Il futuro prossimo del turismo in montagna

Il titolare dell’Hotel al Pelmo di Pieve di Cadore, nel cuore del Cadore dolomitico, propone alcune iniziative per prepararsi per la ripartenza del turismo dopo lo stop imposto dalla pandemia di Covid-19. La montagna può cogliere maggiori opportunità proprio durante la ripartenza
Il titolare dell’Hotel al Pelmo di Pieve di Cadore, nel cuore del Cadore dolomitico, propone alcune iniziative per prepararsi per la ripartenza del turismo dopo lo stop imposto dalla pandemia di Covid-19. La montagna può cogliere maggiori opportunità proprio durante la ripartenza

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di Gildo Trevisan

Possiamo immaginare che prossimamente molto nel turismo potrà cambiare. Intravvedo possibili contrapposti scenari:
una forte contrazione della domanda dovuta al crollo del potere di acquisto e dalla paura di viaggiare.
un’inaspettata tenuta della domanda, conseguenza di un mutato sentiment maturato tra i consumatori che, anche a seguito alla recente ondata ambientalistica, sempre più percepiscono la nostra destinazione quale luogo ancora incontaminato, puro e più sicuro rispetto ad altre destinazioni turistiche caratterizzate nella memoria quali luoghi caotici, troppo affollati, meno sicuri.
Potrà giovare al turismo domestico e soprattutto al turismo montano una probabile riduzione o addirittura sospensione dei viaggi all’estero.
La nostra destinazione è mal servita dalle infrastrutture pubbliche dei trasporti, aeroporti lontani, bassa velocità ferroviaria, questo punto di debolezza potrebbe rivelarsi un punto di forza rendendoci percepiti come destinazione lontana, difficilmente raggiungibile e quindi meno affollata, per questo più sicura.
Sono ottimista e propendo sul breve per una sostanziale tenuta della domanda convinto che presto la nostra destinazione sarà nuovamente molto richiesta.
Questa tesi trova ragione anche analizzando la tendenza della domanda riscontrata nelle settimane antecedenti all’emergenza sanitaria. Nella ripartenza il turismo montano potrebbe ritrovarsi, in “pool position”.
Possiamo essere ottimisti ma dobbiamo subito attivarci per cavalcare l’onda!
Cosa fare? Propongo:
1. restare uniti, anzi rafforzare i nostri legami sia per condividere le difficoltà ma soprattutto per generare proposte reattive al nuovo possibile scenario;
2. definire una nuova politica commerciale più legata alla destinazione che al singolo prodotto turistico;
3. intraprendere un’azione di comunicazione nei social e tramite l’invio elettronico di proposte vacanza, anche tramite telefonate fatte ai rappresentanti della domanda aggregata (Agenzie, Tour operator, Cral e associazioni) per comunicare l’unicità, i vantaggi, la sicurezza di una vacanza trascorsa in montagna…

Il futuro prossimo del turismo in montagna
- Ultima modifica: 2020-04-22T11:39:30+02:00
da Renato Andreoletti

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