Come affrontare l’infelicità come marito e come padre

Personaggio unico, Ralph A. Riffeser, classe 1966, ha creato un prodotto originale, il Family Hotel progettato e realizzato esclusivamente per la famiglia con figli. Una visione originale, uno staff di collaboratori motivato, soprattutto coerenza e determinazione tra obiettivi e strumenti per raggiungerli
Personaggio unico, Ralph A. Riffeser, classe 1966, ha creato un prodotto originale, il Family Hotel progettato e realizzato esclusivamente per la famiglia con figli. Una visione originale, uno staff di collaboratori motivato, soprattutto coerenza e determinazione tra obiettivi e strumenti per raggiungerli

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“Il Cavallino Bianco rappresenta la mia vita. E’ come girare un film sulla propria vita. Tutto nasce dalla mia infelicità come marito e come padre. Volevo fare l’avvocato societario. Mi sono innamorato dell’albergo di nonno Leo tanti anni fa. Ero fidanzato con una compagna di classe che era anche figlia di albergatori di Selva Val Gardena, a 1600 metri di quota. Quando abbiamo scelto di occuparci di alberghi, ne avevamo due, il suo a Selva, il mio a Ortisei, a 1200 metri di quota. Entrambi avevamo l’ambizione di far crescere i rispettivi alberghi. Gli alberghi distano 8 chilometri, prendemmo casa a metà strada. La mattina mia moglie saliva a Selva Val Gardena, io scendevo a Ortisei. Non ci vedevamo mai. Era difficile coltivare la relazione, tantomeno in vacanza perché nel frattempo erano nati i nostri figli e gestirli diventava la parte fondamentale della relazione. Da quello stato di infelicità nasceva un sogno: raggiungere l’amore e la felicità della coppia all’interno della famiglia. Avevo una bella moglie, splendidi bambini, ma le cose non stavano andando come speravo, come sognavo. Volevo recuperare ciò che non avevo, guarire della mia infelicità. Non sono guarito del tutto, ma quel che ho realizzato ispirato dalla mia infelicità credo abbia dato sollievo a moltissime coppie con figli che hanno frequentato il Cavallino Bianco di Ortisei e avevano i miei stessi problemi. Sono partito dai parametri Why, How, What, le tre chiavi del Marketing di Simon Sinek. In realtà non ero a conoscenza di questi principi, me li hanno illustrati una volta che hanno visto ciò che avevo realizzato. Sono partito dall’idea di fare rifornimento di amore reciproco con il proprio partner, con i propri figli. Questa è stata la mia ricerca. Il What per me è significato realizzare un albergo di vacanza mirato alla ricerca della felicità in famiglia, in coppia e con i figli. Non esisteva un albergo del genere. Mio nonno Leo in quel periodo mi affidò le chiavi del suo vecchio albergo Posta, un albergo storico del 1400. Mi ha dato carta bianca. Avevo 27 anni. Sono partito con questo sogno e tanto coraggio. Ero solo ma ero anche alimentato da una grande passione e sostenuto da una solida tenacia. Ero solo perché ero controcorrente. L’idea di creare un albergo del benessere finalizzato alla famiglia sembrava una utopia. Quando portai i progetti del nuovo albergo in Comune, mi dettero del pazzo. Quando videro le dimensioni del cantiere che intendevo aprire, mi chiesero se avevo vinto al lotto. No, ovviamente. Avevo un sogno, lo trasferii in un progetto in Excel e con quel progetto andai in banca. La banca ci ha creduto e mi ha finanziato. La banca e il mio assistente. La mia famiglia no. Temevano di perdere tutto. Durante il cantiere sono accadute mille traversie. In paese giravano scommesse su quanto sarei durato, quando avrei ceduto o se sarei fallito prima. Nei piccoli paesi tutti sanno tutto di tutti. In realtà non sapevano né ciò che intendevo realizzare né che genere di tenacia mi spingeva ad andare avanti. Non demordo mai. Ho condiviso il mio sogno prima con il mio assistente e poi con i miei collaboratori che sono diventati una vera e propria famiglia oltre che una formidabile squadra. In quegli anni siamo cresciuti come staff. Dai 30 collaboratori dell’albergo del nonno, alla prima apertura sono diventati 50, poi 80, ora sono diventati 150 per 104 camere. La qualità del servizio e l’affidabilità dei collaboratori sono diventate un pilastro fondamentale del Cavallino Bianco, dei successi e dei riconoscimenti che ha raccolto in questi anni. Ha prevalso lo spirito del gruppo, il concetto di essere uno per tutti e tutti per uno. Chi è stato ospite del Cavallino Bianco ha toccato con mano che la nostra vera forza non risiede nella struttura, nella località in cui operiamo, ma nella grande famiglia di chi ci lavora. Lo dicono i risultati. Siamo andati oltre le convenzioni, oltre i limiti che sembravano stabiliti come un dogma. Non è stato solo sacrificio e sofferenza, c’è stato e continua a esserci tanto divertimento. Noi non lavoriamo, siamo immersi in una missione in cui crediamo fortemente. Non c’è solo la soddisfazione economica dello stipendio a ogni fine mese, c’è la soddisfazione e il divertimento legati al nostro modo di vivere e operare. Due punti cardine che hanno contraddistinto fin dal primo giorno il Cavallino Bianco sono state l’onestà e la correttezza con i collaboratori, con i partner, con le banche, con i fornitori, con la politica locale e provinciale. Massima correttezza soprattutto nei pagamenti, sempre precisi e puntuali. Rispettare le persone, le leggi, il territorio sono principi da cui non abbiamo mai derogato. Noi abbiamo sempre pagato il dovuto allo Stato ed è un vanto di cui ci pregiamo. Tutto in busta, tutto registrato, nessuna contabilità parallela. Voglio dormire sereno la notte. In azienda, a seconda dei livelli di responsabilità, tutti sanno tutto sull’andamento del Cavallino Bianco, dal fatturato ai costi. Il livello degli stipendi dei singoli invece resta un fatto privato per non ingenerare inutili invidie. Quel che conta, è premiare il lavoro soprattutto quando le stagioni sono andate bene. L’empatia è un altro fattore decisivo nella nostra attività, l’empatia verso i collaboratori come verso gli ospiti. Nasce dal carattere e dall’educazione, va coltivata tutta la vita. Nello stesso tempo, va esercitata per anticipare i bisogni degli ospiti e creare sempre nuove offerte, nuovi servizi. Non siamo mai completamente soddisfatti. Ci mettiamo in gioco ogni giorno perché possiamo migliorare ogni giorno. Le opinioni dei nostri ospiti per noi sono messaggi assai importanti, soprattutto le opinioni critiche. Quelle positive ci fanno piacere ma non ci stimolano come quelle critiche. Le recensioni ci stimolano a migliorare, le consideriamo vere e proprie consulenze da parte dei nostri ospiti. Leggiamo e analizziamo tutti i giorni ciò che i nostri ospiti scrivono sull’albergo. Cerchiamo anche di spingere i nostri ospiti a farci delle critiche proprio perché sappiamo che si può sempre migliorare. Il profitto non è il nostro obiettivo ma una piacevole conseguenza e necessaria per giustificare e sostenere la nostra impresa per la sua continua evoluzione. Ci hanno assegnato per diversi anni il premio come miglior Family Hotel del mondo. Va bene ma non deve inorgoglirci più di tanto. E’ il nostro modo di essere. Per me è stato il modo di affrontare il mio malessere personale come marito e come padre e cercare di risolverlo sia in prima persona che per conto di tutti coloro che sono venuti al Cavallino Bianco con le loro famiglie. Non sono ancora guarito del tutto. Noi lavoriamo sulla qualità delle relazioni familiari per sostenerle e migliorarle. Il Cavallino Bianco è stata una sorta di medicina efficace per molti dei nostri ospiti. Il nostro impegno è che continui a esserlo.”

Uno e trino…
Ralph A. Riffeser è impegnato a Sirmione, sul Lago di Garda, per realizzare un nuovo albergo destinato ai single con figli, l’evoluzione a volte della famiglia tradizionale quando i genitori divorziano e poi devono affrontare il problema della relazione con i figli, inevitabilmente più complessa e complicata. A Caorle, sulla costa veneta che si affaccia sul Mare Adriatico, Riffeser intende realizzare un secondo Cavallino Bianco, questa volta al mare, puntando, come è riuscito a fare in montagna, a tenerlo aperto almeno 11 mesi l’anno. Saranno, Sirmione e Caorle, due sfide legate alla maturità di Ralph, che con molta onestà personale parla pubblicamente anche dei suoi problemi personali legati alle difficoltà matrimoniali e all’infelicità che ciò gli ha generato. Testardo e determinato com’è, magari non guarirà mai ma di certo aiuterà molti a farlo.

Come affrontare l’infelicità come marito e come padre
- Ultima modifica: 2019-12-05T09:37:05+01:00
da Renato Andreoletti

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