“Sir Charles Forte mi mise una mano sulla spalla…”

Lorenzo Giannuzzi ha lasciato Aiello Calabro, il piccolo paese cosentino in cui è nato nel 1950, per andare nel mondo come professionista dell’accoglienza e dell’ospitalità. La carriera di Lorenzo si è svolta tra Americhe ed Europa, rimbalzando tra i due continenti a seconda delle opportunità e delle coincidenze. Dal 1995 Lorenzo Giannuzzi è il General Manager del Forte Village Sardegna di cui oggi è anche Amministratore Delegato
Lorenzo Giannuzzi
Lorenzo Giannuzzi ha lasciato Aiello Calabro, il piccolo paese cosentino in cui è nato nel 1950, per andare nel mondo come professionista dell’accoglienza e dell’ospitalità. La carriera di Lorenzo si è svolta tra Americhe ed Europa, rimbalzando tra i due continenti a seconda delle opportunità e delle coincidenze. Dal 1995 Lorenzo Giannuzzi è il General Manager del Forte Village Sardegna di cui oggi è anche Amministratore Delegato

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Lorenzo Giannuzzi

“Era il 1995. Dirigevo alcuni alberghi della Trusthouse Forte ai Caraibi” spiega Lorenzo Giannuzzi nel suo ufficio immerso nell’immenso parco botanico del Forte Village Sardegna a Santa Margherita di Pula, sulla costa sudoccidentale dell’isola. “Ai Caraibi mi ero trapiantato con moglie e figli. Ci stavo bene. Pensavo di restarci definitivamente. Ero appena tornato da Londra dove mi recavo ogni tre mesi per confrontarmi con la direzione generale della compagnia. Mi chiesero di tornare subito a Londra. A Londra mi spiegarono che erano sorti dei problemi con il Forte Village in Sardegna e che ero la persona giusta per risolverli. Risposi picche. Stavo troppo bene ai Caraibi. Entrò improvvisamente nell’ufficio Sir Charles Forte, il fondatore della compagnia alberghiera che ne portava il nome. Per me era un mito e una sorta di secondo padre. Mi mise una mano sulla spalla e mi spiegò con la sua voce calma e profonda che ero l’unico in grado di risolvere i problemi del Forte Village, che a 25 anni dall’apertura aveva bisogno di una seconda ripartenza. A Sir Charles non potevo dire di no. Posi due condizioni: di riferire solo all’Amministratore Delegato della compagnia, scavalcando tutti i ruoli intermedi, e che sarei rimasto in Sardegna solo due anni, poi sarei tornato nei Caraibi. La Sardegna, avrei scoperto in seguito, è una amante gelosa cui resti fedele tutta la vita. Vi arrivai nel 1995 come General Manager del Forte Village. Lo sono ancora, 24 anni dopo.”
Lorenzo Giannuzzi all’apparenza è un uomo tranquillo, che parla in maniera pacata, con un timido sorriso che gli aleggia sempre a fior di labbra. Sospetto che quando gli serve esprima la stessa rabbia agonistica di un suo piccolo, grande conterraneo: Gennaro Gattuso, poderoso mediano di spinta del Milan che vinceva tutti i trofei possibili e immaginabili in Italia e nel mondo (oltre alla Coppa del Mondo del 2006 con la nazionale italiana), oggi non meno coriaceo quanto grintoso allenatore della stessa squadra. Lorenzo Giannuzzi, classe 1950, è nato ad Aiello Calabro, una fucina di grandi professionisti del mondo alberghiero. Prima di lui fu il fratello maggiore Alfonso a lasciare la località calabra, con una laurea di avvocato e nessuna intenzione di esercitare la professione nel foro, andando prima a Losanna, alla prestigiosa Ecole Hôtelière, e poi in giro per il mondo fino a diventare il braccio destro di Sir Charles Forte alla Trusthouse Forte pilotando l’arrivo in Italia a inizio anni Novanta della formidabile multinazionale alberghiera fondata da quella sorta di genio che è stato Carmine Forte (Charles per gli inglesi), classe 1908, originario della Ciociaria, arrivato bambino in Inghilterra assieme alla famiglia. Sir Charles iniziò la sua attività con un carretto di gelati, creò un impero. Alfonso Giannuzzi, classe 1947, è morto improvvisamente nell’agosto del 2005. Senti nelle parole di Lorenzo il dolore e la nostalgia per un fratello maggiore cui era legato da profondo affetto oltre che da grande solidarietà professionale.

Un medico mancato
“Mio padre era medico e mi convinse a studiare medicina all’università” spiega Lorenzo Giannuzzi. “Da noi c’è il culto del posto fisso, che sia in banca o in ospedale. Davo gli esami ma non ero convinto di voler fare quella professione. Capii che non ne avevo la vocazione: gli ospedali mi deprimevano. Cambiai università iscrivendomi alla facoltà di Scienze politiche per intraprendere la carriera diplomatica. Una precondizione necessaria era imparare l’inglese. Alfonso mi convinse ad andare in Canada per uno stage in un albergo favoloso, il Banff Springs Hotel all’interno del Banff National Park, una riserva naturale indiana, nella regione dell’Alberta, nel Canada occidentale, ai piedi delle Montagne Rocciose. Un posto incredibile, bellissimo, affascinante. Per me è stato un colpo di fulmine. Lì ho incontrato come ospiti personaggi come Jacqueline Kennedy Onassis, Frank Sinatra. Ho incontrato la mia vocazione per l’hotellerie. Considerando che all’epoca non esisteva Internet, e non c’erano neppure i selfie, come avrei fatto a convincere i mei paesani che avevo frequentato questo genere di personaggi? Tornato a casa, convinsi con qualche difficoltà mio padre a iscrivermi alla scuola alberghiera di Losanna, che aveva già frequentato Alfonso. Il primo lavoro che trovai dopo la scuola alberghiera fu al Forte Village: era il 1978. Fui assunto come receptionist. Direttore era Franco Pecorelli, che ne aveva assunto la direzione nel 1974. Il passo successivo fu a Londra, dove volevo andare per perfezionare l’inglese, al Grosvenore House Hotel, uno degli alberghi più prestigiosi della capitale britannica. Il ruolo era quello di Duty Manager. Sorse un problema: la mia conoscenza dell’inglese non era adeguata. Era troppo scolastica. Nel ruolo di Deputy Manager dovevo gestire i reclami. Avevo un perfetto aplomb anche perché non capivo quel che mi dicevano. Li ascoltavo con attenzione, non replicavo mai. Pare che fossi un ottimo Deputy Manager. Il direttore, un simpatico irlandese giustamente molto professionale, non poteva sostenere ulteriormente la situazione. Chiesi tre mesi di tempo per frequentare un corso di full immersion. Furono così gentili da continuare a ospitarmi e da aspettarmi. Mi ripresentai tre mesi dopo parlando un inglese fluente. Ho ripreso la mansione di Deputy Manager. Diventai assistente personale del Direttore e Weekend Deputy Manager: lavoravo durante il fine settimana senza interruzione, around the clock. Il passo successivo, per soddisfare la mia voglia di viaggiare, fu nella Guiana britannica, nell’America Latina, nel pieno di grandi conflitti sociali e politici che ricordano molto ciò che continua ad accadere in quei Paesi ancora oggi. In Guiana c’era una pesante dittatura militare. Ero giovane. Trovai il tutto molto eccitante. Godevo di molta autonomia, fu un’esperienza positiva. Dopo un anno mi proposero il St Helena alle Barbados. Successivamente dovevo andare in Australia ma il mio datore di lavoro, che era un cliente dell’albergo alle Barbados, morì improvvisamente giocando a tennis. Tornai in Europa e curai l’apertura del primo Novotel, della compagnia francese Accor, nel quartiere più avveniristico di Parigi, la Defence. I dirigenti di Accor mi chiesero di tornare in Centro America, a Guadalupe, per risolvere alcuni problemi legati alla gestione. Altra esperienza positiva: pensavo di stabilirmi lì. Mi arrivò invece una telefonata dalla Trusthouse Forte per andare a Fiuggi a dirigere il Palazzo della Fonte come Direttore Generale. Sir Charles Forte era originario della zona e ci teneva al recupero integrale di un albergo storico del territorio. Era il miglior biglietto da visita di come Trusthouse Forte intendeva operare in Italia. In contemporanea, la compagnia aveva acquistato anche l’Hotel Eden a Roma, altro albergo storico ormai decaduto da ristrutturare in maniera radicale. Ezio Indiani andò a Fiuggi, io mi occupai di Roma. Inaugurammo l’albergo romano sul finire del 1993 alla presenza di due ospiti importanti per Sir Charles: Margaret Thatcher e Giulio Andreotti. Mi offrirono di diventare il Direttore Generale degli alberghi del gruppo nei Caraibi con base a Nassau, nelle Bahamas. Viaggiavo tra Barbados, Giamaica, Bahamas, le Bermude. Ci sono rimasto fino al 1995. In realtà contavo di metterci le radici perché è stata l’esperienza che ho amato di più. Invece mi chiamarono a Londra e Sir Charles fece una sorta di mozione dei sentimenti per convincermi a venire in Sardegna al Forte Village. Negli anni successivi accumulai anche l’incarico di Amministratore Delegato del Gruppo Forte per l’Italia e la Svizzera. Miei referenti sul territorio erano Ezio Indiani in Svizzera e Pietro De Panizza in Italia. Prendemmo in gestione altri alberghi a Torino e Rimini. Trusthouse Forte nel frattempo era stata prima scalata in Borsa dalla Grenada, che aveva riposizionato e ridimensionato il portafoglio alberghi. Poi, nel 2006, fu venduta a Starwood da Lehman Brothers, che nel frattempo aveva acquisito la proprietà di Le Meridien, il brand di cui facevamo parte. Vendettero tutti gli alberghi del gruppo con esclusione del Forte Village. Contavano di venderlo a un prezzo maggiorato. Restai con il Forte Village dove godevo di molta autonomia. L’esperienza con Lehman Brothers la ricordo molto positivamente. Era gente pratica, concreta. Ogni tre mesi andavo a New York per la verifica dei conti. L’obiettivo era vendere il Forte Village come Premium Price. Obiettivo centrato. La parte immobiliare fu venduta a dei fondi finanziari. La gestione fu acquistata da Emma Marcegaglia che mi chiese di rimanere e diventare anche azionista della società di gestione. Nacque Eleganzia Hotels & Spas con un portfolio di alberghi di classe: il Forte Village Sardegna, nato nel 1970, Castel Monastero vicino a Siena, in Toscana, e La Maddalena Hotel & Yacht all’isola della Maddalena, ancora in Sardegna. Con Emma Marcegaglia arrivò come socio anche Andrea Donà Delle Rose Marzotto. Il passaggio successivo implicava il reperimento dei capitali necessari da investire sull’ampliamento e il rinnovamento del Forte Village. Me ne sono occupato personalmente. Nel 2013 ho trovato degli investitori russi che oltre ad acquisire la gestione dell’azienda poco tempo dopo hanno acquistato anche la parte immobiliare per dare più coerenza allo sviluppo di una struttura così complessa. Sono socio di minoranza, Amministratore Delegato e Direttore Generale del Forte Village Sardegna. Grazie alla nuova situazione finanziaria, abbiamo effettuato investimenti assai importanti, creato un prodotto estremamente articolato attorno a 8 alberghi e 13 ville, per un totale di 700 camere, 21 ristoranti, campi di calcio e di calcetto, di basket e da tennis, la scuola di diving, una importante Spa, la Acquaforte Thalasso & SPA, la Forte Arena, uno spazio all’aperto, una sorta di anfiteatro naturale che può essere chiuso attraverso un sistema di coperture rimovibile, dove ospitiamo grandi concerti. Per il 2019 abbiamo in calendario il concerto di Eros Ramazzotti, il Balletto di Mosca con La Bella Addormentata e il Musical A Chorus Line. Disponiamo del Palaforte per eventi di tutti i generi, legati sia al segmento del Mice che a quello dello sport con lo Sport Academy Center, del Leisure Land con la pista per le gare di go cart, di sette pedane di bowling, il tutto all’interno di un parco botanico unico di 47 ettari di verde con oltre 2000 alberi, 2 milioni di piante e miriadi di cespugli e fiori che uniscono lo spettacolo della macchia mediterranea al fascino esotico di vegetazioni lontane. Abbiamo ridotto il numero delle camere per ampliarle. Proponiamo 700 camere con uno staff complessivo di 1200 persone (il doppio rispetto agli anni Novanta). Abbiamo investito nelle tecnologie più avanzate ma anche nelle Risorse Umane legate soprattutto alla gestione della comunicazione e della commercializzazione attraverso i nuovi canali social e di Internet. Quando sono arrivato, l’Ufficio Sales & Marketing aveva due persone, oggi sono 15. Disponiamo dei migliori professionisti come coaching per le attività legate allo sport, per esempio. Ai nostri ospiti accade di giocare a tennis con qualche vecchia gloria di Wimbledon come Pat Cash o giocare a scacchi con Anatolij Karpov. Nei nostri ristoranti, ospitiamo chef stellati come Rocco Iannone, Luigi Cracco, Il Lugo di Aimo e Nadia e Max Mascia che tornano al Forte ogni anno. Ai 21 ristoranti, si aggiungono le altre stelle dell’alta cucina che partecipano alle “Celebrity Chef Nights” cucinando per i nostri ospiti per 2/3 giorni.
Al Forte Village formiamo direttamente i mestieri di base del settore alberghiero attraverso corsi che si svolgono da noi durante l’inverno. Abbiamo dato vita inoltre a una Business School in collaborazione sia con l’Istituto alberghiero Azuni di Pula che con l’università Luiss di Roma (fondata da Guido Carli). Presso l’Istituto Alberghiero abbiamo dato vita anche a corsi di istruzione superiore in enogastronomia e ospitalità alberghiera. Gli allievi effettuano la parte pratica da noi superando la classica dicotomia tra teoria e pratica. A 11 anni dall’inizio di questi master, vantiamo un tasso del 100 per cento di inserimento dei giovani diplomati nel mercato del lavoro turistico. La filosofia People serving People è alla base della educazione oltre che della formazione e selezione dei nostri collaboratori. Al Forte Village è forte e palpabile il sentimento di appartenenza che motiva tutti i giorni coloro che vengono a lavorare, qualunque ruolo ricoprano. È una filosofia aziendale che paga. Il Forte Village per la ventunesima volta consecutiva ha ottenuto il prestigioso riconoscimento di World’s Leading Resort 2018. Il titolo di migliore resort al mondo è arrivato in occasione della cerimonia di premiazione dei World Travel Awards, lo scorso primo dicembre al Pátio da Galé di Lisbona. A questo premio si aggiungono i due titoli di World’s Leading Luxury Family Resort 2018 e World’s Leading Sports Academy 2018. Il fatturato del Forte Village Sardegna nel 2018 ha superato quota 93 milioni di euro con un’apertura annuale di sei mesi, da metà aprile a metà ottobre, che si dilatano a otto mesi con l’attività di Mice e legata allo sport mentre nel clou della stagione ci sono quasi esclusivamente ospiti individuali. Non so quante altre aziende del nostro settore possano vantare simili risultati. La clientela più affezionata al Forte Village è rappresentata, oltre che dai clienti diretti, da russi, arabi, tedeschi, americani, il resto dell’Europa e del mondo. La segmentazione geografica dei nostri ospiti è davvero molto ampia.”

“Sir Charles Forte mi mise una mano sulla spalla…”
- Ultima modifica: 2019-07-22T11:31:41+02:00
da Renato Andreoletti

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