Tra passato e futuro. Un tuffo carpiato

Per capire il futuro vi consiglio un tuffo carpiato nel passato più remoto, il nostro...
Per capire il futuro vi consiglio un tuffo carpiato nel passato più remoto, il nostro...

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Viviamo in un mondo sempre più complicato dove i mutui immobiliari sottoscritti dai cinesi, che solo 15 anni fa neppure sapevano che cos’è un mutuo, decidono l’andamento dell’economia planetaria. Su quei mutui l’Australia ha impostato il suo futuro: il 33 per cento del suo export è con la Cina e se i cinesi diventeranno insolventi, gli australiani falliscono e a catena altri paesi li seguiranno. Il futuro e il passato sono sempre più inestricabili: siamo tutti ipertecnologici eppure conviviamo con dei pazzi che sparano sulla folla e si fanno esplodere in nome di una religione vecchia di 1400 anni, ancorata a un mondo, quello di Maometto, oscuro e antico quanto quello di Otzi, la mummia del Similaun vissuta 5500 anni fa. Quel che è più paradossale e drammatico è che molti di questi fanatici sono cresciuti tra di noi e hanno frequentato le stesse nostre scuole.
Non è meno paradossale che milioni di cattolici si mettano in viaggio per un rito indetto da un asceta diventato papa nel 1294, quando Marco Polo era sulla via del ritorno dal Catai, la Cina dominata dai mongoli di Qublai Khan, il nipote di Gengis Khan, che giusto quell’anno morì. L’impero mongolo andava dall’Oceano Pacifico al Mar Baltico, dalla Cina alla Polonia e alla Lituania comprendendo anche l’ex Unione Sovietica, Afghanistan, Persia e Medio Oriente eppure chi lo ricorda? Parliamo del Rito della Perdonanza riportato in auge da un anziano teologo diventato papa anch’esso, dimessosi da papa esattamente come Celestino V ben 719 anni dopo come se nel frattempo il mondo si fosse preso una pausa di riflessione. Chissà se a proposito di Ratzinger ci sarà un Dante Alighieri a stigmatizzarne l’operato? Come sarà giudicato il suo successore, papa Francesco?
Noi umili che operiamo nel turismo siamo come il surfista che ha provato a cavalcare l’onda di uno tsunami. Ne è stato travolto.
Programmare è sempre più difficile. Dove non c’è il terrorismo, ci sono i mutui a fare anche più paura. C’è il clima impazzito con l’estate umida e l’inverno torrido. Sembrano scomparse le certezze del passato più recente, forse per questo sono tornate di gran voga certezze assai più antiche.
Nel turismo le certezze più antiche son sempre quelle legate all’essere umano, alle sue fragilità, ai suoi bisogni e alle sue necessità ma anche alle sue inesauribili curiosità. Un letto caldo, un piatto colmo, buona compagnia, un tetto sicuro, un oste serio, un territorio presidiato sono ancora gli ingredienti di una accoglienza e una ospitalità efficienti ed efficaci. Il tutto declinato nel linguaggio e secondo i costumi del Terzo Millennio. Funziona ancora la capacità di raccontare storie, di inventare fiabe, di tramandare leggende, di creare meraviglia. La tecnologia è solo uno strumento, per quanto efficace. È l’intelligenza lo strumento strategico, è il cuore ciò che fa la differenza, è il saper emozionare e far emozionare ciò che non tramonta mai. Nel vostro albergo, nel vostro ristorante, nel vostro territorio, nella vostra comunicazione, questa miscela di concetti come è declinata? Come la narrerebbe Marco Polo, come la vivrebbe Dante Alighieri? Per capire il futuro vi consiglio un tuffo carpiato nel passato più remoto, il nostro.

Tra passato e futuro. Un tuffo carpiato
- Ultima modifica: 2016-01-14T14:10:31+01:00
da Renato Andreoletti

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