Se i sogni possono prendere concretezza, Palazzo da Ponte a Venezia, tra Piazza San Marco e il Ponte dell’Accademia, rappresenta il desiderio realizzato di almeno due persone.
La prima è Nicolò da Ponte, che fece costruire questa residenza per sé e viveva tra queste mura quando diventò doge, carica che mantenne dal 1578 al 1585.
Per parlare della seconda persona bisogna fare un salto avanti nel tempo, arrivare a oggi e ascoltare le parole usate da Kike Sarasola, fondatore e presidente di Room Mate, nel presentare la nuova veste della struttura “Questo è un sogno che si realizza, perché per me Venezia è il posto più bello del mondo”.
Da terra o dall’acqua
Il sogno concretizzato di Kike Sarasola è Palazzo dei Fiori, il boutique hotel che ha trasformato l’edificio storico del XVI secolo in un luogo dedicato all’accoglienza che si sviluppa su quattro piani ed ospita 16 appartamenti tutti diversi l’uno dall’altro per le dimensioni – le metrature spaziano dai 65 ai 328 mq, con 33 camere da letto totali – per le forme – condizionate da quelle dell’edificio originale – e per il design, che crea per ogni soluzione un’atmosfera diversa. L’interior è stato curato da Teresa Sapey + Partners, lo studio spagnolo fondato dall’architetta italiana che ha all’attivo una collaborazione costante con la catena Room Mate. In questo caso, spiega la progettista, “la richiesta del committente era un progetto ad hoc per la catena ma anche per Venezia, che parlasse veneziano in modo contemporaneo, classico ma nuovo, di design ma comodo”. Avvicinare nella stessa frase Venezia e il concetto di contemporaneità è sempre rischioso: si tratta di una città con una sacralità intoccabile e per reinterpretarne lo spirito senza passi falsi bisogna usare un attento mix di rispetto e coraggio. Il progetto di Teresa Sapey + Partners dosa i due ingredienti con competenza e umiltà, per un risultato originale, luminoso e pieno di colore. Com’è triste Venezia, cantava Aznavour. Qui a Palazzo dei Fiori invece Venezia è gioiosa, solare e piena di allegria.
Nuovo lusso a Venezia
Palazzo dei Fiori è un nuovo capitolo nella storia di Room Mate, con una formula di appartamenti di lusso per viaggiatori altospendenti, alla ricerca di spazi raffinati, comodità e la totale privacy data dai due accessi distinti all’edificio: uno dalla calle e l’altro via mare. Per intercettare questo target l’investimento è stato significativo: i lavori di rinnovamento del palazzo, seguiti dall’architetto Alberto Torsello per la parte strutturale e Teresa Sapey + Partners per l’interior design, hanno richiesto un impegno di oltre 5 milioni di euro: 3,5 relativi alla ristrutturazione edilizia e alla trasformazione in appartamenti e 1,7 per la realizzazione, ovvero la progettazione, l’arredamento, gli adeguamenti tecnologici. La proprietà del Palazzo è del gruppo Generali.
Un amico in città
L’idea di creare una catena di boutique hotel che si distinguesse sul mercato è nata nel 2005 da un’esigenza che Kike Sarasola avvertiva in prima persona: “Viaggiavo nelle grandi città e non trovavo mai una struttura che corrispondesse a ciò che cercavo”. Così ha creato Room Mate, che – racconta – è una catena che vuole dare la sensazione agli ospiti di avere un amico in città, pronto a dare consigli, suggerimenti e ispirazioni per tuffarsi alla scoperta del luogo. Per questo negli alberghi della catena non sono previsti servizi come spa e ristoranti: tutte le strutture si trovano in centro città e, per tutte, gli ospiti possono ricevere consigli ‘su misura’ per ogni tipo di esigenza.
Lo scopo del progetto di interior design è stato quello di ripensare in una chiave più sobria la spazialità e l’arredamento di un edificio veneziano del XVI secolo con un punto di vista contemporaneo ma rispettoso delle tradizioni. Per realizzare questo lavoro Teresa Sapey e Francesca Heathcote Sapey si sono immerse nello spirito della città e nell’atmosfera del palazzo. La maggior parte degli arredi sono stati disegnati su misura: armadi che ripropongono le vedute della città di Filippo De Pisis, 4 tipologie di letto – a baldacchino, incassati in alcove, con testiera imbottita o con pinnacoli laterali –, i pouf a forma di fiore, le cucine semplici nella linea e vivaci nelle scelte cromatiche. A rendere possibile il tutto è stata Uno Contract, contract provider dell’opera, che ha raccolto la sfida progettuale e tempistica. “La fornitura ha richiesto un impegno totale nel coordinare tutte le parti coinvolte – racconta Mauro Tabaro, ceo dell’azienda. “Con Venezia come nostro territorio di origine, gestire questo progetto è stato particolarmente speciale per noi. Abbiamo lavorato a stretto contatto con i nostri partner locali, unendo l’artigianato con l’eccellenza industriale nell’arredamento”.
Spirito “roomy”
Se per Palazzo dei Fiori il target è diverso da quello delle altre strutture della catena, è in comune con loro la filosofia che ne definisce l’ospitalità. Anche qui, per esempio, i criteri di selezione del personale prendono in considerazione più l’indole del candidato che il suo curriculum; i dipendenti devono avere uno spirito ‘roomy’, riconoscersi nei valori della catena e farli propri: Sarasola racconta che nelle recensioni degli hotel di Room Mate lo staff è valutato sempre in modo positivo, spesso con riferimenti specifici ai dipendenti, con tanto di nome proprio. Segno che l’approccio funziona e che il fattore umano è cruciale per rendere la vacanza memorabile.
Con Zeppelin, il designer olandese Marcel Wanders ha dato la sua personale interpretazione, contemporanea e dissacrante, del classico lampadario a più bracci. La struttura canonica del lampadario si intravede al di sotto del rivestimento in cocoon, un polimero plastico che, in forma di microfilamenti, è stato applicato a spruzzo sulla struttura di metallo. Il nome scelto per la lampada a sospensione, prodotta da Flos, è quello dello Zeppelin, il dirigibile sviluppato in Germania nei primi anni del XX secolo con la struttura rigida in alluminio rivestita esternamente in tela trattata: un equilibrio tra la forza della struttura e la leggerezza elegante dell’involucro. Un palazzo ricco di storia, arredi originali e colorati, richiami al passato di Venezia, pezzi di design storico, viste suggestive. Ma senza ristorante e senza bar, per invitare l’ospite a immergersi nella città e a viverne la magia.
Tra lecci, rose e oleandri
Il nome della struttura si ispira ai Giardini Segreti veneziani e ogni appartamento ha una sua identità, una scala cromatica e prende il nome da una pianta o da un fiore tipico di Venezia o del Veneto, dall’edera alle rose, dall’oleandro al girasole e così via. Un itinerario tra piante, fiori e profumi dalle camere conduce fuori, tra le calli e i ponti, alla scoperta della città.