Il raddoppio di Radisson Collection a Milano con l’Hotel Santa Sofia

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La scorsa primavera, a distanza di due anni dall’apertura di Palazzo Touring Club Milan, ha aperto il Radisson Collection Hotel Santa Sofia, urban hotel raffinato, con una doppia proposta ristorativa aperta alla città.

Situato nella centralissima via Santa Sofia, a metà strada fra piazza Duomo e i Navigli, il Radisson Collection Hotel Santa Sofia è un hotel “concepito” a più mani, a cui hanno lavorato lo Studio Marco Piva, che si è occupato sia del progetto architettonico dell’intero edificio, sia dell’interior design delle camere, della palestra e dei corridoi, e lo Studio AtelierP con Alessandro Mario Cesario che invece ha definito gli spazi pubblici.

L’hotel, che si inserisce in un edificio degli anni ’60 adibito a uso ufficio ed è caratterizzato da una facciata rigorosa e da una copertura in rame ossidato, dopo un complesso processo di ristrutturazione e trasformazione è diventato un raffinato lifestyle hotel che si integra con Milano e con le sue dinamiche cosmopolite contemporanee. L’approccio progettuale è stato innanzitutto quello di preservare ed enfatizzare le forme essenziali dell’edificio originale, ma allo stesso tempo creare uno stile identitario capace di coniugare diversi concept, uno più orientato al business e un altro più leisure e urban. Diversi gli aspetti interessanti di questo progetto che riguardano sicuramente tematiche più strettamente legate al design e all’architettura dell’hospitality, altre magari meno eclatanti ma altrettanto virtuose, come lo studio, per tutto l’edificio, di soluzioni integrate finalizzate all’eliminazione delle barriere architettoniche – per garantire i percorsi principali a tutte le utenze senza elementi invasivi – o l’attenzione per un’architettura più responsabile che è sfociata in scelte progettuali “green” finalizzate a ottenere la prestigiosa certificazione Leed livello Gold.

Dialogare con la città
“Pur non trattandosi di un edificio storico, il progetto è stato molto interessante, perché ha permesso la creazione di nuove aree fruibili, grazie all’inserimento di elementi contemporanei ma non invasivi, all’interno di un’architettura esistente. Al piano terreno, dove c’era la corte, l’area è stata ad esempio chiusa con la realizzazione di una struttura vetrata, che aumenta la volumetria degli spazi, e dall’esterno riflette la storicità dell’architettura. La copertura del quarto piano è stata rimossa per realizzare una nuova terrazza con piscina e area lounge bar, mentre al settimo piano la terrazza, prima inutilizzata, è stata parzialmente chiusa con grandi vetrate che creano un ampliamento del rooftop bar e la sua naturale estensione all’esterno”. Marco Piva spiega così le scelte progettuali e l’obiettivo di alcuni interventi che si inseriscono senza sovrastare l’architettura originale, preservando gli elementi autentici come il sistema di coperture caratterizzato dalle verdi falde in rame ossidato, rifunzionalizzando la struttura e i suoi flussi e cambiandone la destinazione d’uso. Anche l’architettura degli ascensori esterni, che sono rivestiti in metallo e vetro tramite una lavorazione artigianale, si inserisce in modo fluido nel contesto.

Lo Studio Marco Piva ha previsto la conservazione e la riqualificazione delle facciate originali in trachite di Montegrotto, per le quali è stato studiato un nuovo progetto di lighting design che enfatizza la regolarità delle finestre, illuminandole per creare un segno riconoscibile sulle due facciate di Santa Sofia e Corso Italia. Particolarmente attento alla morfologia dell’edificio, il contesto per Marco Piva diventa fonte di ispirazione per la scelta dell’approccio progettuale più idoneo, guidandolo verso un linguaggio architettonico e di interior design marcatamente urban style. “La flessibilità che abbiamo saputo donare agli spazi ha permesso di far confluire riferimenti fondamentali quali l’accoglienza, lo spazio di lavoro, la memoria domestica, in una progettazione di elevata efficienza e funzionalità: camere business con un tocco urbano, nelle quali potersi comunque sentire come a casa”, sottolinea l’architetto.

Giro del mondo
Luca Casalin, food&beverage manager del Radisson Collection Santa Sofia

I due Radisson milanesi, il Santa Sofia e il vicino Collection Hotel Palazzo Touring Club Milan di Corso Italia, condividono lo stesso food&beverage manager, Luca Casalin. Il Radisson Collection Santa Sofia può contare su due cucine complementari, quella più tradizionale-europea del Sofia Kitchen and Bar e il fusion asiatico-peruviano dell’Issei, situato nel bellissimo rooftop con terrazza e vista sullo skyline milanese.
Qual è il focus principale su cui ruota la proposta gastronomica di Radisson Collection Santa Sofia?
Il Santa Sofia ha un’anima molto internazionale che si percepisce anche dal design. Anche la cucina del Sofia Kitchen and Bar segue i richiami con uno stile sia europeo che internazionale, con prodotti e materie prime fresche lavorate che rivela cura e buon gusto senza eccessi ma con eleganza. Al settimo piano l’Issei ha invece un concept di cucina Nikkei, fusione tra la cucina giapponese e peruviana.
Nel menu non ci sono legami con Milano, ma una proposta più ampia che abbraccia Giappone e Sudamerica. Come nasce questa idea?

L’ Issei è un concept che la compagnia ha sviluppato in altri hotel in Europa e a Dubai. Noi lo abbiamo reinterpretato in una lounge dove si può bere un aperitivo oppure cenare scegliendo tra una serie di piatti tradizionali, e non, delle due culture, pensati per essere condivisi tra gli ospiti, com’è nello stile delle due cucine. La proposta di cocktail segue la filosofia Nikkei con cocktail scenografici e ricercati, affiancati da una carta dei Sake.
A chi vi affidate per la fornitura delle materie prime?

La compagnia si affida a Entegra, una piattaforma pensata per aiutare le aziende con strutture alimentari ad acquistare in modo più efficiente e che raccoglie un cospicuo numero di fornitori – piccoli e grandi – così da garantire un’ampia scelta di prodotti.

Le 159 camere – 130 standard, 28 junior suite e 1 suite – sono state disegnate come piccoli loft urbani, con grandi vetrate – montate su telai neri – per dare maggior luminosità e permeabilità all’ambiente. Le junior suite si contraddistinguono per le dimensioni diverse e per le scelte di arredo, tra cui le cabine armadio, i divanetti lounge che segnano la zona giorno-notte, i divani su misura che esaltano il comfort, l’inserimento di un gruppo letto in più o per la presenza di bagni con lavabi doppi. Le testate letto, i comodini, le armadiature, i mobili lavabo, gli specchi e i desk sono stati disegnati dallo Studio Marco Piva e realizzati da Concreta, con dettagli e texture ricercate per assicurare ambienti caldi e accoglienti. Anche i materiali utilizzati collaborano nel restituire al meglio l’immagine di un cinque stelle luxury lifestyle.

Nell’hotel prevalgono materiali caldi come il legno e la pelle, mixati con elementi più contemporanei e industrial, come il vetro e il metallo che possano al contempo rispondere agli standard richiesti dalle certificazioni oltre che soddisfare i requisiti per il settore contract. Le essenze sono effetto legno con pannelli nobilitati particolarmente resistenti, le pelli sono ecopelli che rispondono a una necessità di maggiore durata e facilità di pulizia. La palette cromatica ruota attorno ai toni del blu con accenti di rosso e con inserimenti di grigio in varie tonalità, fino ai neri che definiscono gli spazi. Le camere sono caratterizzate dalla presenza di tende come elemento sia decorativo che funzionale, tende decor si affiancano a tende a velo per conferire un effetto di teatralità e creare un’atmosfera morbida e avvolgente. Nei lunghi corridoi dell’hotel si è optato per la creazione di una scansione a parete con cornici decorative applicate, che replicano il ritmo della facciata, con artwork alternati per creare accenti sulle pareti chiare. I pavimenti sono rivestiti da una moquette scura a pattern irregolari e i soffitti scuri sono dotati di illuminazione indiretta.

Total black

Tra tecnologia e design, tra funzionalità ed estetica. Elementi e temi che convergono in un progetto molto attento al comfort dell’ospite sotto ogni aspetto. Eikon Evo di Vimar è una serie di placche dal carattere elegante, con una sua silhouette impeccabile, leggera e minimale, che viene esaltata da materiali preziosi. Il design di Eikon Evo risponde alle attuali tendenze di mercato: forme disegnate per apparire, dimensioni che risaltano con sobrietà sulle pareti, colori e accostamenti inediti in un’elegante cornice cromata. In tutte le camere del Radisson Santa Sofia è stato installata la serie Eikon Evo nella variante colore Nero Totale in alluminio.

Ispirazione british
L’intervento dello Studio AtelierP con Alessandro Mario Cesario si è focalizzato su tutti gli spazi pubblici dell’hotel: reception, lobby, area business, ristorante, cocktail bar al piano terra; la piscina con il cocktail bar del quarto piano e nel rooftop il ristorante cocktail bar con la terrazza. “Siamo partiti da un progetto distributivo già approvato in fase di attribuzione dell’appalto edile; all’interno di questi spazi abbiamo potuto agire scegliendo le finiture superficiali e i colori: l’uso di superfici marmoree policrome e il dettaglio della posa dei parquet coordinati con la distribuzione spaziale degli arredi ci hanno permesso di conferire dettagli di qualità allo spazio.


Caldo essenziale

Nell’ottica di una progettazione sostenibile che coinvolge anche i fornitori che hanno contribuito alla realizzazione dell’hotel, è stato scelto Ti_Q di Antrax, un termoarredo minimale in acciaio al carbonio 100% riciclabile, caratterizzato da una forma rigorosa e dalla possibilità di essere accessoriato con maniglioni porta salviette e da una cover con la quale celare le valvole al di sotto della superficie scaldante. Le bordature squadrate disegnano una piastra dalla profondità sottile, posizionabile in orizzontale o verticale e con alimentazione idraulica o elettrica, che può essere personalizzata in una delle oltre 200 varianti cromatiche a catalogo. Il Ti_Q scelto per Radisson Santa Sofia è in colore bianco opaco con due maniglioni ad altezze diverse tono su tono.

L’utilizzo di colori caldi e decisi ha aumentato la percezione di accoglienza al visitatore; tutte le carte da parati e i rivestimenti tessili degli arredi sono originali, realizzati su disegno personalizzato”, raccontano gli AtelierP. L’atmosfera discreta e intima degli hotel anglosassoni è stata l’ispirazione per i progettisti milanesi Luca Piccinno Savelli Passalacqua e Mattia Pareschi, fondatori dello studio milanese Atelier P, vivacizzata da un mix di elementi eclettici che suggeriscono esperienze, memorie, viaggi da una parte all’altra del globo. Il verde, che permea l’ambiente della hall, incontra l’effetto specchiante del grès effetto marmo di Florim e richiama la storia dei vecchi tram e taxi milanesi degli anni Sessanta. Una guida cromatica che prosegue fino al Sofia Kitchen & Bar, dove il carattere austero dell’edificio si affievolisce in un interior arricchito da arredi realizzati su disegno sempre dallo studio Atelier P. All’ultimo piano l’Issei Rooftop Ristorante e Cocktail Bar fa della sua rotta multietnica – tra Giappone e Sud America – la linea guida del concept che strizza l’occhio agli anni Venti. Il progetto è stato curato in tutti i dettagli, compresa la scelta di un’ampia selezione di arredi vintage, di tutta l’oggettistica esposta e dei quadri e delle stampe che arredano le pareti.
“L’interior contractor Concreta ha realizzato per noi gran parte degli arredi su nostro disegno, dai banchi di somministrazione alle sedute (imbottite e non), tavoli, lampade e paraventi. Per noi è stata la prima occasione di collaborazione con Concreta”, sottolineano i designer.
Data l’esigenza della committenza di aprirsi alla città e vivere l’albergo in tutte le ore il concept di questi spazi è accogliente, gli ambienti sono aperti ed in continuità tra loro: “È stato importante differenziarli cromaticamente in modo da sottolinearne le particolarità, mantenendo allo stesso tempo armonico l’insieme delle parti. Sono state realizzate diverse moodboard, modificando ove possibile disegno, colori e finiture di tutti i rivestimenti tessili”, concludono gli AtelierP.

Luce organica

In Radisson Santa Sofia il tema dell’illuminazione è sicuramente strategico e meritano particolare attenzione il sorprendente uso della luce naturale e la sua perfetta integrazione con quella artificiale. Il progetto di lighting, elaborato da Deerms per lo studio di architettura Marco Piva, comprende le soluzioni Linea Light Group che si sono rivelate ideali per l’illuminazione della facciata, enfatizzata dalle cornici di luce in serie degli apparecchi uplights Arcada PRO posizionati sulla soglia di ogni finestra. Grazie alle dimensioni contenute non ostacolano la chiusura di eventuali balconi e definiscono un fascio luminoso molto stretto e nitido, frutto dell’ottica Elliptic Narrow Spot. Per i corridoi, invece, la scelta è ricaduta sul downlight Warp_Q da 4W, una gamma di faretti molto piccoli e performanti che si inseriscono al meglio nel controsoffitto grazie alla flangia sottile che permette di mantenere una continuità visiva nella superficie. Con la tecnologia Dynamic White™ è possibile, inoltre, gestire la temperatura colore fino a raggiungere l’atmosfera perfetta. All’interno delle camere sono presenti una linea led posizionata nelle gole delle tende e una posta dietro la testata del letto, oltre a luci a sospensione, luci da lettura, applique decorative e punti luce ottimali collocati in bagno.

Questo articolo è stato pubblicato sul numero 11/23 di Hotel Domani. 

Il raddoppio di Radisson Collection a Milano con l’Hotel Santa Sofia - Ultima modifica: 2024-03-20T09:19:10+01:00 da Sabrina Piacenza

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