Turismo e Covid, se non sappiamo nemmeno quanto male va…

Luca Boccato, CEO di HNH Hospitality, denuncia la mancanza di chiarezza da parte delle associazioni che dovrebbero rappresentare il settore
Luca Boccato AD di HNH Hospitality
Luca Boccato, CEO di HNH Hospitality, denuncia la mancanza di chiarezza da parte delle associazioni che dovrebbero rappresentare il settore

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Luca Boccato, CEO di HNH Hospitality

Qual è stato l’impatto della pandemia da Covid19 sugli hotel italiani nel 2020?
Dipende. Se a rispondere è Federalberghi il calo sarebbe del 55%. Se a rispondere, invece, è Confindustria Alberghi, il calo sarebbe del 80%.
Il condizionale è d’obbligo. Vediamo perché.
A pubblicare la risposta è Pambianco Hotellerie in un articolo uscito qualche giorno fa. A rispondere sono i massimi esponenti delle due associazioni. Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi e Maria Carmela Colaiacovo, pariruolo in Confindustria Alberghi.

Perché offrono due risposte così diverse alla stessa domanda? Per due ragioni, essenzialmente. Perché non dispongono del dato e perché, di conseguenza, si arrangiano con quello che hanno. Chi utilizzando le presenze, chi una fonte imprecisata.
Ho chiesto a STR Global (che ringrazio!) di avere l’ultimo report “European Report Review” che raccoglie le performance di 65.435 hotel nel mondo, dei quali 9.992 in Europa, tra questi 405 in Italia.
Il campione, va detto, è sbilanciato verso gli hotel di catena e, come ulteriore conseguenza, presenti soprattutto nelle principali città italiane.

Gli hotel che compongono il campione per l’Italia, nel 2020, hanno perso il 70,9% dei Ricavi Camera (espressi in termini di RevPAR). Così facendo, hanno fatto peggio degli altri paesi europei che complessivamente hanno perso il 63,1%, ma anche del sottoinsieme rappresentato dai paesi dell’Europa Meridionale (65,9%). Andrebbero capite le ragioni di questa performance dell’Italia peggiore rispetto all’Europa, ma anche rispetto ai paesi, come noi a maggiore vocazione turistica (Sud Europa). Una possibile spiegazione potrebbe essere la maggiore incidenza per l’Italia della domanda internazionale, la più penalizzata dalle limitazioni agli spostamenti conseguenti alla pandemia in atto. Ne è prova il fatto, che nel dettaglio per le singole città, Roma regista un calo del 77,7%, Milano poco meglio al 72,1%.

Andrebbe anche capito perché l’utilizzo di questi strumenti di Benchmarking, in Italia, sia così limitato. Solo il 6,1% degli hotel censiti. Contro l’8,4% della Spagna. Il 12,3% della Germania, il 16% della Franca
Nel dettaglio dei dati che determinano il dato di sintesi, sempre con riferimento all’Italia, il crollo del fatturato è spiegato, in parte dal calo delle camere occupate, passate dal 70,1% del 2019 al 25,8% del 2020, in misura minore per la riduzione dei prezzi di vendita, scesi tra i due anni del 20,7%. La debacle è totale.

Tra qualche mese cominceremo a vedere l’impatto di queste performance sui bilanci delle imprese alberghiere. Quasi contemporaneamente avranno termine, stando all’ultimo DCPM, le Fis Covid, la Cassa Integrazione di settore. I sussidi che garantiscono ai lavoratori un salario ridotto, pur in assenza di lavoro e che consentono alle imprese di limitare le perdite in un periodo già difficilissimo. Quando questo ammortizzatore sociale verrà meno e con esso si aprirà per molte aziende la strada dei licenziamenti, si capirà anche quale sarà l’impatto complessivo sull’occupazione e l’effetto sociale di questa crisi.

La categoria, anche attraverso le associazioni (che non si capisce perché siano due?!), ha da tempo alzato bandiera bianca. La sostanziale assenza di fondi destinati al turismo nel Recovery Fund è solo l’ultima prova di una sconfitta, ormai totale.
Di questa debolezza siamo tutti responsabili. In primo luogo, aiuterebbe una maggiore consapevolezza e trasparenza. I numeri sarebbero un buon punto da cui partire. Difficile confrontarsi e avanzare pretese, pur legittime, in assenza di dati pubblici condivisi e certificati. Inaccettabile che chi rappresenta la categoria utilizzi ancora le presenze o non citi la fonte delle proprie informazioni.

Uno sviluppo coerente di un benchmark di settore a livello nazionale consentirebbe di rispondere a questa semplice domanda con cognizione di causa e darebbe prova, all’interlocutore, di chiarezza e trasparenza. Se la nostra categoria non si assumerà questa responsabilità, accettando di essere trasparente, non riuscirà mai ad essere considerata come un interlocutore credibile e affidabile. Durante una crisi come quella stiamo vivendo, questo gap di credibilità è diventato drammatico.
Alla domanda “come vanno le cose?”, per cominciare, dovremmo almeno dare tutti la stessa risposta.
Male, anzi malissimo.

Turismo e Covid, se non sappiamo nemmeno quanto male va…
- Ultima modifica: 2021-01-27T12:31:38+01:00
da Renato Andreoletti

2 COMMENTI

  1. Come sempre Renato condivido totalmente la tua spietata analisi. Se neppure in questa crisi che affosserà molti noi siamo riusciti a fare fronte comune vuol dire che molta della colpa è nostra. Non so se questa volta riuscirò a uscirne se così sarà mi resterà un sogno da realizzare, un piccolo B&B nel mio adorato Polesine dove tante piccole interessanti realtà sono nate da quando ti ci ho portato. Se così sarà sarai il mio primo specialissimo ospite. Un abbraccio Tina

  2. Sono concorde con due affermazioni finalmente realistiche: La debacle è totale, e l’ultima : va male anzi malissimo. Questo non è essere pessimisti o catastrofisti, è tenere i piedi per terra, è mettere le carte vere sul tavolo. Tutti i post, gli articoli utopici, gli entusiasmi goliardici, inneggianti a: ripartiamo!! Tutti uniti creiamo strategie di ripresa , corridoi turistici….
    Bene, tutto questo ha creato confusione, realtà distorte, ed illusioni facili…La triste realtà è che tutte le nazioni del mondo sono in lotta con il Virus che continua a mutare e mietere vittime…nessuno può viaggiare, aeroporti vietati, voli impossibili, spostamenti soggetti a quarantene…. Hotels chiusi, ma di cosa parliamo?? Di quale turismo??? Adesso servono solo aiuti sicuri per le categorie interessate, da parte di uno Stato che si perde ahinoi, dietro ad una crisi, e centinaia di migliaia di lavoratori restano a casa! Le speranze sono riposte anche nella vaccinazione, più veloce possibile, della popolazione mondiale, fatta a tappeto e non a macchia di leopardo… . Solo cosi si potrà essere sicuri e tornare a viaggiare e far tornare la voglia di viaggiare! Per adesso aspettiamo e prepariamo al meglio questo mondo a respirare di nuovo in libertà.

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