superiore), inaugurata nel 1874, è opera di Giuseppe Mengoni, l’architetto della Galleria Vittorio Emanuele II di Milano, che si ispirò alle Halles parigine. Mengoni integrò i materiali più moderni (ferro, vetro, ghisa) con l’aspetto degli edifici preesistenti. Tutt’intorno fu costruita una loggia di 10 arcate classiche per ogni lato, con snelle colonne di pietra serena. La luce filtra abbondante dagli alti finestroni su cui poggia la tettoia e restituisce l’effetto di un mercato all’aperto. Nel sottosuolo si trova un parcheggio pubblico.
Eatitaly occupa l’intero primo piano con un sistema molto razionale di isole disseminate lungo il perimetro esterno che consentono di offrire una ristorazione assai diversificata, all’insegna delle materie prime di qualità rigorosamente italiane, suddivise per tipologie: del formaggio, della pizza, della pane, della carne, del pesce, della frittura, del vegetariano, dei salumi, del vino oltre a punti di vendita sia enogastronomici che legati alla cura del corpo. In un giorno feriale qualunque di fine aprile, la densità dei visitatori e il numero delle lingue parlate testimonia del successo dell’iniziativa, che si sta espandendo piuttosto velocemente sia nelle città italiane che all’estero.
Eatitaly raddoppia a fianco della Cattedrale, in via Cavour, con un locale dedicato ai pranzi e alle cene importanti, tali almeno a giudicare dai prezzi: 20 euro per un primo piatto è da ristorante superstellato… Farinetti potrebbe replicare: chi vuol spendere poco, mangi nei fast food. Chi vuole la qualità, la paghi. Fatevene una ragione… Io me la sono fatta: pranzo veloce da lui, cena altrove.

Le Antiche Dimore Fiorentine
“Abbiamo aperto la prima Residenza nel 1994” esordisce Johanan Vitta (detto Pussi) che assieme a Lea Gulminelli, una sanguigna romagnola di Forlì trapiantata in Toscana, ha dato vita alle Antiche Dimore Fiorentine prima e a Villa Il Poggiale a San Casciano Val di Pesa, nell’hinterland meridionale di Firenze, poi, questa volta assieme al fratello Nathanel (detto Tinto). “Era un doppio appartamento in via Bonifacio Lupi 14 che mio padre aveva affittato a una pensione, pensione che si scordava abitualmente di pagare l’affitto. Quando sono subentrato, ho rilevato sia l’appartamento che la licenza. Da lì l’idea di mantenere la pensione dandole una nuova Mission aziendale. È stato l’entusiasmo dei nostri ospiti che ci ha spinto a crearne altre quattro, una diversa dall’altra, ma tutte con le stesse caratteristiche: il calore, lo charme, l’accoglienza di una casa privata e un personale sorridente, attento e discreto. Ogni pezzo dell’arredo è stato scelto con la cura maniacale che si applica alla propria abitazione. I tessuti, cotoni e lini, provengono da una delle migliori manifatture toscane, la Busatti 1842 di Anghiari in provincia di Arezzo. Molti mobili provengono dai mercatini dell’antiquariato che amiamo frequentare. All’arrivo l’ospite riceve le tre chiavi di casa, che aprono la camera, il portone dell’ingresso alla Dimora Fiorentina, quello dell’ingresso del condominio, insieme a una guida della città, da utilizzare durante il soggiorno per esplorare le straordinarie bellezze di Firenze. In salotto l’ospite trova l’Honesty Bar, dove può rilassarsi con un drink, ascoltando bella musica, leggendo un libro delle nostre piccole biblioteche. Anche questo significa essere a casa. Un’altra caratteristica comune alle Antiche Dimore Fiorentine è la loro posizione nel centro storico della città, in antichi palazzi o in piccole ville dell’inizio dello scorso secolo. Ciò consente all’ospite delle nostre dimore di potersi muovere sempre a piedi. In ogni Dimora, grazie anche alle dimensioni contenute, l’ospite può sentirsi davvero a casa, la sua seconda casa a Firenze. Il nostro personale è stato selezionato e preparato sulla base dell’empatia che sa generare con i propri simili. Abbiamo scelto solo persone che amano vivere e che amano comunicare con i loro simili. Lo staff è poliglotta ed è preparato per aiutare gli ospiti a scoprire la cucina toscana delle vecchie e tipiche trattorie, i vinai e i ristoranti celebri. Niente più file ai musei o nei ristoranti, basta chiamare prima dell’arrivo e il nostro ospite trova già pronte tutte le prenotazioni richieste. Per anni siamo stati unici nel panorama del B&B di Firenze perché abbiamo proposto un prodotto personalizzato sia nel servizio che nell’arredo e nello stesso tempo caratterizzato dalla grande professionalità del nostro staff. Un prodotto alberghiero per gli standard ma confezionato su misura per ogni ospite. Sono state le grandi guide turistiche internazionali che ci hanno scoperto visitandovi in incognito.”
La Dimora Johlea in via San Gallo 80 occupa un vasto appartamento tra il terzo e il quarto piano di un palazzo aristocratico di fine Ottocento inizio Novecento. Propone sei camere sullo stesso piano, il terzo. Una stretta scala in pietra grigia porta al piano superiore dove ci sono due piccole sale riservate alla prima colazione del mattino e come sala soggiorno dotata anche di Honesty Bar (il cliente consuma quel che vuole, lo scrive e lo paga al momento del conto). Splendidi i giochi dell’oca ottocenteschi sulle pareti inseriti in piccole bacheche di vetro con tanto di pedine, quasi sempre cavallerizzi, e dadi. Un’ulteriore stretta scaletta (il sapore del tempo è dato anche da questi dettagli tipici dei palazzi antichi che crescevano per aggiunte e sovrapposizioni) porta alla terrazza sommitale dalla quale si gode un incredibile panorama di Firenze con i tetti ricoperti di coppi rossi in primo piano e Battistero, Cupolone, Campanile appena oltre. Qui si fa la prima colazione quando il tempo lo consente. Il mattonato cotto fiorentino domina nelle pavimentazioni sia degli spazi comuni che delle camere. Nelle camere si viene accolti dai baldacchini dei grandi letti fasciati con gli splendidi tessuti policromi scelti personalmente dai proprietari dove si dorme un sonno davvero ristoratore grazie ai comodissimi materassi. Alcune camere hanno un piccolo soppalco che funge da pensatoio, con tanto di poltrona o di divano ideale sia per leggere che per schiacciare un sonnellino traditore… I bagni hanno ampi box doccia e radiatori a muro sempre accesi. L’ospite in camera trova un bollitore per farsi un tè. L’accesso a Internet è gratuito e in modalità wireless.

La famiglia Vitta
La famiglia Vitta è giunta in Italia da almeno 500 anni (diaspora sefardita del 1492) e in Toscana innumerevoli generazioni fa e ha dato all’Italia soprattutto grandi giureconsulti. E’ riuscita a sopravvivere sia alla barbarie delle leggi razziali del 1938, che tolsero i diritti di cittadinanza agli italiani di religione israelitica, che alla caccia all’ebreo operata dai nazisti dopo l’8 settembre del 1943. Molti finirono nei campi di sterminio, qualcuno si salvò anche grazie alla solidarietà della popolazione locale. Fu il caso della famiglia Vitta che venne nascosta per due anni nel manicomio pubblico di Siena dopo un pericoloso viaggio di trasferimento da Firenze a Siena. “Mio nonno Cino appena giunto a Siena si era recato nell’albergo che gli era stato indicato” racconta il nipote Tinto (Nathanel), che assieme al fratello è nato a Gerusalemme dove si erano rifugiati i genitori giusto in tempo. “Come entrò in camera, bussarono alla porta. Con il cuore in tumulto aprì. Erano tre bei giovanotti travestiti da facchini della famiglia Piccolomini che li tolsero dall’albergo, che era utilizzato dalla Gestapo tedesca, per portarli al sicuro nel nosocomio dove avrebbero trascorso i successivi due anni.” Cino Vitta assieme al figlio Edoardo è stato il fondatore del diritto amministrativo in Italia. Dopo la guerra è tornato a insegnare all’Università di Torino. E’ andato in pensione con il titolo di professore emerito. Cino Vitta è stato anche sindaco di Tavernelle Val di Pesa negli anni della prima guerra mondiale. Anche lui avrebbe potuto dire, come l’Alighieri, “Italia, madre di poco amore.” Cino è un antico nome toscano che si ripete nella famiglia Vitta attraverso le generazioni.
Nel 1960 la famiglia Vitta acquista una villa a San Casciano Val di Pesa, Villa Il Poggiale, le cui prime notizie risalgono al 1408 quando i Corsini comprarono il Poggiale da Jacopo d’Agostini Martini. La villa ha un classico impianto rinascimentale. Nel grande salone affrescato troneggia un ritratto di Niccolò Machiavelli opera del Gilardi. Niccolò era nato a Firenze ma la famiglia Machiavelli era originaria della Val di Pesa. Il salone si caratterizza anche per la presenza di un imponente lampadario di cristallo. L’intera famiglia Vitta ha vissuto nella villa di San Casciano fino al 1988. Nel 2001 l’intenzione di vendere il manufatto per trasformarlo in appartamenti. “Era già tutto deciso” racconta ancora Tinto Vitta, un vigoroso gentiluomo di campagna che porta con leggerezza i suoi numerosi anni. “Io e mio fratello Pussi eravamo in un ristorante, l’aria triste. Nella villa avevamo trascorso i migliori anni della nostra vita, c’erano i ricordi di tre generazioni di Vitta. Bastò uno sguardo. Non vendiamo più, proposi. Trasformiamo la villa in un albergo. Ho approfittato dell’esperienza alberghiera accumulata da mio fratello e dalla sua socia Lea. Il Comune ci aveva già dato i permessi per la trasformazione della villa in appartamenti, fu assai più felice di assecondarci in questa nuova avventura che ha creato posti di lavoro ed economia per il territorio. Come albergo, Villa Il Poggiale è un valore aggiunto per il turismo nel Chianti del Gallo Nero. Dopo due anni di lavori, abbiamo aperto Villa Il Poggiale Dimora Storica Toscana il primo aprile del 2003, con 24 camere e ristorante oltre alla piscina su un terrazzamento esterno. Due anni dopo decidemmo di creare anche una piccola Spa.”
La villa è stata costruita attorno alla corte interna in cui troneggia un pozzo che prendeva l’acqua potabile direttamente dalla falda che in questo territorio corre abbastanza vicino alla superficie. Le decorazioni risalgono al 1800. La costruzione ha solide fondamenta che hanno resistito perfino al tentativo di demolirla con ben due mine da parte dei tedeschi in ritirata nel 1944 che l’avevano utilizzata come base del loro comando nel Chianti. La famiglia padronale che l’abitava viveva al piano nobile con le splendide, alte sale affrescate del piano terra adibite agli incontri di rappresentanza e alla vita familiare in comune, il primo piano era riservato alla lavanderia e alle camere della servitù. L’andamento del terreno aveva consentito di affiancare la villa con terrazzamenti nei quali si apriva anche il piano inferiore adibito a cantina e magazzini. La villa disponeva di un ampio territorio all’intorno, di centinaia di ettari, costellato di cascinali, che era coltivato dai mezzadri.
Venduto il terreno già dai precedenti proprietari, rimasta la sola villa con il terreno di pertinenza, la sua trasformazione in albergo ha richiesto una profonda opera di ristrutturazione: il riscaldamento con termosifoni era stato realizzato dopo il 1960 quando i Vitta erano subentrati come proprietari, mancava l’aria condizionata e il riscaldamento nelle soffitte oggi trasformate in camere. Si è rimediato con ventilconvettori. Le 24 camere sono risultate sia dalle camere esistenti quando la villa era abitata dalla famiglia Vitta che dalla partizione degli spazi esistenti. Tutte le camere hanno il letto a baldacchino, i radiatori sempre accesi in bagno, i pavimenti nel tipico mattonato rosso toscano, le alte finestre con le persiane interne, comodi scrittoi e sedie, divani e poltrone imbottite, il bollitore per farsi un tè in camera, l’atmosfera da casa vissuta legata sia agli oggetti dell’arredo, tipici di una casa di campagna, ai mobili di arte povera, ai soffitti con le pianelle rosse e le travi in legno a vista in molte camere del primo piano. Nella villa nei grandi saloni di rappresentanza del piano terra piuttosto che al piano superiore dietro ogni angolo incontri piccoli, deliziosi salotti che consentono indimenticabili momenti di privacy in compagnia di se stessi, di un libro, del partner, di amici con i quali chiacchierare. Quanto ci piace, a noi italiani, chiacchierare… Anche agli stranieri quando vengono in Italia. Come a Firenze, anche Villa Il Poggiale propone l’Honesty Bar nella sala al piano terra dove l’ospite ha a disposizione un autentico bar dove si serve direttamente lasciando traccia con uno scritto di ciò che ha consumato. L’antico, il senso del tempo, ti accompagnano in ogni momento anche quando ti affacci dalle terrazze sul panorama che circonda la villa, la campagna del Chianti disseminata di ordinate file di vigneti, le chiome scomposte degli ulivi, l’imponente severità dei cipressi che fungono da vigili sentinelle in ogni panorama toscano che si rispetti, con l’intrusione di ippocastani, cedri del Libano e tutte le altre tipologie arboree che arricchiscono l’orizzonte botanico della campagna in Toscana. L’orizzonte presenta piccoli borghi storici su cui svettano castelli o pievi anche più antichi della villa.
Il piano meno uno una volta adibito a depositi e cantine oggi ospita la sala delle colazioni e il ristorante, entrambi proiettati all’esterno sulla terrazza che li fronteggia dove si espandono durante la bella stagione. La cucina è il regno di una cuoca eccezionale, la fiorentina Lisa Conti, che vanta una laurea in storia dell’arte, ma proviene da una famiglia di cuochi dai quali ha tratto sia il dna professionale che ricette esclusive. Provata e promossa a pieni voti. La cucina è toscana innanzitutto, così pure i vini.
Una seconda terrazza più in basso (in realtà la terza considerata la terrazza del parco che fronteggia l’entrata della villa) ospita la piscina esterna e l’area solarium. Anna Mutini è vissuta per 35 anni in Scozia poi con le due sorelle decise di tornare in Italia. Lo hanno fatto a piedi con i rispettivi border collies. Ora è una dei maître del ristorante. “In villa come a Firenze, ci siamo circondati da persone autentiche, non solo da professionisti dell’ospitalità” spiega Tinto Vitta.
La Spa è stata ricavata anch’essa nelle vecchie cantine della villa: ne mantiene il calore da antro misterioso. Offre tre saune a raggi infrarossi inserite in cabine massaggi, due singole e una per coppie, gestite da una bravissima massaggiatrice brasiliana, Patrizia Ferreira Alves.
Villa il Poggiale e le Antiche Dimore Fiorentine sono aperte tutto l’anno.

Scheda alberghi
Antiche Dimore Fiorentine
www.johanna.it
www.anticadimorafirenze.it

Antica Dimora Firenze
Via San Gallo, 72 – Firenze
info@anticadimorafirenze.it

Antica Dimora Johlea
Via San Gallo, 80 – Firenze
anticajohlea@johanna.it

Residenza Johlea
Via San Gallo, 76 – Firenze
johlea@johanna.it

Residenza Johanna I
Via Bonifacio Lupi, 14 Firenze
lupi@johanna.it

Residenza Johanna II
Via Cinque Giornate, 12 – Firenze
cinquegiornate@johanna.it
Camere: 30

Villa Il Poggiale
Dimora Storica Toscana
Via Empolese, 69 – 50026 San Casciano Val di Pesa (Firenze)
Tel. +39 055828311
Fax +39 0558294296
villailpoggiale@villailpoggiale.it
www.villailpoggiale.it
Proprietà: Famiglia Vitta
Direttore: Monica Cozzi
Camere: 24
Ristorante
Honesty Bar
SPA
Parco
Piscina
Parcheggio esterno

L’hotel diffuso nella città di Dante. Una Villa su un poggio a dominare il Chianti
- Ultima modifica: 2014-05-14T07:11:07+02:00
da Renato Andreoletti

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