Roma, Bettoja Hotels: sempre aperti in sicurezza

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Maurizio Bettoja, presidente del gruppo Bettoja Hotels di RomaNei giorni più difficili del lockdown,  L’Hotel Massimo d’Azeglio di Roma ha tenuto alta la bandiera dell’ospitalità targata Bettoja Hotels.
L’albergo è infatti rimasto aperto adottando tutte le misure necessarie e rimodulando il servizio per tutelare la salute degli ospiti e del personale.
“In 145 anni di storia non abbiamo mai chiuso, nemmeno durante le due guerre mondiali. Per questo, oggi non ci abbiamo neanche tanto pensato e ora siamo fra i pochissimi a Roma aperti durante l’emergenza coronavirus”, racconta Maurizio Bettoja (nella foto), presidente del gruppo Bettoja Hotels, che conta tre hotel nella capitale, Mediterraneo, Massimo D’Azeglio e Atlantico, per un totale di 492 camere, 13 sale meeting eventi e congressi, 2 ristoranti e 2 bar.

Il Massimo d’Azeglio di Roma, come gli altri due alberghi del gruppo, sorge a pochi passi dalla stazione Termini. È la struttura storica del gruppo, acquisita nel 1875.
“In questo periodo abbiamo deciso di concentrare tutto sul Massimo d’Azeglio proprio per la presenza del suo ristorante. Visto il basso numero di ospiti, non valeva la pena tenere aperto anche il ristorante del Mediterraneo”, rivela Bettoja, che abbiamo sentito subito dopo Pasqua, quando ancora non si sapeva quando le misure straordinarie per contenere l’epidemia da Sars-CoV-2 sarebbero state allentate.

Le misure adottate al D’Azeglio di Roma

Ma che cosa significa essere aperti ai tempi del Covid-19? In queste settimane l’hotel è frequentato per lo più da persone che viaggiano per lavoro, dipendenti delle Ferrovie dello Stato o con incarichi presso i Ministeri, oltre a qualche turista straniero bloccato a Roma in attesa di trovare un volo per rientrare in patria. Il ristorante, normalmente accessibile anche alla clientela esterna, durante l’emergenza coronavirus è aperto solo per gli ospiti alloggiati, che non hanno la possibilità di trovare alternative per mangiare perché tutti i ristoranti indipendenti sono chiusi.

Operativamente, racconta Stefania Bettoja, cugina di Maurizio e responsabile delle strutture F&B dei Bettoja Hotels, l’albergo sta adottando tutte le misure per garantire la sicurezza di ospiti e dipendenti: “Abbiamo dotato il personale di guanti e mascherine, ci sono distributori di gel disinfettante in tutti gli ambienti, ogni due ore sanifichiamo cucina e sala. Gli ospiti vengono fatti accomodare a tavoli ad almeno 1,5 metri l’uno dall’altro per rispettare il distanziamento sociale.

Rimodulazione dell’offerta F&B

Il cambiamento maggiore riguarda l’offerta F&B: “Abbiamo notevolmente ridotto la nostra grande carta, che di norma propone 12 antipasti, 15 primi e 15 secondi oltre a un buffet con angolo romano e angolo piemontese, in omaggio alle origini della nostra famiglia – spiega Stefania Bettoja -. Oggi, invece, in menu abbiamo solo tre antipasti, sei primi, quattro secondi, tre pizze. Abbiamo scelto di tenere in carta piatti semplici ma appetitosi, oltre a qualche specialità locale, come la pasta cacio e pepe. Poi, ovviamente, se qualcuno ci chiede qualcosa extra menu, non siamo fiscali e se possibile cerchiamo di accontentarlo”.

Il piccolo buffet allestito a mezzogiorno e che cambiava tutti i giorni è stato eliminato: prima del lockdown era molto popolare per il pranzo veloce tra gli impiegati della zona.
Anche il buffet per la prima colazione è scomparso: Il servizio oggi è solo al tavolo e penso che questa sarà la modalità anche in futuro, per ora – continua Stefania Bettoja -. Avevamo di recente rivisitato il nostro breakfast, allargando la proposta di cibi freschi sfusi. In questa fase abbiamo però dovuto fare un passo indietro e privilegiare i prodotti confezionati in monoporzione, per esempio gli yogurt”.

La riorganizzazione del servizio

Visto il numero ridotto di ospiti, anche il personale è stato rimodulato. I servizi di sala al Massimo d’Azeglio ora sono svolti da un caffettiere la mattina, un cameriere a pranzo e uno a cena. Lo chef del Massimo d’Azeglio, Renzo Di Filippo, da 25 anni in azienda, in questi giorni si alterna con Antonio Vitale, chef del Roof Garden dell’hotel Mediterraneo, ora chiuso. “Tra i due team c’è una splendida collaborazione”, afferma Bettoja.

Tutto il personale è in cassa integrazione. A rotazione vengono richiamati in servizio le persone indispensabili per mantenere in funzione l’attività, mentre amministrativi e commerciali lavorano da casa. Anche i fornitori sono gli stessi di prima.
“Da parte nostra, c’è stato un misto di ottimismo e ostinazione – commenta Maurizio Betoja a proposito della decisione di tenere aperto il Massimo d’Azeglio -. Ma, certo, si tratta di un’operazione in perdita”.

Preparativi per il post emergenza

Il ristorante Massimo d’Azeglio di Roma ha la fortuna di affacciarsi sulla strada ed è stato deciso di ricavare un dehors di 48 mq per permettere di mangiare all’aperto. Probabilmente, verrà rafforzato il servizio in camera, se la clientela lo richiederà.
“Al momento, stiamo comunicando che siamo aperti e pronti a ricominciare come prima, naturalmente adottando tutte le cautele. Per gli alberghi prevedo una ripresa molto graduale, perché tutta l’economia sarà rallentata”, conclude Bettoja.

Roma, Bettoja Hotels: sempre aperti in sicurezza
- Ultima modifica: 2020-05-05T12:28:34+02:00
da Redazione

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